Maurizio Bait, noto scrittore e giornalista, ha recentemente pubblicato “Alpi d’Oriente. Storie di uomini, donne, animali e foreste“, un’opera che esplora la profonda connessione tra l’uomo e la montagna, in particolare nell’area friulana che va da Valbruna a Jof Fuart. Questo libro invita i lettori a scoprire non solo il paesaggio mozzafiato delle Alpi Giulie, ma anche le storie e le tradizioni che lo animano. Con un approccio narrativo che combina elementi storici e culturali, Bait offre una riflessione unica sulla natura e sull’alpinismo.
Un cammino tra le vette e l’anima della montagna
Bait sottolinea la molteplicità di percorsi e esperienze possibili in montagna, indicando che non esiste una sola via per raggiungere le cime. Citando il pensiero di Julius Kugy, un alpinista e scrittore del ventesimo secolo, il libro mette in evidenza l’essenza spirituale dell’escursionismo. La montagna non è solo una sfida fisica, ma un’opportunità per esplorare e comprendere se stessi, un concetto che si intreccia con le tradizioni alpinistiche e la saggezza dei temporanei abitanti delle malghe. Bait invita a guardare oltre il piano fisico, a cercare “l’anima” della montagna, un messaggio che risuona attraverso le varie narrazioni raccolte nel libro.
Il racconto di Bait si snoda attraverso una pletora di storie di alpinisti, conoscitori della natura e protagonisti di epoche diverse, legando esperienze personali a un contesto più ampio. La presenza di riferimenti a figure storiche e culturali come Hermann Hesse, Eraclito e il fisico Heisenberg arricchisce la narrazione, facendola vibrare di significati più profondi. Attraverso questo viaggio, il lettore viene accompagnato in un’esplorazione viscerale delle bellezze naturali e delle lotte umane, creando un legame emotivo con il territorio.
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Storie di coraggio e sopravvivenza nell’alpinismo
Il libro affronta anche gli aspetti meno romantici dell’alpinismo, come le dure realtà vissute dai primi esploratori e bracconieri. Bait racconta di come le persone del posto si avventuravano sulle montagne per necessità, cacciando per poter sfamare le proprie famiglie. Con il passare degli anni, il panorama dell’alpinismo cambiò radicalmente con l’arrivo di turisti e scalatori benestanti. Questi ultimi segnarono un punto di svolta nella comunità locale, trasformando le tradizionali pratiche di sopravvivenza in attività turistiche.
Le storie dei locali che, da cacciatori, si trasformarono in guide alpine, rivelano una dimensione umana e pratica dell’impresa di scalare le vette. I residenti, inizialmente mossi dalla necessità, iniziarono a costruire legami con i visitatori, creando un gioco di sfide in cui chi arrivava per primo in vetta lasciava tracce che altri cercavano di eguagliare. Questo atteggiamento storico riflette una comunità sempre in evoluzione, tra tradizione e innovazione.
La flora, la fauna e la cultura delle Alpi
Un aspetto distintivo del libro è l’attenzione di Bait per il mondo naturale che circonda le Alpi d’Oriente. Le pagine offrono uno sguardo alla flora e fauna locali, insegnando ai lettori a identificare gli alberi e le creature che abitano questi luoghi remoti. La descrizione dei larici, alberi straordinari che possono vivere fino a ottomila anni, rappresenta solo un esempio del ricco patrimonio botanico e faunistico che caratterizza questa area.
Durante le sue escursioni notturne, Bait condivide esperienze suggestive, descrivendo le foreste come luoghi da esplorare non solo fisicamente, ma anche attraverso i suoni e gli odori che le definiscono. Racconta di un incontro quasi mitologico con un uomo misterioso nel mezzo di una tormenta, con una narrazione che trasmette l’imprevedibilità e l’incanto della vita montana. Ogni episodio è un tassello che completta un quadro affascinante, dove la cultura locale e la natura coesistono in una danza perpetua, rivelando l’essenza stessa dell’alpinismo e la profonda connessione tra l’uomo e l’ambiente.