Il tema della rendicontazione Esg nel comparto immobiliare continua a prendere corpo soprattutto dopo le recenti norme europee e le indagini che mostrano quanto l’impatto sociale sia ormai centrale nelle strategie di investimento. I CEO nel settore real estate considerano fondamentale la dimensione sociale nei progetti di rigenerazione urbana, prima ancora di aver definito metriche standard. La trasformazione del settore passa attraverso nuovi obblighi di trasparenza e una lettura più approfondita di ambiente, sociale e governance, con la CSRD che spinge le imprese a dettagliare dati e risultati mai richiesti prima.
L’importanza dell’impatto sociale nelle scelte di investimento immobiliare
Nel 2023, un’indagine condotta da Urban Land Institute in collaborazione con Pwc Italia ha evidenziato un dato chiave: il 62% dei CEO intervistati nel settore immobiliare ritiene che l’impatto sociale sia l’elemento prevalente negli investimenti per la rigenerazione urbana. Questo dato indica che, ancora prima che venissero formalizzate metriche e criteri di rendicontazione, nei piani aziendali si assegnava alla “S” di Esg un ruolo decisivo.
Significa che le aziende di real estate hanno cominciato a considerare aspetti come l’inclusione, la coesione sociale, e la qualità della vita nelle aree urbane coinvolte, come fattori critici per valutare la bontà di un progetto. La rigenerazione urbana non è solo un intervento fisico, ma un modo per ricalibrare spazi e attività in funzione della comunità. Questo approccio amplia lo sguardo oltre il mero rendimento finanziario o ambientale, richiedendo una maggiore responsabilità sociale.
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L’attenzione si traduce in investimenti che puntano a generare benefici concreti per residenti e utenti, come spazi verdi, infrastrutture accessibili, e servizi inclusivi. Le aziende del real estate riconoscono così che un buon progetto deve dialogare con le persone e con la città in modo significativo.
La cornice normativa csrd e il pacchetto omnibus per la rendicontazione di sostenibilità
La Corporate Sustainability Reporting Directive rappresenta una svolta normativa per la rendicontazione Esg in Europa. Entrata in vigore progressivamente, ha imposto requisiti precisi a tutte le aziende quotate e a quelle con più di 500 dipendenti prima di estendersi a piccole e medie imprese. La CSRD introduce standard europei che richiedono una quantità molto dettagliata di dati, più di mille punti di raccolta informativa secondo PwC.
Questi standard puntano a garantire trasparenza e confrontabilità tra le aziende attive nello stesso settore. Consentono di valutare in modo rigoroso non solo i risultati ambientali, ma anche quelli sociali e di governance, nel loro insieme. La sfida per molte imprese è coordinare i diversi indicatori, perché avere buoni risultati in un solo ambito non basta.
Prima dell’entrata a regime della CSRD, la Commissione europea ha pubblicato il pacchetto Omnibus. Questo strumento mira a semplificare la direttiva precedente, rimuovendo alcune complessità burocratiche e facilitando l’applicazione delle nuove regole. L’insieme di queste misure anticipa standard specifici per settori particolari come quello immobiliare, ancora attesi.
Le metriche esrs e la gestione dei dati per una rendicontazione esg completa
Gli European Sustainability Reporting Standards hanno definito in modo dettagliato le metriche di rendicontazione da adottare. Queste riguardano 12 temi fondamentali, ciascuno con metriche specifiche e data point da dichiarare, superando il migliaio in totale. Le categorie coprono aspetti ambientali, sociali, di governance e temi trasversali.
Le imprese del real estate sono chiamate a presentare dati chiari e precisi su ogni ambito indicato dagli ESRS. Non è più sufficiente fornire informazioni generiche o concentrate solo su aspetti ambientali. Le aziende devono dimostrare di raggiungere livelli adeguati in tutte le dimensioni, per presentarsi come realtà sostenibili sotto ogni profilo.
Questa mole di dati richiede una raccolta sistematica e un’organizzazione puntuale dei flussi informativi. Le società devono aggiornare i processi interni per monitorare fattori che vanno dal consumo energetico alla gestione delle risorse umane, fino alle pratiche di governance trasparenti.
Le prime evidenze europee sulla rendicontazione csrd: focus su ambiente e sociale
Uno studio condotto da due università tedesche su sette grandi aziende europee ha portato a emergere alcune criticità nella rendicontazione secondo la CSRD. I report finora presentati evidenziano come le imprese abbiano puntato principalmente sulla componente ambientale e solo sulla prima dimensione sociale . Altri aspetti previsti dalla direttiva appaiono ancora meno dettagliati o poco sviluppati.
Questa concentrazione iniziale sul clima e sull’impatto ambientale aggia probabilmente riflettere la maggiore consapevolezza e maturità su questi temi. La parte sociale, pur riconosciuta come importante, mostra tratti embrionali nelle relazioni ufficiali. Lo stesso vale per la governance, spesso considerata più complessa da tradurre in dati.
Questo quadro in divenire spinge le aziende a migliorare le proprie procedure e a coinvolgere competenze specifiche per coprire tutti i campi della rendicontazione Esg. Ciò implica uno sforzo crescente per raccogliere informazioni precise e per renderle disponibili in modo trasparente a investitori e stakeholder.
La prospettiva è che il settore immobiliare sviluppi nel tempo report più completi, capaci di riflettere una visione articolata e integrata di sostenibilità. Nel 2025 l’attenzione resta alta sui prossimi standard europei dedicati proprio a questo comparto.