La recente sentenza della Corte dei Conti e una decisione del Consiglio di Stato hanno aperto la strada alla Ipab Ambrogio Fonti, amministrata dall’Asilo Savoia, per recuperare un’importante palazzina situata in via Ripetta 234. Questo sviluppo avrà un impatto significativo sulle risorse destinate al progetto del “dopo di noi”, che rappresenta da sempre una fondamentale missione dell’istituto. La risoluzione di una situazione che ha coinvolto inquilini a prezzi stracciati, risalente agli inizi del Duemila, segna un passo avanti per il recupero del patrimonio pubblico.
Il contesto della vicenda
La storia di via Ripetta 234 affonda le radici nel 2006, quando l’allora commissario dell’Ipab, Carlo Ciocci, decide di affittare l’immobile a membri della propria famiglia per una cifra irrisoria: circa 400 euro mensili per 80 metri quadrati. Negli anni, cambiando le amministrazioni, i Ciocci si sono mantenuti all’interno della palazzina, approfittando dell’indifferenza del commissario successivo, Iacopo Scè. Questa situazione di staticità ha sollevato preoccupazioni e ha portato alla segnalazione delle anomalie alla Procura della Corte dei Conti nel 2021, accendendo così i riflettori sui possibili abusi.
Le sentenze che cambiano le sorti della palazzina
Le recenti decisioni della giustizia hanno chiarito la posizione di Scè, condannato per non aver svolto le sue funzioni nel recupero dell’immobile. In particolare, la Corte dei Conti ha stabilito che la sua inerzia ha diretto conseguenze finanziarie, stimando un danno erariale di 73mila euro, corrispondente ai mancati introiti. I giudici hanno sottolineato come la mancanza di azioni legali per interrompere la prescrizione abbia contribuito a questa situazione di degrado. A peggiorare la situazione è stato il fatto che anche un membro della famiglia Ciocci, Anton Giulio, ricopriva una funzione di commissario regionale in evidente conflitto di interessi. La sua gestione ha consentito ai familiari di rimanere nell’immobile, aggravando così la perdita economica per l’istituto.
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Il valore sociale dell’immobile e il futuro della ipab
Con il recupero della palazzina, l’Ipab Ambrogio Fonti potrà ora focalizzarsi su interventi manutentivi e su un rilancio complessivo delle sue attività , in particolare quelle legate al progetto del “dopo di noi”. Massimiliano Monnanni, presidente dell’Asilo Savoia, ha confermato di volere restituire all’immobile parte del suo smalto originario, rinforzando così l’impegno dell’istituto verso attività sociali. La riuscita operazione di recupero si inserisce in un contesto più ampio, che già nel 2022 ha visto il restauro di un altro immobile in via Forte Braschi. Questi sforzi denotano un impegno concreto nel tutelare il patrimonio pubblico e nel restituire valore sociale a spazi trascurati.
Le recenti vittorie legali rappresentano un punto di svolta per l’Ipab Ambrogio Fonti, destinata ora a un futuro di maggiore responsabilità e utilità sociale. Il recupero dell’immobile in via Ripetta è solo l’inizio di un processo più ampio di rivalutazione e riqualificazione delle risorse destinate ai servizi sociali.