Martin Scorsese ispira una mostra innovativa sugli storyboard al Museo Fondazione Prada di Milano

Martin Scorsese ispira una mostra innovativa sugli storyboard al Museo Fondazione Prada di Milano

La mostra “A Kind of Language” alla Fondazione Prada di Milano esplora il ruolo degli storyboard nel cinema, presentando oltre 800 opere e offrendo un’esperienza interattiva fino all’8 settembre 2024.
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Martin Scorsese ispira una mostra innovativa sugli storyboard al Museo Fondazione Prada di Milano - Gaeta.it

L’arte della narrazione visiva in ambito cinematografico è al centro di una nuova mostra che ha preso vita grazie all’ispirazione di Martin Scorsese. “A Kind of Language: Storyboards and Other Renderings for Cinema” è un progetto che analizza il linguaggio espressivo degli storyboard, quei copioni illustrati che fungono da guida visiva per i cineasti prima di avventurarsi nelle riprese. Inaugurata presso l’Osservatorio della Fondazione Prada di Milano e aperta al pubblico fino all’8 settembre 2024, la mostra si è sviluppata attraverso due anni di ricerca e riflessione sulle molteplici forme di comunicazione visiva nel cinema.

Gli elementi espositivi: un viaggio visivo dal 1920 al 2024

La mostra presenta più di 800 elementi, tra cui storyboard, fotografie e video, coprendo un ampio arco temporale che va dagli anni ’20 fino ai giorni nostri. Tra le opere in esposizione, spiccano quelle di artisti noti come Alejandro Jodorowsky, la cui visione per “Dune” non ha mai preso forma sul grande schermo. Tuttavia, ci sono anche contributi notevoli da parte di registi celebri come Bernardo Bertolucci con il suo “Piccolo Buddha”, così come opere iconiche come “Interstellar” e “Train to Busan”. Un punto culminante è rappresentato dalla ricostruzione della famosa scena della doccia in “Psycho” di Alfred Hitchcock.

Ogni elemento è sistemato su un tecnografo appositamente progettato, che offre una fruizione unica delle opere. Un esempio emblematico è il lavoro di Agnès Varda per il suo film “Salut les Cubains”, le cui fotografie sono esposte su una base di cartone, mentre per lo storyboard di “Incontri ravvicinati del terzo tipo” è stata inserita una minipianola, consentendo ai visitatori di suonare le prime note dell’indimenticabile colonna sonora di John Williams. Questi dettagli rendono l’allestimento animato e interattivo, stimolando così l’interesse del pubblico e la curiosità per il processo creativo nel cinema.

La funzione degli storyboard nel processo cinematografico

Gli storyboard giocano un ruolo fondamentale nel rendere concreti i sogni dei registi, fornendo un’illustrazione grafica delle inquadrature e delle scene prima di entrare in produzione. Questa pratica non solo aiuta a visualizzare la storia ma serve anche a identificare e risolvere problemi potenziali che potrebbero sorgere durante le riprese. A volte, gli storyboard vengono creati dai registi stessi, altre volte sono commissionati a artisti dedicati come Pablo Buratti, che ha contribuito alla realizzazione della mostra.

La sezione della mostra è organizzata tematicamente, sottolineando che non si tratta solo di cinema e televisione. Sono inclusi anche materiali legati al mondo della danza, con annotazioni di coreografia, e opere di animazione classica da parte di giganti come Walt Disney e Hayao Miyazaki. Anche personaggi iconici come Mr. Magoo e Popeye trovano spazio in questa celebrazione della narrazione visiva, evidenziando la ricchezza e la varietà degli approcci creativi.

Un progetto in continua evoluzione: capitolo due in arrivo

Melissa Harris ha spiegato che il materiale raccolto per questa mostra è tanto vasto da giustificare una futura espansione, con un capitolo due già contemplato. Ciò dimostra l’importanza e l’impatto degli storyboard nella comunicazione visiva contemporanea, non solo in ambito cinematografico ma anche nei media e nelle arti visive più in generale. La mostra potrà offrire l’occasione di scoprire anche il cinema africano e altre realtà artistiche meno esplorate, ampliando così il dialogo sulle narrazioni visive nel contesto globale.

Con oltre 800 elementi esposti, la mostra presso la Fondazione Prada non è solo un tributo agli storyboard, ma anche un invito a riflettere sull’importanza della visualizzazione nel racconto di storie che ci appassionano. L’attenzione ai dettagli e l’innovazione nell’allestimento offrono nuove prospettive sul mondo del cinema e sull’arte della narrazione.

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