Leone XIV incontra i bambini del centro estivo Vaticano e i ragazzi ucraini per un messaggio di pace e accoglienza

Leone XIV incontra i bambini del centro estivo Vaticano e i ragazzi ucraini per un messaggio di pace e accoglienza

Oltre 600 bambini, tra cui 300 giovani ucraini ospitati dalla Caritas Italiana, si sono incontrati con papa Leone XIV in aula Paolo VI per promuovere fede, accoglienza e pace attraverso il dialogo e il gioco.
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Oltre 600 bambini, tra cui 300 giovani ucraini, hanno incontrato papa Leone XIV in Vaticano per un dialogo su fede, accoglienza e pace, nell’ambito dell’iniziativa "Estate Ragazzi in Vaticano" dedicata a superare pregiudizi e promuovere l’inclusione. - Gaeta.it

Oltre 600 bambini si sono riuniti il 3 luglio 2025 nell’aula Paolo VI in Vaticano, per incontrare papa Leone XIV. Tra loro c’erano i partecipanti all’Estate Ragazzi in Vaticano, insieme a un gruppo di 300 giovani ucraini ospitati dalla Caritas Italiana durante l’estate. L’incontro si è trasformato in un dialogo diretto, animato da domande concrete e risposte che hanno toccato temi come la fede, l’accoglienza e la costruzione della pace.

L’iniziativa estate ragazzi in vaticano per superare i pregiudizi

L’Estate Ragazzi in Vaticano, giunta alla sesta edizione, è un’iniziativa coordinata da don Franco Fontana, sacerdote salesiano, che trae ispirazione dagli oratori di san Giovanni Bosco. Quest’anno il tema scelto è “Tutt’Altro, quando l’Altro è tutto”, pensato per aiutare i bambini a rompere barriere e pregiudizi. Il progetto punta a ricreare un ambiente dove i piccoli possono giocare, parlare e confrontarsi senza timori, imparando a conoscere chi è diverso da loro.

Durante l’incontro in aula Paolo VI, papa Leone XIV ha preso parte a un dialogo spontaneo, rispondendo alle domande dei bambini, che rappresentavano diverse fasce d’età. Il Papa ha sottolineato come il gioco e il confronto siano strumenti fondamentali per ridurre distanze e creare legami. In un periodo segnato da divisioni sociali e culturali, iniziative come questa favoriscono il rispetto reciproco e la convivenza pacifica.

Il clima dell’incontro era quello di una comunità allargata, con i ragazzi ucraini inseriti grazie all’impegno della Caritas Italiana. La presenza di questi giovani, provenienti da una nazione colpita dalla guerra, ha arricchito il senso di condivisione e ha sottolineato l’importanza di costruire ponti tra culture diverse.

Fede e infanzia: le memorie di leone XIV tra messa e amicizia con gesù

Giulia, una delle bambine presenti, ha chiesto al Papa se andasse a messa da piccolo. Leone XIV ha ricordato la sua infanzia a Chicago, descrivendo come tutti gli anni trascorsi a partecipare alla messa domenicale siano stati fondamentali. Da circa sei anni d’età era anche chierichetto nella parrocchia, un ruolo che lo portava a servire la messa prima dell’inizio della scuola.

Il Papa ha raccontato come la messa venisse celebrata in latino, una lingua che i bambini dovevano imparare per poter seguire la liturgia, prima della sua traduzione in inglese. Ha spiegato che, nonostante la lingua cambiasse, l’essenziale era il senso di comunità e la possibilità di incontrare Gesù. La messa rappresentava per lui un’occasione per rafforzare l’amicizia con Cristo e stare vicino alla Chiesa fin da bambino, prima ancora di ricevere la Prima comunione.

Questi ricordi hanno mostrato un volto del Papa legato a gesti concreti vissuti nell’infanzia, sottolineando come la partecipazione attiva alla fede possa crescere con l’esperienza condivisa tra pari. L’attenzione al momento della messa ha avuto un valore che va al di là delle parole, come momento di incontro e di presenza.

Accogliere chi è diverso: il messaggio del papa ai bambini e giovani ucraini

Edoardo, un altro bambino, ha chiesto al Papa come i più piccoli possono accogliere chi è diverso da loro. Leone XIV ha iniziato l’intervento salutando in inglese i ragazzi ucraini, sottolineando quanto sia importante imparare a incontrarsi nonostante le differenze di lingua, cultura e origine.

Il Papa ha riconosciuto che l’Ucraina soffre molto a causa della guerra, un contesto che rende ancora più urgente costruire ponti tra popoli e culture. Ha invitato i bambini a superare i pregiudizi, a non concentrarsi sulle differenze ma a trovare opportunità per rispettarsi e diventare amici. Ha detto che a volte serve uno sforzo speciale perché le persone siamo portate a vedere l’altro come troppo diverso, ma ha rimarcato che proprio in questo contrasto nasce la possibilità di costruire legami autentici.

Con parole semplici, Leone XIV ha raccomandato di imparare a guardare all’altro come a un fratello o una sorella, riconoscendo l’umanità che unisce tutti, indipendentemente dal colore della pelle, dalla lingua o dalla provenienza. L’incontro, in questa prospettiva, diventa un’occasione per avvicinarsi e accogliere l’altro con rispetto, partendo da piccoli gesti quotidiani.

Pace e amicizia: papa leone XIV invita i bambini a costruire il futuro lontano dal conflitto

Damiano, l’ultimo a intervenire, ha chiesto cosa possono fare i bambini per contribuire alla pace, in particolare riguardo alla guerra in Ucraina. Il Papa ha risposto indicando che tutti, anche da piccoli, possono imparare a promuovere la pace evitando l’odio e la violenza.

Ha citato situazioni semplici, come il confronto tra bambini che può portare a gelosie o invidie per un gioco o un oggetto, ricordando che anche in questi piccoli momenti si possono coltivare sentimenti negativi o occasioni per costruire amicizia. Leone XIV ha incoraggiato a non lasciarsi guidare da rancori o differenze di lingua e cultura, ma a cercare modi per comunicare, condividere come un pezzo di pane o un sorriso.

Non è mancata la sottolineatura che essere figli di Dio significa riconoscere in ogni persona un fratello o una sorella con cui camminare insieme. Per questo motivo il Papa ha invitato tutti i bambini a diventare promotori di pace e amicizia, partendo dalle loro esperienze quotidiane e dalle relazioni con i compagni.

Il messaggio finale ha ribadito che la pace non è un’idea lontana, ma può nascere da gesti concreti e semplici. Anche chi è più piccolo può contribuire a questa costruzione, cogliendo le occasioni di incontro e solidarietà che ogni giorno si presentano davanti a lui.

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