Una nuova interpretazione delle strutture cosmiche suggerisce che la nostra galassia potrebbe trovarsi al centro di una vasta regione vuota nello spazio. Questo fenomeno sembra coincidere con la presenza di onde sonore “fossilizzate” nella distribuzione delle galassie, offrendo un possibile indizio per spiegare la differenza tra le varie misurazioni dell’espansione dell’universo.
I diversi valori della costante di hubble
La costante di Hubble misura il tasso con cui l’universo si espande, ma fino ad oggi le diverse tecniche di osservazione hanno prodotto risultati divergenti. Da una parte, le analisi basate sulla radiazione cosmica di fondo, cioè il segnale residuo del Big Bang, indicano un valore intorno ai 67 chilometri al secondo per megaparsec. Questo dato si ottiene osservando le oscillazioni acustiche nei barioni, particelle fondamentali dell’universo primordiale.
Metodi osservativi e valori
Dall’altra, metodi basati su oggetti più vicini a noi, come le supernove di tipo Ia e le stelle variabili Cefeidi, mostrano un tasso di espansione più elevato, circa 73 chilometri al secondo per megaparsec. Questa differenza, nota come la “tensione di Hubble”, rappresenta una delle sfide più importanti in cosmologia, poiché implica una possibile incomprensione dei fenomeni alla base della dinamica dell’universo.
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La teoria del vuoto cosmico intorno alla via lattea
Il cosmologo Indranil Banik dell’università di Portsmouth ha proposto una spiegazione che si concentra sulla posizione della via lattea nello spazio. Secondo lui, la nostra galassia sarebbe situata dentro un’enorme bolla poco densa, un vuoto cosmico dove la materia si concentra meno rispetto al resto dell’universo.
In questo contesto, la gravità attirerebbe la materia verso le regioni più dense fuori dal vuoto, causando un lento svuotamento di questa bolla e una accelerazione apparente degli oggetti che si allontanano da noi. Questo fenomeno farebbe sembrare che nell’intorno della via lattea il tasso di espansione sia superiore rispetto al valore medio globale.
Ruolo della gravità e degli effetti locali
“La presenza di questa bolla poco densa potrebbe spiegare perché le misurazioni locali indicano un’espansione più veloce,” commenta Banik, sottolineando l’importanza di considerare le strutture cosmiche su larga scala nelle analisi cosmologiche.
Caratteristiche e dimensioni del vuoto attorno alla via lattea
La materia nell’universo non si distribuisce in modo uniforme ma si raggruppa formando galassie, ammassi e vuoti. I dati raccolti finora indicano che la via lattea potrebbe essere immersa in una regione che misura circa 2 miliardi di anni luce di diametro.
Questa bolla sarebbe circa il 20% meno densa rispetto all’universo medio e potrebbe influenzare le misurazioni locali della velocità di espansione. Questi parametri permetterebbero di ridurre significativamente la discrepanza tra le diverse misurazioni della costante di Hubble, portandola da una differenza statistica di 3,3 sigma a un intervallo tra 1,1 e 1,4 sigma.
Necessità di ulteriori studi
Gli scienziati sottolineano però che sono necessari esami più approfonditi per confermare questa ipotesi. Resta quindi aperta la possibilità che questo vuoto sia in parte responsabile della tensione di Hubble, offrendo nuove prospettive sul funzionamento dell’universo e sulle sue caratteristiche locali.