Un evento significativo ha avuto luogo all’Istituto Mazzocchi-Umberto I, dove un gruppo di studenti ha visitato l’azienda Bachetti Food Specialità dei Piceni, un’eccellenza nel settore alimentare sotto la guida dell’imprenditore Massimiliano Bachetti. L’incontro ha rappresentato una preziosa opportunità per i giovani di esplorare il mondo della produzione industriale e approfondire temi cruciali come la gestione delle acque reflue. Da questo incontro, è emerso un progetto all’avanguardia che unisce l’azienda e l’istituto educativo, con l’obiettivo di sperimentare l’utilizzo della spirulina come metodo naturale per la fitodepurazione delle acque impiegate durante il processo produttivo.
Spirulina: un alleato per la sostenibilità
Il progetto è parte integrante di un’iniziativa più ampia, presentata dalle studentesse dell’Istituto al concorso nazionale “Visioni di Scienza, Innovazioni per la Medicina e le Sfide del Futuro“. Questa competizione è stata promossa dalla Mathesis di Serra San Bruno in collaborazione con l’organizzazione nazionale. Il progetto, ideato dalla professoressa Maria Angela Alessandrini e dai colleghi Fabio Caucci, Roberto Mattei, Barbara Ferretti e Sandro Galieni, è particolarmente interessante perché si basa sulla coltivazione della spirulina all’interno dei laboratori scolastici.
La spirulina è una microalga che sta guadagnando sempre più attenzione per le sue notevoli proprietà. Oltre ad essere un’importante fonte nutrizionale, è capace di assorbire metalli pesanti e inquinanti dall’acqua, rendendola un elemento strategico per il trattamento ecologico delle acque reflue industriali. Questo progetto non solo mostra un approccio innovativo nel trattamento dei rifiuti, ma sottolinea anche il potenziale del coinvolgimento giovanile nella ricerca scientifica.
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Il team di giovani ricercatori
Il progetto vede il coinvolgimento di un team interamente femminile, composto dalle studentesse Gioia Carassai, Martina Mariotti e Elisa Sozio della classe 3A ambientale, insieme a Laura Del Vecchio della 4B sanitaria e Sara Capriotti della 5C sanitaria. Questa iniziativa non solo rappresenta un’importante opportunità di apprendimento per le studentesse, ma sottolinea anche l’importanza di promuovere la presenza femminile in settori scientifici e tecnologici.
Durante la sperimentazione, le studentesse hanno avuto la possibilità di visitare la Bachetti Food, dove hanno raccolto campioni di acque salmastre per sottoporli a test di laboratorio. Questi esperimenti mirano a determinare l’efficacia della spirulina nella riduzione della concentrazione di cloruri nell’acqua, una questione cruciale per il trattamento delle acque reflue nel settore alimentare.
Metodologie di ricerca avanzate
Le analisi svolte nel contesto di questo progetto si articolano su più livelli, dimostrando l’approccio scientifico rigoroso adottato dalle studentesse. Il monitoraggio della fitodepurazione viene condotto attraverso diverse tecniche, inclusi test di titolazione e spettrofotometria. Questi metodi permettono di valutare le capacità della spirulina di depurare l’acqua.
In aggiunta, è stata effettuata una modellizzazione matematica per studiare la crescita della spirulina e analizzare come varia la concentrazione dei cloruri nel tempo. Un altro aspetto rilevante delle analisi è la valutazione delle proprietà nutraceutiche e antiossidanti della spirulina, realizzata tramite test di laboratorio specifici. Questi studi pongono le basi per una comprensione più profonda delle potenzialità di questa microalga nella promozione di una gestione sostenibile delle risorse idriche.
Un’idea innovativa emersa da questo progetto è lo sviluppo dell’app “Spirulina Health Tracker“, che potrebbe permettere il monitoraggio in tempo reale della qualità dell’acqua, facilitando la rilevazione della presenza di sostanze benefiche nell’alga. Questo strumento rappresenterebbe un passo avanti significativo nel controllo ambientale.
Impatto e prospettive future
Massimiliano Bachetti ha messo in evidenza il valore di questa iniziativa, evidenziando come la collaborazione tra il mondo scolastico e quello imprenditoriale possa generare risultati concreti per la sostenibilità ambientale. Il progetto evidenzia il potenziale impatto delle ricerche fatte dalle giovani generazioni sulle aziende e sul mondo del lavoro. Non si tratta solo di un’attività di apprendimento, ma di un vero e proprio esempio pratico di come l’innovazione e la formazione possano unirsi per affrontare criticità ambientali.
La sinergia tra Bachetti Food e l’Istituto Mazzocchi-Umberto I rappresenta quindi un modello replicabile in altri settori, aprendo la strada a nuove ricerche nel campo del trattamento ecologico delle acque industriali. La collaborazione continua tra studenti e aziende, con un occhio attento alla salute del pianeta e pubblica, rappresenta una strada promettente per il futuro dell’industria e della ricerca.