Il futuro delle politiche culturali nell’Unione Europea è al centro del dibattito politico mentre gli eurodeputati si preparano a votare per la presidenza delle commissioni parlamentari. Il gruppo guidato da Jordan Bardella, il Rassemblement National , sta cercando di conquistare la guida della commissione Cultura e Istruzione. Questa manovra potrebbe avere conseguenze significative su come vengono gestiti e sviluppati i programmi culturali in Europa, portando alla luce le tensioni tra visioni politiche diverse e gli obiettivi di integrazione culturale nell’Unione.
Significato della commissione Cultura
Competenze e responsabilità
La commissione Cultura del Parlamento europeo riveste un ruolo cruciale nella supervisione di politici e finanziamenti legati all’istruzione e alla cultura. Tra le sue competenze principali ci sono la gestione dei programmi Erasmus, un’iniziativa fondamentale per la mobilità degli studenti in Europa, e la legislazione relativa ai media e all’audiovisivo. Queste responsabilità si estendono alla valutazione del bilancio di programmi come Europa Creativa, che sostiene progetti culturali e artistici.
Inoltre, la commissione è attivamente coinvolta in iniziative di sensibilizzazione, come la designazione della Capitale Europea della Cultura e il prestigioso Premio Lux, riconoscimento cinematografico europeo. Con una funzione tanto centrale, il controllo della commissione Cultura è una questione di grande importanza per tutti gli Stati membri dell’Unione, anche perché questi programmi mirano a promuovere un’identità culturale europea condivisa, sta quindi diventando un terreno di battaglia ideologico e politico.
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Le preoccupazioni delle ONG
Il Forum europeo della gioventù, un’organizzazione non governativa che rappresenta i giovani in Europa, ha espresso preoccupazione riguardo a questa candidatura, sostenendo che la tutela di programmi fondamentali per l’interculturalità e la coesione sociale non dovrebbe essere nelle mani di forze politiche considerate euroscettiche. La paura è che un’eventuale presa di potere da parte del Rassemblement National possa portare a una revisione delle politiche culturali che, secondo l’ONG, sono “troppo importanti” per essere subordinate a narrazioni anti-europee.
Potere e influenza del presidente della commissione Cultura
Ruolo essenziale nella governance europea
Il presidente della commissione Cultura ha un’enorme influenza, non solo per l’organizzazione interna, ma anche per il suo ruolo di rappresentanza. Questa figura è incaricata di gestire le riunioni, definire l’ordine del giorno e determinare le modalità di discussione sui vari temi. Inoltre, decide sulla trasmissione in diretta dei dibattiti e sul grado di accesso per i media, rendendo questa carica una vera e propria interfaccia tra il Parlamento e il pubblico.
Essere presidente significa anche avere un posto di rilievo nella Conferenza dei presidenti di commissione, dove si coordinano le attività delle varie commissioni parlamentari, un aspetto fondamentale per garantire coerenza e collaborazione tra i vari settori. Una leadership di un partito euroscettico, come il Rassemblement National, potrebbe quindi mettere in discussione l’equilibrio di poteri e avviare un dibattito più acceso su questioni fondamentali per l’Europa.
Impatti tangibili sulle politiche culturali
Il presidente della commissione ha la responsabilità di dare priorità a certi dossier, decidendo quali debbano ricevere attenzione e risorse. Con un Rassemblement National al timone, ci sono timori concreti che le politiche a favore della libertà di espressione e dei diritti dei media, così come quelle di promozione dell’inclusione culturale, possano essere messe in discussione. In un contesto di crescente nazionalismo e protezionismo in tutta Europa, l’impatto di una tale scelta potrebbe essere quindi significativo, con ripercussioni sui diritti civili e la libertà di stampa.
Prospettive sui dossier prioritari del prossimo mandato
Dossier chiave in discussione
Uno dei principali dossier che la commissione si troverà ad affrontare è l’European Media Freedom Act, una proposta che mira a garantire la trasparenza e l’indipendenza dei media in Europa. Questo documento si fonda sul principio che una stampa libera e indipendente è essenziale per una democrazia sana. La preoccupazione è che una leadership del Rassemblement National potrebbe compromettere la realizzazione di questi principi fondamentali, influenzando negativamente la qualità dell’informazione e la libertà di espressione.
In aggiunta, vi è una revisione della Direttiva sui servizi di media audiovisivi dell’UE , che cerca di regolamentare i contenuti trasmessi, specialmente quelli considerati potenzialmente dannosi per i minori. Altro tema di discussione sarà la revisione del bilancio di Erasmus+, le iniziative per il Premio Lux e relazioni di carattere più generale riguardanti l’istruzione e l’identità culturale degli europei.
Un’alleanza per il futuro
Sebbene vi sia una possibilità che il Rassemblement National possa ottenere la presidenza della commissione, fonti parlamentari stimano che ciò sarebbe improbabile date le attuali alleanze di forze pro-europee, come Verdi, S&D, Renew e PPE, che detengono la maggioranza. Queste forze potrebbero unire le forze per evitare che i Patrioti abbiano un impatto diretto sulla commissione, ripristinando così un equilibrio più favorevole per gli obiettivi di integrazione e cooperazione culturale in Europa.
Le prossime settimane saranno decisive per il futuro della commissione Cultura e per le politiche che l’Unione Europea adotterà in questo settore, sfumature che saranno seguite con attenzione da tutte le parti interessate.