La crescente integrazione dell’intelligenza artificiale e della sanità digitale sta trasformando il settore della salute. All’evento “Stati generali delle professioni della salute“, la presidente della Federazione Nazionale delle Professioni Sanitarie Tecniche, Teresa Calandra, ha sottolineato come queste tecnologie possano garantire prestazioni di qualità. Tuttavia, è essenziale un approccio strutturato che inizi dalla consolidazione della telemedicina, una pratica attesa da oltre vent’anni senza un adeguato riconoscimento normativo.
Telemedicina: un’opportunità ancora da cogliere
La telemedicina rappresenta una grande opportunità per modernizzare e rendere più accessibili i servizi sanitari. Nonostante i notevoli progressi tecnici, l’implementazione di questa pratica non ha ancora raggiunto il riconoscimento desiderato. Teresa Calandra ha evidenziato che l’efficacia della telemedicina deve essere valorizzata e integrata nelle strutture sanitarie esistenti. Questo richiede un investimento normativo e strutturale volto a garantire che i sistemi di telemedicina siano conformi agli standard di qualità richiesti e rassicurino i cittadini sull’affidabilità dei servizi.
Non solo la riduzione dei tempi di attesa e dei costi di trasporto, ma anche la possibilità di monitorare continuamente la salute dei pazienti, fa della telemedicina una risorsa preziosa. Però, affinché questa risorsa diventi una realtà diffusa, è necessario che le politiche sanitarie siano orientate verso un’integrazione efficace che vada al di là delle semplici dichiarazioni di intenti.
Disparità regionali nell’applicazione dell’intelligenza artificiale
Calandra ha anche avvertito dei rischi connessi all’applicazione non uniforme dell’intelligenza artificiale e della sanità digitale, che potrebbero accentuare già esistenti differenze tra le varie regioni e le diverse aziende sanitarie. L’adozione di tecnologie innovative deve essere guidata da una strategia nazionale unitaria che assicuri parità di trattamento e standard qualitativi omogenei. Altrimenti, si rischia di generare scene di disparità in cui alcune zone dell’Italia avanzano, mentre altre restano indietro.
Questo divario nei servizi può compromettere l’accesso alle cure per i cittadini, aggravando il già difficile panorama della salute pubblica. L’implementazione uniforme di IA e sanità digitale è cruciale per garantire che i benefici siano condivisi equamente da tutti, evitando che solo alcune regioni possano accedere a servizi avanzati, rendendo così iniqua la situazione assistenziale.
L’importanza della medicina territoriale e del Dm 77
Uno dei punti centrali del discorso di Calandra si concentra sulla necessità di un approccio più inclusivo alle professioni sanitarie. Sebbene il Decreto Ministeriale 77 parli di equipe multiprofessionale, la presidente sottolinea che attualmente si fa riferimento principalmente a due professioni, trascurando l’importanza delle altre figure professionali necessarie per garantire una copertura sanitaria adeguata sul territorio.
Il modello attuale potrebbe condurre a uno sviluppo della medicina territoriale che non risponda effettivamente ai bisogni dei cittadini. La necessità di un modello organizzativo che comprenda tutte le professioni sanitarie diventa quindi vitale per assicurare un’assistenza completa e centrata sulle esigenze dei pazienti. La speranza di Calandra è che i prossimi aggiornamenti normativi, incluso il Dm 77, possano finalmente riflettere la complessità e la varietà delle professioni che contribuiscono alla salute pubblica, garantendo così un modello più efficace e sostenibile per il futuro della sanità italiana.