Mario Balsamo si distingue al Torino Film Festival con il documentario "In Ultimo"

Mario Balsamo si distingue al Torino Film Festival con il documentario “In Ultimo”

Mario Balsamo celebra il suo documentario “In Ultimo”, selezionato per il Torino Film Festival, affrontando con sensibilità il tema del fine vita attraverso la storia di un hospice torinese.
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Mario Balsamo si distingue al Torino Film Festival con il documentario "In Ultimo" - Gaeta.it

Mario Balsamo, regista di Latina, celebra un nuovo traguardo in fase di avanzamento della sua carriera, con il suo documentario “In Ultimo” che ha ricevuto la prestigiosa ammissione alla sezione Internazionale Documentari della 42° edizione del Torino Film Festival, che avrà inizio il 22 novembre. Questo evento, con carattere internazionale, vedrà come madrina Cristiana Capotondi e si preannuncia ricco di star e sfilate lungo il red carpet.

La scelta di un tema impegnativo

A differenza delle sue precedenti opere, Mario Balsamo ha deciso di non recitare in “In Ultimo”, concentrandosi esclusivamente sulla regia. Il film affronta un tema delicato e profondo: il fine vita, raccontando la storia di un hospice di Torino e del suo palliativista, il dottor Claudio Ritossa. Balsamo descrive l’approccio umano e dedicato di Ritossa, il quale accompagna i pazienti nel delicato tratto finale della loro vita, alleviando il peso della morte imminente con delicatezza e supporto spirituale. Questo approccio permette di infondere serenità in un contesto spesso carico di dolore.

L’Hospice Anemos, dove il dottor Ritossa lavora, diventa un luogo di accoglienza e umanità. Qui, i pazienti non sono semplicemente in una fase terminale della vita, ma protagonisti di un viaggio esistenziale che il medico cerca di rendere il più sereno possibile. La storia di “In Ultimo” è quindi non solo una narrazione sulla morte, ma una riflessione profonda sulla vita stessa e sull’importanza dell’empatia nel trattamento dei malati.

Un percorso di successi

In “In Ultimo”, Mario Balsamo conclude una trilogia che affonda le radici in opere precedenti come “Noi non siamo come James Bond“, che ha già vinto il Premio della Giuria al Torino Film Festival nel 2012, e “Mia madre fa l’attrice”, premiato come miglior documentario al Bellaria Film Festival del 2016. La trilogia rappresenta un viaggio di crescita personale e professionale, in cui Balsamo ha saputo affrontare temi complessi e attuali, mantenendo sempre un forte legame con la propria realtà e con le storie delle persone che incontra.

Il documentario “In Ultimo” non è solo un’ulteriore prova del talento di Balsamo, ma un’espressione della sua capacità di trattare argomenti delicati con rispetto e sensibilità. Attraverso questo lavoro, il regista continua ad ampliare il suo raggio d’azione, rimanendo fedele a uno stile che ha abbracciato storie autentiche e sentimenti profondi, destando emozioni che risuonano nel pubblico.

Un riconoscimento significativo

In un’intervista rilasciata a Gr Latina, Balsamo ha commentato il suo traguardo con soddisfazione, esprimendo la sua gratitudine per essere stato nuovamente riconosciuto in un contesto così prestigioso. “Sono molto contento di questo record”, ha affermato, evidenziando l’importanza della proiezione al Romano, che avverrà il 25 novembre alle 21:15 presso la Galleria Subalpina a Torino. La sua opera, una coproduzione Italia-Portogallo, è stata realizzata grazie al sostegno della Film Commission Torino Piemonte – Piemonte Doc Film Fund, un fondo dedicato alla produzione di documentari cinematografici.

Il Torino Film Festival si conferma come una piattaforma fondamentale per i registi di talento come Mario Balsamo, che utilizzano questo strumento per dar voce a storie che meritano attenzione e riflessione profonda. Con “In Ultimo”, il regista dive più che mai al tema del fine vita, offrendo al pubblico non solo una narrazione, ma una reale esperienza di condivisione e comprensione umana.

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