Il festival di Sanremo 2025 si prepara ad accogliere artisti e appassionati in un evento che si preannuncia già ricco di emozioni. Tuttavia, il dibattito sui marchi e sull’abbigliamento dei cantanti ha sollevato diverse questioni, spingendo il Ceo della Fimi, Enzo Mazza, a esprimere le proprie preoccupazioni riguardo a certe regole ritenute arbitrarie. In un’intervista con Adnkronos, Mazza commenta l’episodio che ha coinvolto Tony Effe, voci nuove si sollevano in merito a delle restrizioni che rischiano di ledere la creatività e la professionalità degli artisti sul palco.
Il divieto di indossare loghi al festival
La questione principale riguarda il divieto di indossare loghi di marchi, che è già in vigore al festival. Mazza spiega che, pur comprendendo la necessità di mantenere un certo equilibrio, la proposta di ampliare il divieto alla riconoscibilità di marchi noti è vista come problematica. “È già vietato esibire il logo di un marchio”, sottolinea, “ma introdurre il concetto di marchio riconoscibile porta su un terreno troppo arbitrario.” Questo aspetto solleva preoccupazioni su come la scelta di chi può e chi non può indossare un marchio possa essere soggetta a interpretazioni soggettive, creando confusione e disparità di trattamento tra i vari artisti.
Riconoscibilità e cultura italiana
Enzo Mazza non si ferma qui, ma approfondisce il legame tra moda e cultura italiana. Secondo lui, non si può demonizzare la riconoscibilità di marchi italiani, elemento che fa parte della tradizione e della cultura del nostro paese. Vede il modo in cui i marchi sono rappresentati nel mondo della musica come un’estensione della creatività artistica, piuttosto che come una mera esposizione commerciale. “Ci sono persone che riconoscono le case di moda dai dettagli dei vestiti e altre che non le interessano affatto”, spiega Mazza, sottolineando come il riconoscimento possa variare notevolmente da persona a persona.
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Secondo il Ceo della Fimi, limitarsi a regole rigidamente definite potrebbe portare a situazioni paradossali, come se si obbligassero i cantanti a presentarsi sul palco con abiti uniformi, privando così le performance di quel tocco di personalità che rende ogni artista unico.
La tradizione della moda tra gli artisti
Un altro punto saliente della sua intervista riguarda l’importanza dell’outfit e del look per gli artisti che si esibiscono su un palcoscenico prestigioso come quello di Sanremo. Mazza fa notare che gli artisti passano mesi a pianificare non solo i loro brani, ma anche gli outfit che indosseranno, cercando di creare una sinergia perfetta tra musica e abbigliamento. “Gli artisti di Sanremo non indossano logo visibili, ma le loro scelte di moda sono parte integrante delle loro esibizioni”, afferma Mazza, richiamando all’attenzione il fatto che i cantanti meritano di poter esprimere la loro identità anche attraverso ciò che indossano.
In vista del festival, si spera quindi che si possa stabilire un criterio equo per la rappresentazione e l’uso dei marchi, evitando di nuocere alla grande tradizione italiana legata alla moda e alla creatività artistica. La aspettativa è che le regole non danneggino né il festival né i talenti che lo animano, rimanendo in equilibrio tra rispetto della tradizione e spazio all’innovazione.