La morte di Alexey Navalny: nuovi documenti rivelano un possibile avvelenamento

Dettagli inquietanti emergono sulla morte di Alexey Navalny, con documenti che suggeriscono un avvelenamento anziché un attacco cardiaco, sollevando dubbi sulle responsabilità del governo russo.
La Morte Di Alexey Navalny Nu La Morte Di Alexey Navalny Nu
La morte di Alexey Navalny: nuovi documenti rivelano un possibile avvelenamento - Gaeta.it

Emergono dettagli inquietanti sulla morte di Alexey Navalny, l’oppositore russo deceduto il 16 febbraio 2024 in prigione. Documenti ufficiali svelano che i sintomi presentati dall’attivista potrebbero essere stati attribuiti a un avvelenamento e non a un attacco cardiaco, come affermato dalle autorità russe. Queste scoperte sollevano interrogativi sulla verità che circonda la sua morte e sulle azioni del governo di Mosca.

I documenti ufficiali e l’avvelenamento di Navalny

L’analisi di due documenti riservati ha rivelato che i sintomi clinici di Navalny, secondo la testata The Insider, potrebbero essere stati inizialmente occultati e poi modificati dalle autorità russe. Il documento originale descrive situazioni di emergenza acute, come vomito, convulsioni e perdita di coscienza, elementi questi che non si allineano con la spiegazione ufficiale di un attacco cardiaco causato da condizioni preesistenti. La versione fornita dal Cremlino indicava che l’oppositore fosse morto a causa di un’aritmia, ma gli esperti contestano questa narrazione.

A tale proposito, il medico specialista in rianimazione Aleksandr Polupan ha messo in evidenza che i sintomi descritti nel documento non possono essere giustificati solo da un attacco cardiaco. I segni clinici sono più coerenti con l’esposizione a sostanze tossiche, in particolare alle sostanze organofosforiche, note per il loro uso in avvelenamenti mirati.

Nel 2020, un precedente episodio aveva già mostrato le fragilità della vita di Navalny, quando un avvelenamento con la tossina Novichok lo aveva colpito mentre era in volo. Ora, la possibilità che la sua morte in prigione possa seguire la stessa linea di violenza politica solleva preoccupazioni.

La morte di Navalny in prigione

L’improvvisa morte di Navalny ha destato notevole attenzione globale, non solo per il suo ruolo di figura principale nell’opposizione russa, ma anche per le circostanze che l’hanno circondata. Il leader dell’opposizione è deceduto in una prigione della regione di Yamalo Nenets, dove stava scontando una pena detentiva in seguito a condanne ritenute politicamente motivate.

Secondo quanto riportato da The Insider, i documenti che descrivono i sintomi culminanti nella morte di Navalny deviavano significativamente da quanto dichiarato ufficialmente. Questo alimenta dubbi sui protocolli medici seguiti nella prigione e sull’eventuale negligenza o addirittura la complicità delle autorità nel non intervenire in un momento così critico.

Attraverso le ricostruzioni, è emerso che il decesso di Navalny potrebbe essere simmetrico a quello di altri oppositori politici che hanno subito attacchi mortali. Anche se le autorità russe hanno provato a negare ogni accusa, il contrasto tra le testimonianze e i rapporti ufficiali sottolinea problemi sistemici che affliggono il regime di Mosca e il suo atteggiamento nei confronti della dissidenza.

Il tentativo fallito di eliminare Navalny

Il tentativo precedente di eliminare Navalny risale all’agosto 2020, quando, durante un volo verso Mosca, l’oppositore avvertì un malessere intenso subito dopo la partenza da Tomsk. Il volo fu costretto a un atterraggio d’emergenza a Omsk, dove Navalny fu immediatamente ricoverato. Le sue condizioni furono seriamente compromesse e il leader dell’opposizione andò in coma.

La pressione internazionale crebbe velocemente dopo la notizia dell’incidente, con diversi leader, tra cui l’allora cancelliera tedesca Angela Merkel, che chiesero il suo trasferimento in Germania per ricevere cure adeguate. Questo trasferimento avvenne dopo quasi due settimane e rivelò che Navalny era stato avvelenato. Grazie agli sforzi di The Insider e del sito investigativo Bellingcat, emerse che agenti dei servizi segreti russi avevano utilizzato una tossina per avvelenarlo, inserendola nei suoi abiti.

Questo caso emblematico ha portato a una crescente disaffezione nei confronti del governo russo da parte della comunità internazionale, evidenziando la duplicità e l’impatto delle politiche di repressione nei confronti degli oppositori.

Ogni nuovo sviluppo sull’argomento continua a mettere in evidenza la necessità di una maggiore trasparenza e giustizia in Russia, lasciando aperte domande sulla sicurezza e il rispetto dei diritti umani nel paese.

Ultimo aggiornamento il 30 Settembre 2024 da Sara Gatti

Google News Subscription Box
Seguici su Google News
Resta aggiornato con le ultime notizie 📰
Seguici ora!
Add a comment

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Gestione cookie