L’inchiesta “Dolce Vita” è tornata a far parlare di sé con la notifica degli avvisi di chiusura delle indagini da parte dei Carabinieri del Comando provinciale di Avellino. La procura, sotto la guida del procuratore Domenico Airoma, ha messo sotto esame 26 indagati, a seguito degli eventi che hanno portato all’arresto dell’allora sindaco Gianluca Festa il 18 aprile scorso. Questo sviluppo segna una fase cruciale per la giustizia avellinese, con una potenziale ricaduta politica per la città .
Chi sono gli indagati e quali sono le accuse
Tra i 26 indagati coinvolti nell’inchiesta figurano nomi noti e politici locali, ma sorprendentemente non compare l’attuale sindaco di Avellino, Laura Nargi. La Nargi era stata in precedenza iscritta nel registro degli indagati affacciandosi su gravi accuse come associazione a delinquere e turbativa d’asta, ma ora sembra essere esclusa dall’attuale fase del procedimento. Gli indagati sono accusati di reati di corruzione e turbativa d’asta. Tuttavia, nel corso delle indagini, sono state escluse delle ipotesi di reato, in particolare quella di depistaggio e di falso, dopo che la Corte di Cassazione ha emesso due sentenze di annullamento senza rinvio, ridimensionando così l’impianto accusatorio.
Questa selettività nell’applicazione delle accuse ha creato un clima di incertezza e attesa sia tra i diretti interessati sia tra la popolazione. È chiaro che le responsabilità stesse degli indagati saranno adesso oggetto di un’analisi approfondita da parte della procura, che dovrà valutare in che misura ciascuno di loro possa aver contribuito alle presunti illeciti emersi.
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Prossimi passi nel processo di indagine
Secondo quanto stabilito dalle autorità , gli indagati avranno un termine di venti giorni per rendersi disponibili a colloqui con gli inquirenti e per presentare le proprie memorie difensive. Questo passaggio si configura come cruciale, poiché consentirà agli indagati di esporre la loro versione dei fatti, in quello che potrebbe diventare un vero e proprio battleground legale. L’atteggiamento che ognuno di loro deciderà di assumere in questa fase potrà influenzare notevolmente il prosieguo del procedimento.
Al termine di questa fase preliminare, la procura potrà formalizzare la richiesta di rinvio a giudizio per gli indagati, che verrà esaminata dal giudice dell’udienza preliminare. La decisione dell’udienza è attesa per la fine di gennaio, e il suo esito sarà determinante per il futuro giudiziario di ciascuno degli indagati coinvolti, ma anche per il panorama politico della città di Avellino.
Con i riflettori puntati sull’andamento delle indagini, resta da vedere quali sviluppi emergeranno e se questa vicenda avrà ripercussioni a livello amministrativo. La cittadinanza, intanto, rimane in attesa di chiarimenti su un’inchiesta che ha già scosso le fondamenta della governance locale.