La Flc-Cgil ha proclamato uno sciopero delle scuole, delle università e della ricerca in segno di protesta contro le recenti misure adottate dal governo guidato da Giorgia Meloni. Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista, ha espresso preoccupazione per le conseguenze che queste decisioni potrebbero avere sul settore dell’istruzione e della formazione artistica e musicale. Il suo appello è chiaro: è necessario prestare attenzione al messaggio lanciato da questa mobilitazione.
L’impatto dei tagli sulla scuola e sull’istruzione superiore
Nel suo intervento, Acerbo mette in evidenza le gravissime conseguenze dei tagli previsti dalla manovra del governo Meloni, sottolineando come queste misure possano portare a un vero e proprio “colpo mortale” per il sistema educativo italiano. I numeri sono allarmanti: si prevede la riduzione di 5.660 docenti e 2.174 membri del personale amministrativo, tecnico e ausiliario . Questa situazione si inserisce in un contesto già difficile, in cui il precariato nel settore rappresenta circa un quarto del personale totale.
Le innovazioni che si profilano con l’introduzione dell’autonomia differenziata rischiano di compromettere ulteriormente l’unità del sistema scolastico nazionale, rappresentando un passo indietro nella missione della scuola pubblica italiana, intesa come strumento di coesione e sviluppo culturale. In un paese che lotta con l’alto tasso di abbandono scolastico, l’urgenza di investire nell’istruzione diventa un imperativo, non un’opzione.
Critica alla gestione delle risorse e all’emigrazione dei giovani
Acerbo non si ferma solo alla scuola. Il settore universitario e quello della ricerca sono anch’essi nel mirino delle misure di austerità del governo. Queste politiche si applicano in un contesto in cui l’Italia già registra uno dei tassi più bassi di laureati in Europa. Ancora più preoccupante è il fenomeno dell’emigrazione giovanile, una realtà che sottrae al paese importanti risorse umane e intellettuali.
Il leader della Rifondazione Comunista mette in evidenza come, di fronte a questi problemi, il governo non stia destinando fondi sufficienti per il rinnovo dei contratti, nonostante il potere d’acquisto degli stipendi sia calato del 18% a causa dell’attuale inflazione. Tali decisioni sollevano interrogativi sulla direzione in cui il paese sta andando e sul valore che viene attribuito al sapere e alla formazione.
Verso lo sciopero generale del 29 novembre
La giornata di mobilitazione rappresenta un primo passo verso uno sciopero generale previsto per il 29 novembre. Secondo Acerbo, la Costituzione italiana dovrebbe delineare una via chiara: maggiori tassazioni per i ricchi e una riduzione delle spese militari a favore di investimenti su scuola, università e ricerca. L’appello è alla mobilitazione collettiva per far sentire le istanze di chi opera nel settore educativo e per difendere i diritti non solo degli insegnanti, ma anche degli studenti.
Il quadro disegnato da Acerbo è di una nazione in cui l’impegno per l’istruzione dovrebbe rappresentare una priorità per il futuro. La Scuola della Repubblica ha il compito di formare le generazioni che verranno e, in questo momento di crisi, gli interventi del governo appaiono inadeguati e persino dannosi. Il suo invito è quindi chiaro: è fondamentale ascoltare e raccogliere l’allarme lanciato da questa protesta, per evitare un ulteriore decadimento del sistema educativo.
Ultimo aggiornamento il 31 Ottobre 2024 da Sofia Greco