La vicenda che ha preso forma a Torino mette in luce una complessa situazione giudiziaria tra un pensionato con problemi cognitivi e due donne originarie della Repubblica Dominicana, accusate di circonvenzione di incapace. Al centro del caso c’è un rapporto nato su Facebook e il matrimonio celebrato in Sud America nel 2021, con accuse precise di sfruttamento di una condizione di fragilità per ottenere vantaggi economici e il permesso di soggiorno.
Il pensionato e le due donne: l’inizio della relazione e il viaggio in sud america
Tutto nasce da una connessione virtuale tra un uomo di 76 anni di Beinasco, affetto da deterioramento cognitivo moderato, e due donne sudamericane, legate tra loro da un vincolo familiare. I messaggi scambiati erano frequenti e pieni di confidenze, in particolare da parte di una delle donne che si definiva madre single in difficoltà economiche. La cognata, che la sosteneva, partecipava a questo scambio, alimentando il legame con l’anziano.
Nel corso del tempo, la frequentazione virtuale ha spinto il pensionato a compiere un viaggio in Sud America nell’estate del 2021. Durante la permanenza, secondo la procura, è stata proposta una soluzione pratica più che sentimentale: il matrimonio. L’accordo prevedeva un’unione formale con il ritorno a Torino e la separazione dopo alcuni mesi, non un legame duraturo ma un patto temporaneo per motivi economici e amministrativi.
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Il matrimonio e i sospetti della famiglia: la scoperta della truffa
Il matrimonio è stato celebrato l’8 settembre 2021. Da quel momento la famiglia dell’uomo ha notato cambiamenti nel comportamento della vittima, accompagnati da un rapido esaurimento delle sue risorse finanziarie. Le telefonate si sono fatte meno chiare, le spiegazioni elusive, e sono scattati i sospetti.
Gli accertamenti hanno rivelato spese per quasi 12 mila euro effettuate a favore delle due donne. La procura sostiene che l’anziano non fosse pienamente consapevole di ciò che faceva, a causa del suo decadimento cognitivo, e che venisse sfruttato proprio su questa base per trarne vantaggi economici attraverso il matrimonio e le successive transazioni finanziarie.
La difesa delle imputate: nessun raggiro ma un comportamento abituale
L’avvocata delle due donne ha presentato una linea difensiva inedita, sostenendo che il pensionato fosse abituato a gestire liberamente le proprie finanze e a instaurare rapporti con donne conosciute sui social fin dal 2013. Ha ricordato inoltre che l’uomo aveva già contratto matrimoni simili in passato e che la sua condotta non appariva anomala.
Un medico testimone ha confermato che, secondo la sua esperienza, il paziente mostrava una capacità di intendere e volere sufficiente e non era profondamente compromesso mentalmente. Da qui arriva la richiesta di archiviazione delle accuse, perché la condotta del pensionato sarebbe stata consapevole e volontaria, senza alcuna forma di manipolazione.
Le richieste della procura e il futuro della vicenda giudiziaria
L’accusa ha mantenuto fermi i capi d’imputazione, chiedendo condanne per la madre sudamericana a due anni e sei mesi, e per la cognata a due anni e quindici giorni di reclusione. Questi termini sono giustificati dall’interpretazione di un comportamento predatorio, che capitalizza sulla fragilità e la differenza d’età per ottenere un vantaggio illegittimo.
Secondo la pm il matrimonio non rappresenta un atto d’amore ma un mezzo per entrare e restare in Italia, con le spese seguenti considerate depredamento economico. In questi giorni la giudice Immacolata Iadeluca dovrà valutare se si tratta di un raggiro ben organizzato o di una vicenda dai confini più sfumati e ambigui, che coinvolge solitudine e vulnerabilità in età avanzata.
Un caso che apre il dibattito sulla tutela degli anziani e le insidie del mondo digitale
Questo episodio richiamato dalla cronaca torinese offre uno spaccato sulle difficoltà che molte persone anziane possono incontrare, soprattutto quando entrano in relazione con sconosciuti via internet. L’età avanzata e le condizioni mentali precarie rendono soggette a manipolazioni e truffe.
La vicenda invita a riflettere sulla necessità di forme più solide di tutela e di un controllo attento su questi rapporti, che possono apparire autentici ma nascondere dinamiche di sfruttamento. Il confine tra relazione sincera e inganno si fa sottile nella realtà digitale che sempre più intreccia esistenze lontane e fragili.