L’opera il piede di luigi mainolfi entra nella collezione permanente del museo internazionale delle ceramiche di faenza

L’opera il piede di luigi mainolfi entra nella collezione permanente del museo internazionale delle ceramiche di faenza

L’opera “Il piede” di Luigi Mainolfi, acquisita dal Museo internazionale delle ceramiche di Faenza grazie al Pac2024 e al Ministero della Cultura, arricchisce la collezione con un simbolo della ceramica contemporanea degli anni ’80.
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“Il piede” di Luigi Mainolfi, scultura in terracotta del 1983, entra nella collezione permanente del Museo internazionale delle ceramiche di Faenza, rappresentando un importante contributo alla ceramica contemporanea italiana degli anni ’80 e un dialogo con la tradizione e la memoria culturale. - Gaeta.it

L’opera scultorea intitolata “Il piede”, creata da Luigi Mainolfi nel 1983, entra ufficialmente a far parte del Museo internazionale delle ceramiche di Faenza . Sabato 10 maggio 2025, alle ore 11, sarà inaugurata la nuova acquisizione che arricchisce la collezione permanente del museo ravennate. L’opera si inserisce grazie al contributo del Pac2024, il Piano per l’Arte Contemporanea promosso dal Ministero della Cultura, volto a includere opere di arte contemporanea nel patrimonio pubblico italiano.

L’importanza di “il piede” nell’ambito della ceramica contemporanea

Il piede” rappresenta per Luigi Mainolfi un momento significativo all’interno della sua ricerca artistica, concentrata soprattutto sulla terracotta come materiale espressivo. Lo scultore, già noto all’estero, costruisce in questa opera un dialogo vivo con la materia e la memoria culturale. Il Mic possiede una vasta collezione di sculture contemporanee, ma fino ad oggi non conteneva alcuna opera di Mainolfi. L’ingresso di “Il piede” segna perciò una tappa rilevante non solo per il museo ma anche per la storia della ceramica artistica, soprattutto per il decennio degli anni ’80, considerato un periodo di grande rinnovamento nell’uso della terracotta.

Un decennio di rinnovamento nella ceramica

Questo decennio ha visto rivedere il materiale tradizionale in chiave contemporanea, con un ritorno alla “Terra Madre” come simbolo e strumento di espressione artistica. L’opera di Mainolfi si inserisce in questo contesto recuperando la forza arcaica e simbolica della terra, mantenendo però una forte attualità e un’estetica precisa e raffinata. Il gesto della sua scultura esprime un equilibrio tra memoria storica e poetica moderna.

Il dialogo con autori e poetiche del museo internazionale delle ceramiche di faenza

L’iniziativa di includere “Il piede” nella collezione del Mic si inserisce in un percorso già avviato negli anni ‘80 con artisti come Nanni Valentini, Pino Spagnulo e Carlo Zauli. Questi scultori hanno segnato quella stagione con opere in ceramica che intrecciano tradizione e ricerca contemporanea. Mainolfi dialoga con questi autori non solo per la scelta del materiale, ma anche per il modo di esplorare la cultura popolare e le radici più profonde della nostra identità.

Raccontare storie attraverso la ceramica

Le sculture presenti nella collezione del Mic offrono un’istantanea di quel fermento artistico in cui è centrale la rivalutazione del fare con la terra. Ognuno di questi artisti ha fatto della materia un mezzo per raccontare storie, evocare gesti ancestrali e ridefinire il rapporto tra uomo e natura. Mainolfi, con “Il piede”, amplifica questo racconto, sposando con rigore e delicatezza i temi dell’origine e della materialità.

la terra come custode della memoria e archetipo nelle opere di luigi mainolfi

Luigi Mainolfi pratica una scultura che si nutre di tradizione ma senza rimanerne ingabbiata. La sua terra racconta storie di origini, cultura popolare e radici antropologiche. Nato in Campania, regione ricca di storia e tradizioni legate alla lavorazione della terracotta, Mainolfi inserisce in “Il piede” una riflessione sulla terra come elemento fondante dell’umanità e delle civiltà.

Un gesto primordiale di terra e corpo

L’opera incorpora modelli archetipici, scandendo una relazione tra il corpo e la natura originaria da cui proviene. Il gesto incisivo e musicale con cui la forma si impone sulla parete racconta la forza primordiale della terra materna. Questa scelta non celebra solo un materiale ma evoca un patrimonio culturale e umano che ha radici antichissime.

La poetica di Mainolfi qui si fa contemporanea attraverso un linguaggio elegante e discreto, che smonta e ricompone la memoria dell’uomo. Il richiamo agli archetipi e alla terra madre racconta le origini ma apre anche a una nuova lettura, più riflessiva e curiosa, sull’identità e la continuità tra passato e presente.

L’ingresso di “Il piede” nel Mic conferma il valore storico e artistico della scultura in ceramica italiana degli anni ’80, senza perdere di vista la ricchezza culturale e simbolica che ancora oggi porta con sé.

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