L'Iran trasferisce la produzione di missili e droni nelle zone controllate dagli houthi in Yemen

L’Iran trasferisce la produzione di missili e droni nelle zone controllate dagli houthi in Yemen

L’Iran trasferisce la produzione di missili balistici e droni nelle zone controllate dagli Houthi in Yemen, aumentando i rischi per la sicurezza del Golfo e complicando gli sforzi di pace internazionali.
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L'Iran sta trasferendo la produzione di missili balistici e droni nelle zone controllate dagli Houthi in Yemen, aumentando i rischi per la sicurezza regionale e complicando la pace nel Golfo. - Gaeta.it

L’Iran sta spostando parte della sua produzione militare, in particolare missili balistici e droni, nelle aree controllate dagli Houthi in Yemen. A lanciare l’allarme è Moammar al-Eryani, ministro dell’informazione del governo yemenita riconosciuto a livello internazionale. Secondo il suo avviso, questo spostamento rappresenta un rischio non solo per la sicurezza dello Yemen ma per l’intera regione del Golfo e non solo.

La strategia iraniana per rafforzare la presenza militare nello Yemen

Le zone di Saada, Hajjah e le aree rurali intorno a Sana’a sono diventate il nuovo centro dove l’Iran sta trasferendo alcune attività legate alla fabbricazione e manutenzione di armamenti strategici. Il trasferimento include parti significative della produzione di missili balistici e sistemi aerei senza pilota, ormai una componente importante del conflitto in Yemen. Gli Houthi, schierati contro il governo riconosciuto internazionale, ricevono così supporto diretto in termini di tecnologia e materiali da Teheran.

Un laboratorio militare nel cuore dello Yemen

Moammar al-Eryani ha evidenziato che, diversamente dall’aspetto convenzionale della guerra interna yemenita, questa manovra iraniana mira a costruire una sorta di “laboratorio militare” dentro il paese, dove le armi proibite possano essere sviluppate e lanciate direttamente verso l’area del Golfo e oltre. Il fatto che le fabbriche si installino proprio nelle regioni sotto il controllo Houthi conferma una volontà chiara da parte dell’Iran di ampliare il proprio raggio di azione militare attraverso proxy sul territorio yemenita.

Implicazioni per la sicurezza regionale e il quadro internazionale

Secondo le dichiarazioni di al-Eryani, il trasferimento di questi sistemi d’arma vietati rischia di minare la stabilità non solo dello Yemen ma di tutta l’area circostante. L’uso di missili balistici lanciati da queste postazioni potrebbe influire sul clima di sicurezza nel Golfo, coinvolgendo paesi confinanti e influenzando anche gli interessi globali. Tra questi, l’economia mondiale e le forniture energetiche potrebbero subire conseguenze negative, compresi aumenti nei prezzi del petrolio e interruzioni nelle rotte commerciali.

Un avvertimento alla comunità internazionale

Il ministro yemenita sottolinea che la comunità internazionale non deve sottovalutare questi spostamenti e le attività crescenti in questa regione. Se l’indifferenza dovesse continuare, l’Iran riuscirebbe a stabilire basi militari permanenti e sofisticate, e ciò cambierebbe profondamente gli equilibri geopolitici. L’azione di Teheran verrebbe così a configurarsi non solo come sostegno a un movimento armato locale, ma come una strategia capace di compromettere gli sforzi di pace ancora in corso.

La risposta internazionale e le sfide per la pacificazione dello Yemen

Il governo yemenita riconosciuto a livello internazionale, con Moammar al-Eryani in prima linea, chiede agli attori globali di affrontare la minaccia iraniana piuttosto che ignorarla. Lo spostamento di industrie militari verso aree controllate dagli Houthi rappresenta un fattore che complica la soluzione politica per il paese, dilaniato da anni di guerra civile.

Difficoltà di monitoraggio e rischio di escalation

I meccanismi di monitoraggio internazionali potrebbero trovarsi in difficoltà davanti a questa nuova dinamica, vista la natura nascosta e militare delle operazioni iraniane. Inoltre, l’attività militare iraniana nello Yemen alimenta il rischio di escalation, con possibili ripercussioni non solo per la regione ma per l’equilibrio globale di potere, considerando l’importanza strategica dello stretto di Bab el-Mandeb.

A breve termine, la stabilità yemenita resta dunque appesa a un filo, sospesa tra scontri interni e ingerenze esterne. L’evoluzione di questa situazione sarà fondamentale da seguire sia per chi ha interessi nella regione sia per chi studia i nuovi scenari di conflitto internazionali.

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