Le ondate di caldo torrido continuano a mettere a dura prova soprattutto i lavoratori all’aperto. In risposta a questa emergenza, la regione Lombardia ha disposto un divieto di attività lavorativa esterna durante le ore più calde, in giornate in cui viene segnalato un livello di rischio elevato. La misura interessa settori come cantieri, aziende agricole e cave, con l’obiettivo di proteggere la salute degli operatori più esposti agli effetti nocivi del calore. Questo provvedimento si inserisce in un quadro nazionale, dove altre 12 regioni hanno adottato regolamenti simili.
Il divieto di lavoro all’aperto durante le ore più calde in Lombardia
La regione Lombardia ha emanato un’ordinanza che vieta lo svolgimento di attività lavorative all’aperto dalle ore 12.30 alle 16, a partire dal 2 luglio e fino al 15 settembre 2025. Questo divieto scatta solo nelle giornate in cui il rischio di esposizione a calore eccessivo viene classificato come elevato. Per facilitare il monitoraggio, le condizioni di rischio potranno essere verificate sul sito worklimate.it, strumento ufficiale utile per conoscere l’entità del pericolo nelle varie località.
Il divieto riguarda specificamente ambienti di lavoro come cave, cantieri edili e aziende agricole, quindi i settori in cui l’attività esterna è più frequente e pesante. In queste fasce orarie, i lavoratori non potranno effettuare lavori all’esterno, per prevenire colpi di calore e problemi cardiovascolari legati all’esposizione diretta al sole e alle alte temperature.
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Questa ordinanza di Lombardia non è un caso isolato. Abruzzo, Emilia-Romagna, Sardegna, Basilicata, Calabria, Campania, Lazio, Liguria, Puglia, Sicilia e Toscana hanno adottato provvedimenti simili. Le regioni hanno adottato queste disposizioni per contenere l’impatto negativo del caldo sull’attività esterna e ridurre rischi per i lavoratori, specie quelli più vulnerabili.
Le conseguenze del caldo sui lavoratori più vulnerabili, il parere del prof. Antonio Rebuzzi
Il caldo intenso rappresenta una minaccia concreta per molti lavoratori, in particolare per chi assume farmaci specifici per il cuore e la pressione alta. Il professor Antonio Rebuzzi, cardiologo all’Università Cattolica di Roma, ha sottolineato che “il caldo può avere effetti letali se non vengono adottate misure di protezione.”
Persone affette da ipertensione o scompenso cardiaco sono particolarmente esposte ai rischi prodotti dal caldo. Alcuni farmaci come i betabloccanti o gli ace-inibitori abbassano la pressione sanguigna: in condizioni di elevato calore, la vasodilatazione peggiora questo effetto, con la possibilità di abbassamenti improvvisi e sincope. Questo fenomeno può portare a cadute accidentali con conseguenze anche gravi.
Il professor Rebuzzi ha anche evidenziato che le aritmie cardiache potrebbero manifestarsi e, in casi estremi, diventare fatali. Per questo motivo, ha lodato le regioni che hanno proceduto con regolamenti volti a tutelare la salute dei lavoratori esposti, accogliendo con favore le ordinanze sul divieto di lavoro nelle ore più calde.
Come proteggersi dal caldo: indicazioni pratiche per i lavoratori
Oltre alle restrizioni previste dall’ordinanza lombarda, esistono alcune precauzioni importanti per chi deve comunque trovarsi all’aperto durante i mesi estivi. Il professor Rebuzzi consiglia di ridurre al minimo l’esposizione nelle ore di punta, che vanno indicativamente dalle 11 alle 18, periodi in cui l’irraggiamento solare è più intenso.
Un altro punto fondamentale riguarda l’idratazione. Bere acqua con regolarità aiuta l’organismo a mantenere la temperatura corporea sotto controllo e a limitare la disidratazione. I soggetti in cura con farmaci che abbassano la pressione devono essere particolarmente cauti, perché il caldo può amplificare gli effetti dei trattamenti.
È consigliato evitare sforzi eccessivi e cercare zone d’ombra anche temporaneamente durante queste ore. L’adozione di abbigliamento leggero, traspirante, e l’uso di cappelli o protezioni per il viso, risultano utili per contenere l’impatto diretto del sole. Chi nota sintomi come vertigini, debolezza o dolore al petto deve interrompere subito l’attività e rivolgersi a un medico.
Rischio caldo-salute nei luoghi di lavoro
Il tema caldo-salute nei luoghi di lavoro continua a emergere come priorità, soprattutto in considerazione delle temperature che si mantengono elevate per lunghi periodi. I provvedimenti delle regioni rappresentano un passo verso una maggiore attenzione a queste criticità.