Il dibattito su sicurezza, degrado urbano e camorra a Caivano si intensifica con le dichiarazioni di don Maurizio Patriciello. Intervenuto durante un’audizione della Commissione parlamentare di inchiesta, il sacerdote ha messo in luce le sfide che la comunità affronta. Con parole incisive, ha parlato della frustrazione dei cittadini nei confronti delle istituzioni e del suo impegno per la rinascita del territorio.
La frustrazione dei cittadini e le accuse di don Patriciello
Nel suo intervento, don Maurizio Patriciello ha espresso la rabbia dei cittadini, che si sentono impotenti di fronte a situazioni critiche e lontane dalla capitale. “Tante persone, non potendo prendersela con Roma che è troppo lontana, se la prendono con chi è stato l’artefice, con chi ha invitato Giorgia Meloni,” ha dichiarato il sacerdote, evidenziando come la frustrazione si traduca in attacchi contro coloro che tentano di portare una soluzione. Nel discorso, don Patriciello si è definito un prete aperto a tutti, desideroso di promuovere il bene di una comunità “maltrattata e bistrattata”.
Le sue affermazioni hanno sollevato un ampio dibattito. Ha messo in discussione l’atteggiamento politico e l’ipocrisia che circonda la situazione, utilizzando toni forti per avvertire della possibile deriva della società: “Questo prete che sta davanti a voi è diventato fascista, è diventato omofobo, tra poco diventerà anche pedofilo.” Queste dichiarazioni, che colpiscono per la loro brutalità, rivelano l’intensità delle preoccupazioni riguardanti la sicurezza e la dignità della popolazione.
Caivano e la camorra: un legame difficile da spezzare
Il sacerdote non ha escluso dal suo discorso la presenza della camorra, realtà che continua a influenzare la vita quotidiana della cittadina. “Finché ci sarà gente che muore di fame, la camorra non morirà mai,” ha affermato, sottolineando come la mancanza di opportunità economiche condizioni gravemente il presente e il futuro dei giovani. Don Patriciello ha condiviso anche un segnale di speranza: la creazione del nuovo centro sportivo “Pino Daniele,” un’infrastruttura che, secondo il suo punto di vista, rappresenta “un gioiello” per il territorio.
Con l’intento di evidenziare i progressi fatti in un’area precedentemente segnata da degrado e violenze, il parroco ha spiegato come questa nuova struttura sia una risorsa per la comunità locale, che deve essere accessibile ai bambini e ai ragazzi di Parco Verde. Tuttavia, ha messo in guardia contro il rischio che il centro diventi un’esclusiva per coloro che possono permettersi di pagare, escludendo così le famiglie più povere.
L’incontro con Meloni e le promesse mantenute
Il suo intervento si è concluso con un’analisi dell’incontro con la presidente Giorgia Meloni. Secondo don Patriciello, l’incontro avvenuto il 31 agosto non era il frutto di calcoli politici, ma una risposta a una richiesta disperata da parte di un parroco che aveva bisogno di ascolto e attenzione. “Non c’era nessun tentativo di mettere un timbro politico,” ha insistito, aggiungendo che la visita della Meloni ha portato promesse concrete.
“Abbiamo un grande desiderio di applaudire,” ha aggiunto don Patriciello, esprimendo un misto di stanchezza e speranza nei confronti del governo. Ha infatti lodato il fatto che la presidente ha mantenuto le sue promesse, il che rappresenta un segnale positivo per un territorio in cerca di risposte.
La situazione a Caivano continua a essere complessa e sfaccettata, caratterizzata da sfide di ordine sociale ed economico che richiedono attenzione e interventi mirati. Il messaggio di don Maurizio Patriciello, sia nella rabbia che nella speranza, è un richiamo a non dimenticare la necessità di investire nella dignità e nel futuro delle comunità più vulnerabili.
Ultimo aggiornamento il 25 Settembre 2024 da Armando Proietti