La scrittrice Lila Azam Zanganeh racconta la sua emozionante esperienza al Giubileo della Comunicazione

La scrittrice Lila Azam Zanganeh racconta la sua emozionante esperienza al Giubileo della Comunicazione

Lila Azam Zanganeh condivide la sua esperienza al Giubileo della Comunicazione, esplorando il legame tra fede e identità culturale, e l’importanza delle storie personali nel promuovere empatia e comprensione.
La Scrittrice Lila Azam Zangan La Scrittrice Lila Azam Zangan
La scrittrice Lila Azam Zanganeh racconta la sua emozionante esperienza al Giubileo della Comunicazione - Gaeta.it

Famosa per le sue abilità narrative e il suo background culturale ricco e variegato, Lila Azam Zanganeh ha vissuto una esperienza che ha dovuto raccontare al Giubileo della Comunicazione. Originaria di una famiglia iraniana e cresciuta tra le diverse culture di Parigi, New York e Roma, Zanganeh ha condiviso il suo profondo legame con la fede e la sua storia personale, rendendo l’evento un momento memorabile per lei e per gli altri partecipanti. Questo articolo esplora il suo percorso e il significato di tale esperienza.

Chi è Lila Azam Zanganeh

Nata a Parigi, Lila Azam Zanganeh ha radici iraniane che profondamente influenzano la sua identità. Con una carriera che include l’insegnamento di letteratura e cinema ad Harvard, e in grado di parlare sette lingue, Zanganeh è un esempio di come diverse culture possano arricchire una persona. La sua vita, un incrocio tra l’est e l’ovest, le ha permesso di sviluppare un bagaglio culturale e umano considerevole. Oltre ai suoi successi professionali, è anche madre di un bambino di due anni, il che rende il suo percorso personale ancora più significativo.

Membro attiva dell’organizzazione no-profit “Narrative 4”, fondata dallo scrittore Colum McCann, crede fermamente nel potere delle storie nel costruire empatia e comprensione reciproca. Partecipando al Giubileo della Comunicazione, la scrittrice ha avvertito una connessione profonda non solo con i suoi coetanei ma anche con la storia e la cultura che rappresentano. Per lei, l’evento ha avuto un peso emotivo che supera il semplice incontro, rappresentando una sorta di riconciliazione con le sue esperienze passate.

Una fede complessa e il rapporto con il cristianesimo

Zanganeh racconta di come la sua infanzia fosse segnata dall’amore e dalle pratiche religiose della madre, la quale, nonostante le sue origini iraniane, ha sempre avuto un approccio aperto alla fede. Sin da piccola, ha studiato in una scuola cattolica e ha frequentato corsi di catechismo. Il momento in cui ha scoperto di non poter ricevere il battesimo ha segnato una fase fondamentale della sua vita, facendo emergere interrogativi profondi sulla spiritualità e sull’appartenenza.

Una delle sue esperienze più toccanti è avvenuta durante una lezione di catechismo, quando chiese perché solo Cristo sia considerato il Figlio di Dio. Questa domanda le costò un’immediata esclusione dalla classe. Nonostante queste difficoltà, Zanganeh ha mantenuto una connessione speciale con il cristianesimo, influenzata dalla fede di sua madre e dal suo desiderio di comprendere il concetto di amore universale, presente nel messaggio di Gesù.

La visione inclusiva di Papa Francesco, che invita a condividere la fede senza giudizi, l’ha colpita particolarmente. La scrittrice descrive il suo entusiasmo nell’ascoltare il Papa, noto per la sua apertura verso tutti. Durante la sua partecipazione al Giubileo, ha riscoperto il valore di una spiritualità accessibile, dove non conta il battesimo, ma la fede sincera e il desiderio di amore.

Esperienze al Giubileo della Comunicazione

Lila ha descritto la veglia penitenziale tenutasi il 24 gennaio a San Giovanni in Laterano come un momento di grande intensità emotiva. Sebbene fosse consapevole di non essere cattolica “tecnicamente”, ha vissuto una liturgia che l’ha profondamente colpita. Quando le è stato detto che vi erano sessanta preti disponibili per le confessioni, ha sentito l’impulso di partecipare. La sua amica Rosa, una cattolica devota, l’ha incoraggiata ad entrare, suggerendole che non c’era motivo di escludersi.

Zanganeh ha condiviso il suo incontro con un sacerdote congolese. In un momento di vulnerabilità, ha confessato la sua situazione e la sua fede. La risposta calorosa del prete, che le ha ricordato che “nella casa di Dio sei la benvenuta”, ha rappresentato una rivelazione per lei. In quell’istante, ha sentito una gioia profonda, una connessione autentica con la sua spiritualità e una sensazione di appartenenza che pensava fosse perduta.

Durante l’udienza con Papa Francesco, Lila ha avuto l’opportunità di fargli conoscere la sua storia. La parola del Papa e la sua apertura hanno rinvigorito il suo desiderio di entrare in contatto con la comunità cristiana. Lila si sente ora come una bambina sulla soglia di una casa accogliente, pronta a esplorare un nuovo cammino spirituale.

L’importanza delle storie personali

Le parole di Lila Azam Zanganeh risuonano come un invito a riflettere sul potere delle storie personali nell’unire le persone. La sua esperienza al Giubileo sottolinea l’importanza di una narrazione condivisa per superare barriere culturali e religiose. Proprio nel momento in cui il mondo sembra diviso, condividere esperienze umane e profonde può aiutare a creare ponti tra culture e mentalità diverse.

La sua capacità di raccontare non solo la propria storia, ma di utilizzare questa storia per entrare in dialogo con il pubblico è centrale nel suo approccio. Ha dimostrato che le esperienze di ognuno, anche quelle più fragili, possono diventare strumenti di connessione e comprensione profonda. L’arte di raccontare storie non è solo un mezzo di espressione, ma un modo per dare voce a chi spesso rimane inascoltato.

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