Maxi incendio a Milano, chiuse le indagini: tre persone accusate di incendio colposo

Maxi incendio a Milano, chiuse le indagini: tre persone accusate di incendio colposo

La Procura di Milano ha chiuso le indagini sul maxi incendio dell’11 maggio 2023, accusando tre persone di incendio colposo per la gestione errata di materiali pericolosi.
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Maxi incendio a Milano, chiuse le indagini: tre persone accusate di incendio colposo - Gaeta.it

La Procura di Milano ha chiuso le indagini sul maxi incendio avvenuto l’11 maggio 2023, che ha coinvolto diversi edifici tra via Pier Lombardo e via Vasari. Tre persone, tra cui i rappresentanti legali di una società collegata al gruppo Linde, e un autista di una ditta di autotrasporti, sono state accusate di incendio colposo. Gli eventi di quella mattina rivelano l’importanza di un’accurata gestione dei materiali pericolosi e le conseguenze che possono derivarne.

Il terribile incendio e le esplosioni

Nella mattina dell’11 maggio 2023, Milano è stata scossa da una serie di esplosioni che hanno preceduto un violento incendio. Le fiamme hanno coinvolto cinque edifici, tra cui tre condomini, un istituto religioso e il Teatro Franco Parenti, oltre a un numero considerevole di autovetture. Il bilancio complessivo è stato fortunatamente senza vittime, ma i danni hanno creato innumerevoli disagi per i residenti e gli operatori commerciali nelle vicinanze.

L’ampiezza dell’incendio è stata tale da richiedere l’intervento massiccio dei Vigili del Fuoco, che hanno operato per diverse ore per domare le fiamme e mettere in sicurezza l’area. La rapidità con cui l’incendio si è propagato ha suscitato preoccupazione per la sicurezza e l’accortezza nella gestione di materiali considerati a rischio.

Le cause dell’incidente secondo la Procura

La Procura, guidata dal pm Luca Gaglio, ha condotto un’indagine approfondita per fare luce sulle cause che hanno portato all’incendio. La procuratrice aggiunta Tiziana Siciliano ha dichiarato che l’origine delle esplosioni è riconducibile a un errore umano da parte del conducente del furgone coinvolto nell’incidente.

Secondo quanto emerso dalle indagini, il conducente aveva riposto un recipiente criogenico di ossigeno liquefatto non nel corretto alloggiamento del veicolo, ma nell’abitacolo. Questo contenitore, noto come “stroller”, non era fissato in modo adeguato, il che ha portato al suo rovesciamento durante una manovra di svolta. La perdita di ossigeno criogenico ha incontrato materiali combustibili all’interno del veicolo, innescando l’incendio devastante.

Le conseguenze legali e gli sviluppi futuri

Con la chiusura delle indagini, si prospettano ora possibili sviluppi legali. Le tre persone accusate di incendio colposo dovranno affrontare un processo, il cui esito potrebbe contribuire a stabilire responsabilità in merito alla gestione di materiali pericolosi. Le istituzioni e le aziende coinvolte dovranno anche riflettere su misure di sicurezza più rigorose per prevenire simili incidenti in futuro.

Questo caso solleva interrogativi importanti riguardo la sicurezza dei materiali pericolosi nei contesti urbani e il modo in cui vengono trasportati. L’attenzione sul tema della sicurezza nei trasporti e nei cantieri con l’uso di sostanze chimiche critiche è fondamentale per evitare che eventi simili si ripetano.

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