Nel cuore del Mediterraneo, la lotta per la vita continua in un contesto di drammatica crisi migratoria. Un episodio recente ha visto come protagonista una bambina di undici anni, unico sopravvissuta alla tragedia di un naufragio nel Canale di Sicilia. Il salvataggio, avvenuto grazie all’intervento della ONG Compass Collective, riaccende l’attenzione sulle difficili condizioni dei migranti che tentano di raggiungere le coste europee.
naufragio e soccorso al largo di lampedusa
Il 8 dicembre, una barca di metallo, partita da Sfax in Tunisia, è affondata, trascinando con sé 45 migranti. A complicare ulteriormente la situazione, le condizioni meteorologiche avverse hanno contribuito al disastro. La piccola, originaria della Sierra Leone, è stata ritrovata in mare, aggrappata a una camera d’aria e indossando un giubbotto di salvataggio. I soccorritori hanno ricevuto segnalazioni delle sue grida, portando all’intervento tempestivo del veliero Trotamar III, che si trovava nella zona per un’altra operazione di soccorso. Alle 3.20 di notte, la nave ha raggiunto la bambina, recuperandola e portandola al molo commerciale di Lampedusa all’alba.
Questo episodio non è isolato. La situazione delle persone in fuga da guerre, povertà e violazioni dei diritti umani continua a creare scenari drammatici nel Mediterraneo. La gennesi di questo viaggio è segnata da speranza e disperazione, in cerca di una vita migliore lontano dai conflitti che lacerano il loro paese d’origine.
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il veliero trotamar III e la missione della ong
Il Trotamar III, un veliero di 13 metri, è parte della flotta della ONG Compass Collective, un gruppo di attivisti con sede in Germania. Il team di sei membri, composto da Toki, Alex, Olli, Friedrich, il capitano Matthias e la co-capitana Ina, è appositamente addestrato per operazioni di salvataggio in mare. La nave è ben equipaggiata, disposta di 230 giubbotti di salvataggio, tutti pronti per assistire i migranti in difficoltà .
Compass Collective si è formata come risposta all’emergenza migratoria, inviando volontari e risorse immediatamente dopo aver constatato l’aumento dei naufragi. Sul sito della ONG, gli attivisti spiegano le loro motivazioni e l’esperienza di lotta contro un deposito di scorie nucleari in Germania, che ha forgiato un gruppo unito nella causa umanitaria. Questa missione non è solo un intervento, ma una vera e propria dichiarazione di intenti contro l’indifferenza di fronte al dramma del Mediterraneo.
soccorsi a lampedusa: il bilancio
La notte del salvataggio della bambina non ha visto però solo il suo recupero. In totale, 356 migranti sono stati sbarcati a Lampedusa, suddivisi su cinque imbarcazioni soccorse dalle motovedette della Guardia di Finanza, della Capitaneria di Porto e dell’agenzia Frontex. Il barcone più affollato conteneva 111 persone, tra cui 13 donne e 11 minori, provenienti da paesi come Egitto, Eritrea, Pakistan, Siria, Sudan e Somalia.
Le altre imbarcazioni, con equipaggi composti da 45 a 87 persone, trasportavano migranti provenienti da Bangladesh, Siria, Marocco e Iran. Tutti i gruppi di migranti avevano come punto di partenza i porti libici, un percorso estremamente rischioso considerata la condizioni delle barche e il clima spesso avverso.
Questi eventi mettono in luce una realtà allarmante meglio conosciuta nei resoconti dei soccorritori, che evidenziano il costante pericolo che affrontano coloro che cercano di attraversare il Mediterraneo. La situazione resta complessa e richiede un’attenzione continua da parte delle istituzioni e della società civile per affrontare il problema dell’immigrazione in modo umano e responsabile.