Le artiste dimenticate di Maldoror: una mostra che celebra la creatività al femminile

Le artiste dimenticate di Maldoror: una mostra che celebra la creatività al femminile

La Libreria Galleria Maldoror, fulcro culturale degli anni Settanta a Roma, ospita la mostra “Le ragazze di Maldoror”, celebrando il talento femminile e l’esplorazione dell’identità attraverso l’arte.
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Le artiste dimenticate di Maldoror: una mostra che celebra la creatività al femminile - Gaeta.it

Situata tra Via di Parione e Via della Fossa, a pochi passi da Piazza Navona, si trova una delle librerie più iconiche di Roma: la Libreria Galleria Maldoror. Negli anni Settanta, questo spazio ha rappresentato un crocevia culturale vibrante, un laboratorio in cui il Futurismo e autori come Alberto Savinio venivano introdotti al pubblico in un’epoca di grande fermento. Oltre a libri e dibattiti, la libreria ha ospitato eventi e mostre che hanno attirato una comunità intellettuale affascinata dai temi provocatori e dalle immagini audaci.

Un laboratorio culturale degli anni Settanta

Giuseppe Casetti e Paolo Missigoi sono stati i pionieri di questo luogo straordinario, grazie alla loro capacità di attrarre artisti, scrittori e intellettuali di ogni genere. La libreria non era solo un punto vendita di testi, ma uno spazio in cui si viveva un’intensa attività artistica e sociale. Mentre i titoli di autori come Zolla, Louis Ferdinand Celine, Nietzsche e De Sade riempivano gli scaffali, si svolgevano incontri che abbracciavano vari aspetti della cultura, dalle sperimentazioni artistiche alle polemiche senza fine. I muri della libreria hanno testimoniato l’incontro di menti brillanti, creando un’atmosfera di scambio intellettuale in un contesto di disillusione culturale.

Le opere esposte non erano solo manifestazioni artistiche, ma riflettevano un’epoca caratterizzata da ideologie controverse e ricerca identitaria. Questo periodo storico ha portato a una vera e propria rivitalizzazione dell’arte, accogliendo stili e temi diversificati che si sono fusi in un’unica visione. L’arte si distingue per la sua capacità di cogliere e raccontare l’epoca in cui è concepita, e la Libreria Galleria Maldoror ha avuto un ruolo cruciale in questo racconto.

La mostra ‘Le ragazze di Maldoror’

Fino al 3 marzo, la Libreria-Galleria Museo del Louvre Roma ospita una mostra dedicata alle artiste che hanno esposto nelle sale di Maldoror. ‘Le ragazze di Maldoror: Edith Schloss, Francesca Woodman, Sabina Mirri, Monica Albasini Casetti e Cati Laporte’ è un evento che celebra il talento femminile in un contesto storicamente dominato da figure maschili. Ogni artista presenta opere che, pur appartenendo a stili e tecniche diverse, condividono un carattere comune: l’esplorazione dell’identità e della solitudine.

Edith Schloss, un’artista americana che giunse a Roma negli anni cinquanta, ha portato con sé una visione innovativa, avvicinandosi a nomi prestigiosi come Cy Twombly e Mark Rothko. Le sue opere riflettono un’intensa ricerca interiore e un forte senso di appartenenza al contesto romano. Oltre a Schloss, la mostra presenta le opere di Monica Albasini Casetti, che ha utilizzato silhouette nere e inchiostri per evocare immagini di ombre umane, creando un profondo senso di dialogo tra luce e buio.

Cati Laporte, un’altra protagonista dell’esposizione, ha connotato il suo lavoro attraverso l’obiettivo, intenti a catturare suore dai diversi ordinamenti religiosi. Le sue fotografie rivelano l’attenzione ai dettagli e la curiosità verso le dinamiche umane, ma anche le singole storie di vita.

L’eredità di Francesca Woodman e Sabina Mirri

Francesca Woodman è forse la più conosciuta tra le artiste presentate. Morta prematuramente a soli 22 anni, il suo percorso artistico ha lasciato un segno indelebile nella fotografia contemporanea. La sua prima mostra presso Maldoror nel 1978 è stata un’esperienza fondamentale per lei e ha contribuito a dare visibilità a un talento che sarebbe diventato iconico. Woodman ha catturato immagini potenti, come quelle del suo corpo nudo in spazi intimi e storici, riflettendo la propria solitudine e vulnerabilità.

Sabina Mirri, anch’essa parte della rassegna, si è distinta per il suo approccio alla Transavanguardia, creando opere che mescolano collage e inchiostro, invitando a una riflessione sui generi e sulle percezioni. Le sue scatole e assemblaggi evocano un mondo fantastico, ricco di allusioni letterarie e visive che sfidano le convenzioni artistiche del tempo.

La mostra ‘Le ragazze di Maldoror’ non è solo un omaggio a queste artiste, ma rappresenta anche un’importante opportunità per riconsiderare il contributo femminile in un periodo che, spesso, tende a dimenticare le donne nel panorama artistico. L’evento si presenta quindi come un richiamo alla memoria e un’analisi critico-culturale di opere che hanno fatto la storia dell’arte romana e non solo.

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