Negli ultimi anni, l’Italia ha conquistato un ruolo di primo piano nell’economia circolare, un approccio che si sta affermando come indispensabile per affrontare le sfide ambientali e migliorare la competitività economica. In un’intervista a SostenibileOggi, Ermete Realacci, fondatore di Symbola e presidente onorario di Legambiente, analizza il presente e il futuro di questo importante settore. La sua voce esperta offre spunti su come il mercato, le politiche ambientali e la gestione dei rifiuti possono interagire per creare un percorso sostenibile.
Italia e economia circolare: primato da mantenere
L’Italia ha dimostrato di saper affrontare la scarsità di materie prime con ingegno e creatività, sviluppando pratiche di economia circolare che sono esempi per il resto del mondo. Secondo Realacci, questi risultati devono essere visti come un punto di partenza piuttosto che come un traguardo. Il Paese è caratterizzato da una visione negativa che può ostacolare la crescita: “Siamo cripto-depressi e tendiamo a concentrarci più sulle difficoltà come il debito pubblico che non sulle nostre potenzialità,” afferma.
Il richiamo a vedere l’ambiente non come un ostacolo, ma come un’opportunità, è centrale nel discorso di Realacci. Secondo lui, orientarsi verso l’economia circolare non è solo una questione di sostenibilità, ma anche una chance di competitività. L’industria italiana ha saputo trasformare i rifiuti in risorse, raggiungendo un notevole recupero di quasi il 92% dei materiali. Questo approccio non solo contribuisce alla salute del pianeta, ma migliora anche la capacità delle imprese di competere in un mercato globale sempre più esigente.
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Le sfide delle politiche ambientali
Le politiche ambientali rivestono un ruolo cruciale nello sviluppo dell’economia circolare, ma sono spesso influenzate da fattori esterni e interni. L’amministrazione Trump negli Stati Uniti ha avuto un impatto significativo sulle politiche globali, portando ad una generale incertezza sulle normative ambientali. Questo contesto può rappresentare una sfida per progetti di sostenibilità che richiedono stabilità e visione a lungo termine. Realacci sottolinea la necessità di una leadership forte in materia di ambiente, capace di vedere le opportunità nel cambiamento e non solo le minacce.
“La vera sfida è quella di educare e formare le categorie imprenditoriali e i cittadini sulle potenzialità dell’economia circolare,” spiega Realacci. I programmi di sensibilizzazione e formazione giovanile sono essenziali per costruire una cultura sostenibile che possa continuare a prosperare anche in un panorama politico mutevole. Le politiche devono incentivare le pratiche circolari attraverso agevolazioni fiscali e sostegno a iniziative innovative.
Le assicurazioni per danni catastrofali e le nuove esigenze del mercato
Un altro aspetto cruciale affrontato da Realacci riguarda la sicurezza economica e le assicurazioni per danni catastrofali, sempre più richieste in un’epoca di cambiamenti climatici e eventi estremi. Le assicurazioni tradizionali non sempre sono pronte ad affrontare la realtà delle catastrofi ambientali, creando una lacuna nel mercato. Questo solleva interrogativi su come le assicurazioni stesse possano evolversi per rispondere a nuove esigenze.
L’integrazione tra economia circolare e strategie di gestione del rischio è fondamentale. Le aziende devono sviluppare modelli di business resilienti, capaci di adattarsi e prosperare anche di fronte a eventi imprevisti. Secondo Realacci, è necessario creare un legame stretto tra innovazione, protezione del patrimonio e resilienza economica. Solo così si potrà garantire un futuro prospero e sostenibile per le generazioni future, contribuendo al benessere del Paese e del pianeta.