Il progetto di impianto idroelettrico di pompaggio dell’Enel, noto come “Pizzone II“, ha sollevato un acceso dibattito tra esperti, cittadini e associazioni ambientali. Nella conferenza stampa che si è tenuta a Isernia, il Coordinamento “No Pizzone II” ha formalizzato le proprie critiche e osservazioni, inoltrando un dettagliato dossier al Ministero dell’Ambiente. Con scadenza il 18 ottobre, l’informativa segue il deposito della procedura di Via del progetto proposto da Enel Green Power. Le preoccupazioni riguardano la sostenibilità non solo ambientale, ma anche sociale e normativa.
Criticità ambientali e normative
Durante l’incontro, il Coordinamento ha messo in luce diversi aspetti critici legati al progetto, affermando che se approvato potrebbe arrecare danni irreparabili a un ecosistema di inestimabile valore come il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise . Gli esperti hanno spiegato che l’impianto viola numerose normative italiane ed europee in materia di tutela ambientale, compromettendo quindi la biodiversità, la sicurezza per gestione geologica e idrica, e il benessere delle comunità locali.
Uno dei punti salienti delle osservazioni riguarda le disposizioni del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza , che stabilisce come nessun intervento debba arrecare danno significativo all’ambiente. Inoltre, i laghi interessati dall’installazione non sono identificabili come idonei a impianti per fonti rinnovabili. Le caratteristiche geologiche e idrogeologiche dell’area, peraltro a rischio sismico, pongono domande serie sulle interferenze che i lavori potrebbero avere con le acque sotterranee. Il rischio è elevato, e il potenziale compromesso per la qualità dell’acqua del Lago di Montagna Spaccata, attualmente utilizzata per scopi idropotabili dal Comune di Alfedena, è una preoccupazione centrale.
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Impatti sulla fauna locale e sulla comunità
Un altro aspetto preoccupante sollevato dal Coordinamento “No Pizzone II” riguarda l’impatto del progetto sulla fauna selvatica, in particolare sulla popolazione di orso bruno marsicano, i cui esemplari si stima siano circa 51. L’intensa attività di cantiere e il rumore dei macchinari potrebbero disturbare significativamente gli habitat essenziali per questo animale. La maggiore movimentazione veicolare e il traffico conseguente rappresentano un pericolo ulteriore, considerando che le strade sono una delle principali cause di mortalità per questa specie protetta. La denuncia di queste problematiche è stata ribadita da molteplici associazioni, che chiedono il blocco del progetto in nome della conservazione della fauna locale.
Il Coordinamento ha anche evidenziato come il progetto minacci l’equilibrio delle attività turistiche già in essere, così come quelle in fase di sviluppo. Un’area che già fronteggia fragilità economiche e sociali si vedrebbe sottoposta a un ulteriore stress, pregiudicando la sua capacità di far fronte al futuro. I promotori del progetto, secondo il Coordinamento, sembrerebbero mettere in pericolo il turismo sostenibile, a favore di una visione di sfruttamento intensivo delle risorse naturali.
L’opposizione della comunità e le manifestazioni di sostegno
Il clamore intorno al progetto è ben evidenziato dall’enorme numero di oppositori che si sono mobilitati. Ad oggi, il Coordinamento ha raccolto ben 69 osservazioni ufficiali e 6 pareri formali, esprimendo una netta contrarietà rispetto al progetto “Pizzone II”. Molti di questi documenti riportano critiche severe sulla sostenibilità e sulla sicurezza del progetto, sottolineando la sua incompatibilità con la conservazione dell’ambiente. Anche enti e associazioni, come il WWF Italia, hanno manifestato il loro disappunto, evidenziando l’interesse generale per il mantenimento di un ecosistema fragile e prezioso.
L’attuale clima di mobilitazione non si limita solo a figure istituzionali; centinaia, se non addirittura migliaia di cittadini hanno espresso il loro desiderio di proteggere il proprio territorio. Attraverso manifestazioni e petizioni, la popolazione ha dimostrato un forte attaccamento alla propria realtà locale, facendo sapere che intendono difendere il patrimonio naturale e culturale dell’area da progetti che potrebbero comprometterlo.
L’onda di pareri negativi e la partecipazione attiva dei cittadini mostrano un chiaro messaggio: la comunità è pronta a combattere per la salvaguardia dell’ambiente e della biodiversità, opponendosi a ciò che percepisce come un attacco al futuro delle generazioni a venire.