La riforma sulla disabilità rappresenta uno dei temi più urgenti nell’agenda politica italiana. Nel 2025 il governo sta dando impulso a modifiche legislative che toccano in modo diretto la vita delle persone con disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo. Il confronto tra istituzioni, associazioni e operatori del settore è diventato fondamentale per tradurre in azioni concrete la tutela e il supporto a questi soggetti. Le dichiarazioni rilasciate durante gli Stati Generali in Friuli Venezia Giulia riflettono la volontà di coinvolgere tutte le parti interessate in questa trasformazione.
La voce del ministro per le disabilità alessandra locatelli agli stati generali di pordenone
Il 13 aprile 2025, da remoto, Alessandra Locatelli — ministro per le disabilità — ha preso la parola durante gli Stati Generali sulle disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo, che si sono tenuti presso la Fiera di Pordenone. Ha definito la riforma in corso come “una battaglia di civiltà che riguarda tutti”, sottolineando come il cambiamento abbia un valore sociale e umano che va oltre le mere norme.
Locatelli ha evidenziato che la riforma richiede l’impegno congiunto di istituzioni pubbliche, rappresentanti politici, strutture private e realtà del terzo settore. Questo approccio inclusivo riflette la complessità delle esigenze delle persone con disabilità, la cui assistenza richiede diversi livelli di intervento e una rete coordinata di supporto. La partecipazione del ministro ha dato rilievo nazionale al dibattito che coinvolge il Friuli Venezia Giulia, regione attiva su questi fronti.
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Ruolo fondamentale dell’anffass e delle realtà coinvolte nella riforma
Durante il suo intervento, Alessandra Locatelli ha evidenziato il ruolo cruciale dell’associazione Anffass. Quest’ultima rappresenta una delle componenti più attive nella tutela dei diritti delle persone con disabilità intellettive, occupandosi di servizi, supporto e sensibilizzazione a livello territoriale. Locatelli ha riconosciuto come Anffass contribuisca direttamente alla definizione delle strategie di aggiornamento normativo e operativo.
La manifestazione 104 The Caregiving Expo, che ha ospitato l’evento, è stata citata come esempio concreto di una piattaforma che raduna i principali attori coinvolti: aziende, operatori, associazioni, istituzioni, caregiver e utenti. Questa fiera offre uno spazio in cui confrontarsi sulle esperienze pratiche, mostrare soluzioni assistenziali, condividere innovazioni e promuovere una cultura che mette al centro la cura. Proprio su questi punti si concentra la riforma, che punta a migliorare l’efficacia degli interventi attraverso il dialogo tra tutti i soggetti coinvolti.
Gli stati generali come momento di confronto e sviluppo normativo
Gli Stati Generali sulle disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo si configurano come occasione per aprire un confronto approfondito fra le diverse realtà. A Pordenone, luogo dell’incontro, si sono riuniti operatori, esperti, rappresentanti delle istituzioni e associazioni portatrici di diritti. L’obiettivo è raccogliere spunti ed esigenze per migliorare le leggi e facilitare l’attuazione di servizi più aderenti ai bisogni reali.
Il valore di una rete coesa
Il dialogo si è concentrato sull’importanza di una rete coesa che copra aspetti sanitari, educativi e sociali. La necessità di una riforma che contempli più dimensioni di intervento è emersa come elemento imprescindibile. Ragionare su modelli di assistenza qualificati e risorse adeguate è alla base del processo normativo in corso, che mira a garantire un trattamento più umano e concreto per chi vive con disabilità.
Al centro c’è anche la valorizzazione del caregiver, figura spesso portata all’attenzione solo ora in modo più strutturato. L’inclusione di queste persone nel sistema di supporto rappresenta un passo avanti nella consapevolezza collettiva dei bisogni reali al di fuori degli ambiti istituzionali tradizionali.
Il percorso delineato dagli Stati Generali riflette un lavoro che va avanti, con attenzione agli sviluppi futuri e alla necessità di tradurre in fatti le promesse di inclusione e sostegno.