la morte di nora jlassi a sei mesi dai fatti: famiglia insiste su verità nascosta e critica gestione comunità

la morte di nora jlassi a sei mesi dai fatti: famiglia insiste su verità nascosta e critica gestione comunità

La madre di Nora Jlassi contesta la versione ufficiale della morte per overdose e chiede indagini approfondite su droga, sfruttamento e responsabilità, mentre il legale Marco Valerio Verni denuncia le carenze delle comunità come San Patrignano.
La Morte Di Nora Jlassi A Sei La Morte Di Nora Jlassi A Sei
La morte della quindicenne Nora Jlassi a San Bonifacio solleva dubbi e richieste di verità da parte della famiglia, in un contesto di droga, violenza e fragilità giovanile che coinvolge anche le comunità di recupero e la società. - Gaeta.it

La vicenda di Nora Jlassi, quindicenne trovata senza vita il 27 gennaio 2025 in un edificio abbandonato a San Bonifacio, Verona, continua a scuotere l’opinione pubblica. A sei mesi dalla tragedia, la madre, Luciana De Gioannis, chiede che il caso non venga archiviato come una semplice overdose. La donna sostiene che dietro la morte della figlia possa esserci molto di più e insiste perché le indagini scavino a fondo. Un episodio che richiama alla mente altri casi simili di giovani vittime di droga e violenza in Italia.

Il dolore di una madre e il sospetto dietro la morte di nora jlassi

Luciana De Gioannis non accetta la versione ufficiale della morte di Nora come frutto di un’overdose accidentale. La figlia 15enne è stata trovata senza vita in un alloggio popolare abbandonato, una scena che ha acceso dubbi e paure. La madre parla di un inganno subito dalla ragazza, di un “festino” al quale sarebbe stata trascinata contro la sua volontà e sottolinea che qualcuno avrebbe dovuto salvarla o almeno accorgersi del suo malore. De Gioannis evidenzia la fragilità della figlia, finita in un giro sbagliato di droga e sfruttamento sessuale: a febbraio scorso è stato arrestato un uomo di 34 anni, marocchino, accusato di spaccio aggravato e di aver ceduto sostanze stupefacenti in cambio di sesso a un minore, mentre altre due persone risultano indagate. Nonostante ciò, la madre ritiene che la verità completa vada ancora trovata, perché Nora non era sola in quella situazione.

Le difficoltà e le segnalazioni della famiglia: l’esperienza con la comunità di san patrignano

Luciana racconta un percorso difficile, segnato da numerosi tentativi di salvare la figlia dalla dipendenza. Nora era stata affidata alla comunità di San Patrignano per tentare di uscire dal tunnel delle sostanze stupefacenti ma era scappata diverse volte. Dopo un anno la ragazza era stata riportata a casa per una verifica, ma la situazione familiare non risultava più controllabile. La madre parla di 147 segnalazioni fatte alle autorità senza ricevere aiuto concreto. La situazione ha peggiorato quando Nora ha iniziato a frequentare una donna brasiliana più grande, con cui sarebbe entrata nel giro della cocaina. Questa storia mostra le difficoltà nell’affrontare i problemi giovanili legati alla droga e alla marginalità.

Casi simili in italia: quando la gioventù viene travolta da droga e violenza

La morte della giovane Nora ricorda altre tragedie di adolescenti vittime di droga e violenze. Desirèe Mariottini, 16 anni, morta nel 2018 in un palazzo abbandonato a Roma, e Pamela Mastropietro, 18enne romana uccisa e fatta a pezzi nello stesso anno a Macerata, sono solo alcune delle storie più note che si intrecciano a quella di Nora. Anche Amalia Voican, trovata morta nel 2023 vicino alla basilica di San Giovanni a Roma, fa parte di questo triste elenco. Dietro ogni caso c’è un intreccio di fragilità, abbandono, piaga della droga e, spesso, criminalità che si fa largo nel tessuto sociale più vulnerabile.

Riflessioni del legale marco valerio verni sulla società e sul ruolo delle comunità

Marco Valerio Verni, avvocato che ha seguito casi simili come quello di Pamela Mastropietro e Amalia Voican, è oggi il legale della famiglia di Nora. Verni denuncia l’atteggiamento di chi guarda a queste tragedie come colpa individuale, accusando le vittime o considerandole “persone sbagliate”. Sottolinea che la droga colpisce senza distinzioni sociali, coinvolgendo anche ambienti altolocati e talvolta vip. Verni richiama l’attenzione sul mercato della droga e sulla necessità di punire chi la distribuisce, invece di incolpare chi ne subisce le conseguenze, specialmente se minorenne.

L’avvocato mette in discussione anche la gestione delle comunità come San Patrignano: Nora era stata lì per un periodo lungo, eppure è tornata a vivere situazioni pericolose. Verni cita l’intervento del ministro della Giustizia Carlo Nordio, che ha recentemente proposto di far scontare alcune pene ai tossicodipendenti proprio nelle comunità. Secondo il legale occorrerebbe migliorare gli strumenti di prevenzione e cura dentro questi centri, che sono fondamentali per le malattie legate alle sostanze stupefacenti.

Stato delle indagini e attesa per gli accertamenti medici legali

A distanza di mesi dalla morte, le indagini sulla tragica scomparsa di Nora Jlassi vanno avanti. L’avvocato Verni annuncia l’attesa degli esiti degli accertamenti medico legali, tossicologici e di altri approfondimenti richiesti dalla procura. La famiglia punta a far luce anche sugli eventuali responsabili di quanto è successo. L’attenzione degli inquirenti è rivolta a stabilire con precisione le cause della morte e a ricostruire i fatti, perché nessun aspetto venga dimenticato o sottovalutato. Nel frattempo il caso continua a scuotere una comunità già provata da troppe giovanissime vittime.

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