Il rapporto ‘Pendolaria 2025‘ di Legambiente mette in luce le difficoltà del trasporto pubblico in Liguria. Nonostante alcuni aspetti positivi, la regione si è piazzata all’11° posto in Italia per quanto riguarda il rapporto tra investimenti e popolazione, investendo solo lo 0,38% del bilancio regionale. Questo dato solleva preoccupazioni sui servizi offerti e sulla sostenibilità dei trasporti in un’area fondamentale per la mobilità dei cittadini.
I dati del rapporto Pendolaria 2025
Nel report di Legambiente, che esamina in dettaglio le condizioni del trasporto pubblico in tutta Italia, emergono alcune informazioni significative riguardo alla Liguria. L’età media dei treni nella regione è relativamente positiva, con una media di 10,6 anni e solo il 9% dei convogli che supera i 15 anni di servizio. In aggiunta, Genova si distingue per il numero ridotto di auto per abitante, una tendenza che può essere attribuita sia all’alta diffusione dei motorini sia alla predisposizione dei cittadini ad utilizzare il servizio pubblico di trasporto. Questo potrebbe rappresentare un segnale del potenziale per migliorare ulteriormente il sistema di trasporti della città.
Tuttavia, questi dati positivi si scontrano con problematiche strutturali. Ad esempio, la tratta Savona-Ventimiglia rimane ancora a binario unico, una situazione critica considerando la sua importanza come collegamento con la Francia. Inoltre, il report sottolinea l’urgenza di mettere mano alla linea Voltri-Pietra Ligure per favorire un efficiente interscambio tra località e potenziare le connessioni verso Milano e Torino. Dettagli come il ripristino dei treni serali tra Savona e Genova, recentemente ridotti a quasi zero, sono questioni che richiedono attenzione.
Leggi anche:
Criticità nel sistema di trasporto genovese
Stefano Bigliazzi, presidente dell’associazione Liguria, ha evidenziato che Genova detiene due primati poco lusinghieri nel contesto europeo: è la città con la linea metropolitana più corta, solo 7 km, e una delle poche grandi metropoli con oltre 500 mila abitanti a non avere una linea tranviaria, fatta eccezione per Vilnius in Lituania. Tali aspetti pongono interrogativi sull’efficacia della pianificazione del trasporto pubblico nella città.
Inoltre, i progetti in atto per sostituire gli autobus con filobus sono stati criticati. Seppur sotto il profilo ambientale si tratti di un miglioramento, la scelta di percorsi che avrebbero potuto ospitare una linea tranviaria risulta discutibile. Questo lascia spazio a interrogativi sulle reali motivazioni della scelta, soprattutto dato che la cifra di investimento di circa 400 milioni per lo skymetro in Val Bisagno non appare giustificata di fronte all’abbandono di infrastrutture più utili e richieste dai cittadini.
Le prospettive future per il trasporto pubblico in Liguria
Il futuro del trasporto pubblico in Liguria appare incerto, e la crescita della popolazione nelle città richiede necessariamente un miglioramento dei servizi esistenti. La critica di Legambiente e la testimonianza di esperti locali non sono settoriali. Infatti, evidenziano un problema che tocca direttamente le vite quotidiane di quanti vivono e lavorano in regione. Sono necessarie decisioni incisive per rilanciare l’intero settore, anche in vista dello sviluppo economico e della mobilità sostenibile.
Purtroppo, mentre la Liguria mostra segni di entusiasmo legati a una maggiore attenzione verso l’ambiente, il rischio di una pianificazione che ignori i bisogni reali di mobilità è concreto. È fondamentale che le istituzioni locali e regionali ascoltino le richieste della cittadinanza e mettano in atto politiche di trasporto capaci di rispondere effettivamente alle necessità, contribuendo così a un futuro più sostenibile e accessibile.
Con il 2023 che avanza, la Liguria si trova di fronte a sfide significative, dalla modernizzazione delle infrastrutture all’ottimizzazione dei servizi, affinché la mobilità diventi un diritto garantito per tutti.