Le competenze degli adulti in Italia: i dati sconfortanti dell'indagine Ocse

Le competenze degli adulti in Italia: i dati sconfortanti dell’indagine Ocse

L’indagine Ocse del 2022-23 evidenzia che gli adulti italiani mostrano competenze inferiori alla media internazionale in literacy, numeracy e problem solving, con un urgente bisogno di riforme educative efficaci.
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Le competenze degli adulti in Italia: i dati sconfortanti dell'indagine Ocse - Gaeta.it

Il dibattito sulle competenze degli adulti in Italia non accenna a placarsi, anzi, i numeri rivelano una situazione che dal 2011-12 non ha mostrato segnali di miglioramento. Un’indagine dell’Ocse, effettuata nel 2022-23 in 31 paesi, mette in luce una realtà preoccupante: gli adulti italiani, nella fascia d’età compresa tra i 16 e i 65 anni, si collocano sensibilmente al di sotto della media degli altri paesi. Le riforme scolastiche e il ricambio di forza lavoro sembrano non bastare a colmare questo gap.

Italia al di sotto della media Ocse

I dati evidenziano una realtà poco confortante, con gli adulti italiani che ottengono punteggi nettamente inferiori alla media Ocse in tre ambiti fondamentali: literacy, numeracy e problem solving. I risultati sono emblematici: per quanto riguarda la literacy, gli italiani totalizzano in media 245 punti, per la numeracy il punteggio è di 244, mentre per il problem solving adattivo si scende a 231. Questi risultati pongono l’Italia in una posizione di svantaggio rispetto a nazioni con livelli di istruzione e formazione più avanzati.

Questo contesto mostra come le molteplici riforme, spesso criticate e controverse, non abbiano prodotto effetti tangibili nel breve termine. Elementi come la didattica innovativa, il potenziamento dell’istruzione tecnica e professionale, e la digitalizzazione dell’insegnamento non sono stati sufficienti a migliorare le competenze medie della popolazione adulta.

Ridotta competenza letteraria

I risultati appaiono ancor più critici se si esamina la categoria della literacy. Infatti, il 35% degli adulti italiani ha ricevuto un punteggio pari o inferiore al livello 1, contrapposto a una media Ocse del 26%. Questo livello indica una scarsa capacità di comprensione dei testi. Gli individui che si collocano in questa fascia riescono a leggere testi brevi e ad elaborare informazioni presentate in modo chiaro. Al contrario, gli individui che non raggiungono nemmeno il livello 1 possono interpretare soltanto frasi molto semplici.

Solo il 5% della popolazione adulta italiana ha raggiunto punteggi di livello 4 o 5, considerati “high performer” secondo le classificazioni Ocse. Questi individui sono in grado di gestire testi complessi, comprendere significati impliciti, e utilizzare abilità pregresse per completare compiti più articolati. I numeri parlano chiaro: c’è una necessità urgente di potenziare le competenze letterarie, promuovendo iniziative di alfabetizzazione e corsi di formazione specializzati.

Bassa competenza matematica

Gli stessi segnali allarmanti si possono osservare anche nel campo della numeracy. Qui, il 35% degli adulti italiani ha ottenuto punteggi al di sotto del livello 1, a fronte di una media Ocse del 25%. Coloro che si trovano a questo livello riescono a eseguire solo calcoli elementari con numeri interi o denaro, incontrando difficoltà in problemi che richiedono più passaggi complessi. Questi risultati evidenziano una conoscenza matematica limitata, che impedisce agli individui di risolvere anche semplici equazioni o di interpretare situazioni di vita quotidiana.

In Italia, il numero di “high performer” nel campo della numeracy è solo il 6%, mentre la media Ocse raggiunge il 14%. Ciò implica che le abilità matematiche fondamentali non sono sufficientemente consolidate, suggerendo la necessità di un intervento a lungo termine che possa affrontare questa carenza di competenze, attraverso forme di didattica attive e coinvolgenti che puntino a migliorare l’apprendimento della matematica.

Indietro nel problem solving

Un ulteriore aspetto che solleva preoccupazioni è il problema del problem solving adattivo. Qui, il 46% degli adulti italiani ha ottenuto un punteggio pari o inferiore al livello 1, critica contro una media Ocse del 29%. Gli individui a questo livello sono capaci di affrontare solo problemi semplici, privi di variabili complesse. Solo un esiguo 1% riesce a padroneggiare situazioni che richiedono una comprensione e una analisi più profonda.

Questa situazione è indicativa di un deficit significativo nelle capacità di problem solving, essenziale in un mondo sempre più complesso e in rapido mutamento. La necessità di sviluppare competenze critiche e analitiche assume quindi un ruolo fondamentale, richiedendo un ripensamento dei metodi di insegnamento e delle pratiche formative, affinché le nuove generazioni possano affrontare con competenza le sfide del mercato del lavoro contemporaneo.

I dati dell’indagine Ocse offrono uno spaccato chiaro e preoccupante della situazione. Se non si interviene immediatamente e in modo coordinato, l’Italia rischia di trovarsi sempre più in difficoltà, con un’istruzione che non riesce a rispondere in modo adeguato alle esigenze moderne.

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