Un cambiamento significativo potrebbe arrivare per le criptoattività grazie a un emendamento presentato dalla Lega alla manovra economica. La proposta mira a ridurre l’aliquota sulle criptovalute, attualmente fissata al 42%, riportandola al 26%. Inoltre, si prevede l’istituzione di un tavolo permanente composto da associazioni rappresentative dei prestatori di servizi di criptoattività, fornitori di servizi di asset virtuali e associazioni dei consumatori. Questa mossa è parte di una strategia più ampia che la Lega sta sviluppando per sostenere l’innovazione e la crescita nel settore delle criptovalute.
Dettagli dell’emendamento sulla criptoattività
Il primo emendamento firmato da Centemero prevede di sottrarre l’aliquota attualmente elevata sulle criptoattività, riportandola al 26%. Questo obiettivo non è isolato, a causa di ulteriori due emendamenti presentati dal partito di governo. Uno di questi mira a ridurre l’aliquota dal 42% al 28% e di creare un tavolo permanente per il dialogo tra le parti coinvolte. Il terzo emendamento propone di eliminare la soglia di esenzione, che attualmente si attesta a 2.000 euro per le plusvalenze sulle criptovalute. Tutti questi emendamenti dovranno ora essere esaminati in commissione Bilancio della Camera, con scadenza fissata per il termine di presentazione degli emendamenti.
Questo pacchetto di provvedimenti mette in evidenza la volontà della Lega di riformare un ambito fiscale particolarmente delicato, cercando di favorire l’accesso alle criptoattività. La situazione attuale prevede alti livelli di tassazione che potrebbero dissuadere gli investitori e i consumatori dal partecipare a questo settore innovativo. La creazione di un tavolo permanente, inoltre, potrebbe promuovere una maggiore cooperazione tra i diversi attori del settore e facilitare un dialogo costruttivo su questioni normative e fiscali.
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Costi e implicazioni economiche degli emendamenti
L’emendamento che propone la cancellazione dell’aliquota del 42% ha un costo valutato di 16,7 milioni di euro a partire dal 2025. La proposta è finanziata attraverso una riduzione corrispondente del fondo speciale esistente in bilancio, nell’ambito del Programma ‘Fondi di riserva e speciali’. D’altra parte, se l’aliquota venisse fissata al 28%, il costo stimato scenderebbe a 14,7 milioni di euro sempre a partire dal 2025. Come nel primo caso, queste risorse verrebbero reperite tramite una gestione oculata del bilancio del Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Il terzo emendamento, che mira a eliminare la soglia di esenzione, propone un approccio diverso. Questo intervento prevede che si generi un gettito fiscale considerato superiore a quello originariamente previsto dall’innalzamento dell’aliquota al 42%. Le previsioni tecniche stimano un incremento delle entrate di circa 16,7 milioni di euro su base annua, creando in tal modo un potenziale margine di crescita per le casse dello Stato, a patto che le operazioni riguardanti le criptoattività vadano a stabilizzarsi.
Con questi emendamenti, la Lega cerca di modificare il panorama fiscale delle criptovalute in Italia, dando il via a una riflessione più ampia sulle politiche da attuare per stimolare l’uso e lo sviluppo delle tecnologie basate su blockchain, sempre in equilibrio con le necessità di sicurezza e di protezione dei consumatori. La discussione in commissione Bilancio avrà un ruolo cruciale nell’eventuale attuazione di queste nuove misure.