L’emergenza sanitaria causata dalla pandemia di Covid-19 non ha solo stravolto la vita quotidiana, ma ha anche avuto ripercussioni significative sullo sviluppo cerebrale degli adolescenti. Un recente studio dell’università di Washington, pubblicato sulla rivista ‘Pnas‘, ha svelato che i lockdown hanno accelerato il processo di maturazione cerebrale, con un invecchiamento prematuro evidenziato in particolare tra le ragazze. La ricerca, finanziata dalla Bezos Family Foundation, fornisce informazioni preziose sugli effetti a lungo termine delle misure di contenimento.
L’impatto del lockdown sulla salute mentale dei teenager
La pandemia di Covid-19 è stata percepita principalmente come una crisi sanitaria globale, ma ha generato effetti collaterali che hanno colpito in modo particolare la salute mentale degli adolescenti. Patricia Kuhl, co-direttrice dell’UW Institute for Learning & Brain Sciences, dichiara che “gli adolescenti hanno subito pesanti conseguenze dalla chiusura di scuole e dal distanziamento sociale.” Questa interruzione della routine quotidiana ha portato a un aumento di ansia, depressione e stress, che ha colpito in modo più incisivo le ragazze. La ricerca ha rivelato che il lockdown ha generato effetti collaterali significativi su come i giovani interagiscono con il mondo, minando le loro relazioni sociali e il benessere psicologico.
Lo studio ha coinvolto 160 adolescenti di età compresa tra 9 e 17 anni, il cui sviluppo cerebrale era stato monitorato prima dell’inizio della pandemia. L’intenzione originale era di continuare il monitoraggio nel 2020, ma i test sono stati ritardati a causa delle restrizioni imposte dalla pandemia, modificando così gli obiettivi della ricerca. La valutazione avvenuta nel 2021 ha messo in luce un assottigliamento della corteccia cerebrale più pronunciato rispetto alle aspettative, suggerendo un impatto tangibile derivante dall’isolamento e dalle limitazioni sociali.
Differenze di genere nell’alterazione cerebrale
Un aspetto cruciale emerso dalla ricerca è che il fenomeno dell’assottigliamento cerebrale ha colpito in modo diverso i ragazzi e le ragazze. Le evidenze mostrano una riduzione più marcata dello spessore della corteccia cerebrale nelle ragazze, che ha interessato tutte le aree del cervello. Al contrario, nei maschi, l’assottigliamento era localizzato principalmente alla corteccia visiva. Secondo Neva Corrigan, autrice principale dello studio, tali differenze possono essere ricondotte a diversi modelli di interazione sociale tra i generi. “Le ragazze tendono a nutrire forti esigenze relazionali e a ricercare interazioni emotive più profonde, mentre i ragazzi si concentrano su attività fisiche.”
Stress, isolamento e mancanza di interazioni sociali sono fattori noti per accelerare il processo di assottigliamento corticale, esponendo gli individui a un maggiore rischio di sviluppare difficoltà neuropsichiatriche. Gli adolescenti vivono già pressioni significative dovute ai cambiamenti sociali e personali, e la pandemia ha amplificato queste tensioni, portando a domande serie sui rischi associati a questo invecchiamento accelerato.
Prospettive future e implicazioni per il recupero
Sebbene gli effetti dell’assottigliamento della corteccia cerebrale siano allarmanti, i ricercatori non possono ancora trarre conclusioni definitive sulla reversibilità di questo fenomeno. Kuhl prevede che, sebbene sia improbabile un ispessimento della corteccia cerebrale, “è fattibile un rallentamento dell’assottigliamento nel tempo con il ripristino di interazioni sociali sane e normali.”
Gli effetti a lungo termine di una corteccia cerebrale ridotta di spessore non sono ancora ben compresi, poiché la mancanza di dati sugli adolescenti rende difficile stabilire correlazioni chiare con la funzione cognitiva. Ulteriori studi saranno cruciali per approfondire questo argomento e per valutare come agire per supportare i teenager nel recupero dai traumi causati dalla pandemia. In questo contesto, la ricerca solleva interrogativi importanti sul significato di un’accelerazione del processo di invecchiamento cerebrale e sulle misure necessarie per mitigare i danni a lungo termine.