La recente scomparsa di Aldo Amati, sindaco di Pesaro dal 1987 al 1992, ha suscitato un profondo cordoglio nell’intera comunità pesarese. Amati, storico esponente del Partito Comunista Italiano e successivamente del Partito Democratico, ha lasciato un segno indelebile nella vita politica e sociale della provincia di Pesaro-Urbino. In occasione delle orazioni commemorative, giunte anche parole di affetto e ammirazione dai compagni di partito e dagli amministratori locali, riflettendo sul suo operato e sull’eredità che ha lasciato.
La cerimonia commemorativa al municipio di Pesaro
La camera ardente allestita sotto i portici del Municipio di Pesaro ha rappresentato un forte momento di raccoglimento per amici, familiari e cittadini, un luogo simbolico per onorare un uomo che ha dedicato la sua vita al servizio della comunità. Walter Veltroni ha fatto leggere alcune parole significative dal figlio Giovanni Amati, evidenziando come il padre fosse un instancabile combattente per la giustizia sociale e un vero servitore pubblico. Le orazioni commemorative, tenutesi in un’atmosfera di grande rispetto, hanno permesso ai cittadini di rendere omaggio a una figura carismatica e di riferimento per molti.
Amati, morto all’età di 80 anni, viene ricordato non solo per il suo impegno politico, ma anche per il suo atteggiamento sempre proattivo nei confronti delle istanze della popolazione. Attraverso la sua dedizione, ha creato legami forti con i cittadini, sostenendo attivamente le loro necessità e vino a conoscenza. La camera ardente non è stata solo un momento di lutto ma anche una celebrazione della vita di una persona che ha fatto della collettività il suo principale obiettivo.
Il ricordo di un uomo senza rancore
Giovanni Amati ha condiviso il desiderio del padre di avere un funerale in municipio, sottolineando il suo spirito generoso e la sua mancanza di rancore nonostante le difficoltà politiche che aveva affrontato. “Mio padre ha sempre creduto nel dare e non nell’avere” ha affermato Giovanni, rivelando così la filosofia di vita che ha guidato Aldo Amati. Questo atteggiamento è emblematico del suo legame con il Partito Comunista Italiano e, successivamente, con il Partito Democratico, al quale dedicò anni di impegno politico senza mai lamentarsi delle ingiustizie subite.
L’ex presidente della Regione Marche, Luca Ceriscioli, ha ricordato i sacrifici di Aldo, in particolare la sua vita contadina che gli ha insegnato il valore del lavoro. Un racconto forte e evocativo, che afferma quanto fosse radicata la dimensione sociale del suo operato. Ceriscioli ha anche proposto l’idea di istituire una borsa di studio che porti il nome di Aldo Amati, destinata a coloro che, come lui, devono rinunciare agli studi per aiutare economicamente le proprie famiglie.
Il lascito e l’impatto sulla comunità
Il sindaco di Pesaro, Andrea Biancani, ha sottolineato come Aldo Amati abbia lasciato una memoria indelebile nella storia del territorio. La sua figura è stata descritta come un esempio di dedizione e altruismo, valori che sono stati condivisi anche dai cittadini e dai dipendenti comunali intervenuti all’evento commemorativo. “Era un uomo che metteva la collettività davanti a qualsiasi cosa. Prima i cittadini e poi il partito” ha dichiarato Stefano Parri, sindaco di Sant’Angelo in Vado, comune natale di Amati, riflettendo su quanto fosse importante il servizio verso gli altri per Aldo.
L’eredità di Aldo Amati si manifesta chiaramente nell’affetto e nel rispetto che la comunità di Pesaro continua a mostrare nei suoi confronti, un esempio di impegno civico e passione politica che ha influenzato generazioni di amministratori locali. La richiesta di dare vita a iniziative a lui dedicate è testimonianza di quanto il suo operato sia ancora vivo nella memoria collettiva e di quanto si possa imparare dal suo esempio.
Ultimo aggiornamento il 30 Settembre 2024 da Armando Proietti