L’Aquila accoglie un importante ritorno nel panorama culturale abruzzese: l’Accademia dei Fortunati, che risorge dopo 468 anni di inattività. Fondata nel 1566, questa istituzione è la prima accademia registrata della regione, voluta dal vescovo João d’Acunha con finalità teatrali. La nuova fase dell’Accademia, formalmente avviata il 14 ottobre scorso, rappresenta un’importante opportunità per la valorizzazione delle arti performative e per lo sviluppo culturale della città e del territorio abruzzese.
La storicità dell’Accademia dei Fortunati
L’Accademia dei Fortunati ha una lunga e illustre storia che risale al XVI secolo. Essa è citata come la prima accademia dell’Abruzzo e si dedicava, secondo lo statuto originario, alla produzione e promozione di spettacoli teatrali. Tra le opere più emblematiche del suo repertorio si annovera “Il Frappa” di Massimo Cammello, un testo che potrebbe rappresentare la prima attestazione della Commedia dell’Arte nella regione. Il prestigio dell’Accademia po’ anche attribuirsi a Salvatore Massonio, una figura chiave del periodo, noto non solo come medico ma anche come umanista e scrittore. Le fondazioni di tali istituzioni, in un’epoca di intensa attività culturale, hanno contribuito alla formazione di un’identità artistica distintiva per la città di L’Aquila e l’intera regione.
La rinascita odierna, perciò, non è solo un evento culturale, ma un’importante riappropriazione di una parte della storia collettiva aquilana, una memoria storica che riaffiora per ispirare e guidare le generazioni future. L’Accademia dei Fortunati si presenta come un organismo attivo e propositivo, capace di rinnovarsi e di incentivare la comunità locale nella valorizzazione delle tradizioni artistiche e culturali.
Fondazione della nuova Accademia: membri e obiettivi
Il nuovo capitolo dell’Accademia dei Fortunati è stato formalmente aperto con un atto notarile redatto dalla notaia Luisa Rizzo. Attraverso il lavoro sinergico di diversi professionisti, l’Accademia Medica della provincia dell’Aquila ha dato nuova vita a questa storica istituzione. I fondatori, tra cui il dott. Ettore Martini, il prof. Franco Marinangeli e il dott. Pieremidio Bianchi, hanno delineato obiettivi chiari e ambiziosi per l’Accademia moderna.
Questa nuova entità si propone di promuovere e tutelare il patrimonio artistico e culturale, con particolare attenzione alla sensibilizzazione verso le arti performative. Tra le strategie adottate rientrano l’organizzazione di seminari, convegni e la pubblicazione di materiali informativi che possano non solo arricchire il dibattito culturale, ma anche attrarre un pubblico più vasto, contribuendo così a creare un legame più forte tra la comunità e le sue tradizioni artistiche.
Un altro obiettivo fondamentale dell’accademia è quello di sviluppare collaborazioni con istituzioni culturali, non solo locali ma anche internazionali, creando una rete di scambi e interazioni che possa arricchire l’offerta culturale di L’Aquila e portare a nuovi progetti e iniziative.
Un legame con la storia e il futuro della cultura aquilana
Una figura di indiscutibile importanza per il legame storico tra l’Accademia dei Fortunati e l’Accademia Medica è senza dubbio Salvatore Massonio. La sua eredità culturale vive oggi attraverso l’azione del rinnovato ente, il cui logo è stato ideato dal prof. Antonello Santarelli, usando fonti storiche a testimonianza del desiderio di collegare il passato con il presente.
Le parole del prof. Franco Marinangeli risuonano come un forte richiamo alla comunità aquilana e ai suoi eventi culturali. Con il recupero dell’Accademia dei Fortunati, L’Aquila riacquista simbolicamente un tassello fondamentale della sua storia artistica, ripristinando un’istituzione che ha segnato e modellato la cultura della città nei secoli.
Esperti come il prof. Francesco Zimei, attualmente all’Università di Trento, hanno espresso l’auspicio che la rinascita dell’Accademia possa non solo contribuire allo studio delle arti performative, ma anche portare alla valorizzazione di spazi storici dimenticati, come il Teatro San Salvatore e la Sala Olimpica. Questo testimonia un rinnovato impegno verso la conservazione e la valorizzazione del patrimonio culturale, così come un’autentica volontà di crescita e innovazione nel campo delle arti.
Ultimo aggiornamento il 21 Ottobre 2024 da Elisabetta Cina