In Giappone, una crescente percentuale di donne anziane sta vivendo una situazione che potrebbe sembrare paradossale: alcune sono disposte a restare in carcere per ricevere assistenza e sicurezza. Nel carcere femminile di Tochigi, dove la solitudine e le difficoltà economiche pesano sulle spalle di molte detenute, la vita quotidiana assume contorni inediti. Un’inchiesta recentissima della CNN rivela come situazioni di emergenza personale possano condurre a scelte estreme per garantirsi una vita dignitosa, anche a fronte di un reato.
Un rifugio contro la solitudine
Il carcere di Tochigi si trova a nord di Tokyo ed è tra i più grandi del Giappone dedicati alle donne. All’interno, le celle ospitano in gran parte detenute anziane, spesso accusate di reati minori come il furto di generi alimentari. Le condizioni di vita nel carcere, che offrono pasti regolari e assistenza sanitaria gratuita, sembrano attrarre sempre di più donne che, all’esterno, si sentono sole e abbandonate. Takayoshi Shiranaga, agente penitenziario, ha dichiarato che ci sono detenute pronte a pagare fino a 30.000 yen al mese per avere la possibilità di vivere in queste condizioni, evidenziando il livello di povertà e isolamento sociale che affrontano.
La situazione ha innescato una riflessione più ampia sulle esigenze di assistenza delle persone più anziane. Molte delle detenute raccontano di aver preferito il carcere perché, all’esterno, sono costrette a combattere per la propria sopravvivenza. Condizioni climatiche negative, come il freddo pungente dell’inverno giapponese, diventano un ulteriore fattore determinante per decidere di entrare nel sistema penitenziario.
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Anziane in carcere: un fenomeno in crescita
Negli ultimi venti anni, il numero di detenute con più di 65 anni in Giappone ha subito un incremento significativo, quadruplicando dal 2003 al 2022. Oggi, le autorità penitenziarie devono affrontare nuove sfide, come assistere a esigenze sanitarie complesse. Shiranaga ha descritto scene in cui le guardie devono occuparsi di attività quotidiane come il cambio dei pannolini o aiutare le detenute a mangiare. Ciò ha portato a definire alcuni istituti come veri e propri centri di cura piuttosto che luoghi di detenzione.
In questo contesto, la testimonianza di alcune detenute offre uno spaccato umano della situazione. Come Akiyo, 81 anni, che ha affermato che in prigione si trova in un ambiente sereno e sicuro, con la compagnia di altre donne. Altre detenute, come Yoko, con un passato segnato dalla tossicodipendenza, spiegano che, a fronte del ritorno in carcere, molte donne scelgono deliberatamente di delinquere per tornare a vivere in questo ambiente all’apparenza sicuro.
Il crimine più comune tra le detenute anziane
Il furto è il reato più frequente tra quelle donne che si trovano dietro le sbarre. Nel 2022, oltre l’80% delle detenute anziane era incarcerato per crimini di questo tipo. Le motivazioni spesso risiedono nel bisogno di sopravvivenza. Le statistiche rivelano che il 20% degli anziani giapponesi vive in condizioni di povertà, un dato preoccupante rispetto alla media del 14,2% degli altri paesi membri dell’OCSE. Queste circostanze portano molte a ricorrere al crimine, poiché non hanno risorse sufficienti per sostenere le proprie necessità alimentari e di vita quotidiana.
Le autorità giapponesi hanno riconosciuto questa situazione con l’obiettivo di mettere in atto misure a supporto degli anziani in difficoltà. Nel 2021, il Ministero del Welfare ha fornito indicazioni su come il supporto post-detenzione possa ridurre le probabilità di recidiva. Da allora, sono stati aumentati gli sforzi di intervento iniziale e il supporto a livello comunitario.
Programmi di supporto per le detenute
Il Ministero della Giustizia ha lanciato programmi per aiutare le detenute anziane a reintegrarsi nella società e a vivere indipendentemente. Questi programmi si concentrano sulla gestione della dipendenza e sul supporto relazionale, fattori chiave per un recupero sostenibile post-detenzione. Inoltre, si stanno esplorando politiche per allargare l’accesso a sussidi abitativi per gli anziani, riflettendo uno sforzo sistemico per affrontare le difficoltà economiche.
Con una popolazione sempre più anziana, il Giappone si trova davanti a una sfida importante. Secondo previsioni, entro il 2040 ci sarà necessità di aumentare significativamente la forza lavoro socio-assistenziale, contando su oltre 2,7 milioni di professionisti. Questo scenario impone al governo giapponese di pensare a strategie per attrarre nuovi lavoratori, inclusi quelli stranieri, che possano contribuire a rispondere alle crescienti necessità di assistenza agli anziani nel paese.