La gravità come eco di un codice universale: ipotesi di un fisico su un universo simulato

La gravità come eco di un codice universale: ipotesi di un fisico su un universo simulato

La teoria di Melvin Vopson propone che la gravità non sia una forza, ma un effetto derivante da un codice informativo che ottimizza l’universo come una simulazione digitale, rivoluzionando la fisica tradizionale.
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L'articolo presenta l'ipotesi del fisico Melvin Vopson secondo cui la gravità non sarebbe una forza fondamentale, ma un effetto emergente da un codice informativo che governa l'universo, interpretato come un sistema computazionale che ottimizza la propria struttura. - Gaeta.it

Da tempo consideriamo la gravità una delle forze fondamentali che regolano il cosmo. Secondo una recente ipotesi del fisico Melvin Vopson, però, ciò che chiamiamo gravità potrebbe essere un riflesso di qualcosa di più profondo. Non una forza vera e propria, ma il prodotto di un codice informativo che governa l’universo, simile a quello usato da un computer. Lo studio, presentato dall’Università di Portsmouth e pubblicato su AIP Advances, pone una nuova lettura del ruolo della gravità come conseguenza di leggi legate alla gestione delle informazioni in natura.

La gravità: una forza o un effetto dell’universo digitale?

Tradizionalmente la gravità viene descritta come l’attrazione che corpi massivi esercitano l’uno sull’altro. È una delle quattro forze base, insieme a elettromagnetismo, forza nucleare debole e forte. Vopson rovescia questa prospettiva suggerendo che la gravità non è una forza autonoma ma un sottoprodotto di una “seconda legge dell’infodinamica”. Questa legge, teorica, impone che la quantità di informazione disorganizzata o entropia informativa in un sistema isolato non aumenti ma tenda a diminuire o rimanere costante. È un principio opposto alla seconda legge della termodinamica, che invece predice l’aumento del disordine fisico.

Un universo che ottimizza la propria struttura

L’ipotesi si fonda sull’idea che l’universo lavori come un grande sistema di informazione che ottimizza costantemente la propria struttura. In questa ottica, la gravità sarebbe il risultato di un processo di compressione e semplificazione dell’informazione necessaria a descrivere lo spazio-tempo e le particelle. La materia reagisce non perché attiri a sé altre masse, ma perché il tessuto informativo dell’universo si riorganizza per ridurre la complessità complessiva.

L’universo come simulazione al computer: analogie e implicazioni

L’analogia con una simulazione digitale nasce dall’osservazione del comportamento dell’universo. Nei sistemi informatici sappiamo che dati e processi vengono compattati per risparmiare risorse. I computer eliminano ridondanze, ottimizzano memoria e tempo di calcolo. Vopson suggerisce che l’universo, in qualche modo, faccia altrettanto. Lo spazio può essere immaginato come una griglia di celle d’informazione, ognuna con un livello base che rappresenta particelle e costanti fisiche.

Quando gli elementi in questa griglia si combinano generano complessità, ma la tendenza generale è di semplificare il sistema. Questo porta alla creazione di uno “spazio” più efficiente, che assomiglia al modo in cui funziona una simulazione digitale ottimizzata. In questa visione, la gravità rappresenta la spinta naturale verso la riduzione dell’entropia informativa, un movimento che riflette la ricerca di equilibrio e stabilità nel sistema informativo.

Elementi di fisica teorica e meccanismi computazionali

Il concetto ricorda esperimenti e simulazioni in fisica teorica dove l’universo viene studiato sotto il profilo di meccanismi computazionali. Non si tratta solo di fantascienza: fenomeni come la natura quantistica dello spazio-tempo mostrano già segnali di quantizzazione e strutture discrete riconducibili a schemi numerici.

La seconda legge dell’infodinamica e la revisione del concetto di gravità

L’idea di una seconda legge dell’infodinamica è abbastanza nuova in ambito scientifico. Nella sua formulazione, questa legge dice che nei sistemi informativi chiusi l’entropia informativa non aumenta, al contrario di quanto accade nel disordine termodinamico. Da qui il passaggio a vedere la gravità come un fenomeno entropico legato all’informazione.

Con questa impostazione, lo spazio-tempo diventa un sistema di dati strutturati, e l’interazione tra le particelle non si basa più su forze tradizionali ma sull’ottimizzazione continua di questi dati. La materia tende a riunirsi per semplificare la rete di informazioni sottostante. Ne risulta una “forza informativa” che si manifesta nelle osservazioni fisiche come la gravità descritta da Newton.

Questo approccio estende le teorie precedenti sulla gravità entropica ma introduce un elemento decisivo: la gravità emerge non solo da proprietà termodinamiche, ma direttamente dalla dinamica dell’informazione, quindi da un linguaggio e da un codice in cui le regole dell’universo sarebbero scritte.

Implicazioni scientifiche e culturali della teoria

Se la gravità fosse davvero un’eco di un sistema computazionale, le implicazioni cambierebbero radicalmente la nostra comprensione dell’universo. I modelli cosmologici verrebbero rivisti per integrare le leggi dell’infodinamica e l’universo potrebbe essere interpretato come una simulazione a larga scala. Anche se al momento mancano prove dirette, questa prospettiva ha stimolato discussioni tra fisici e filosofi della scienza.

L’idea di un universo simulato non è nuova, ma assumere la gravità come risultato di un codice informativo rappresenta una svolta scientifica che unisce matematica, fisica teorica e informatica. Le simmetrie, la compressione delle informazioni e l’efficienza del sistema potrebbero spiegare aspetti oscuri della realtà, come la natura della materia oscura o dell’energia oscura, che ancora sfuggono ai modelli tradizionali.

In questo senso, la ricerca di Vopson apre nuove forme di indagine e incoraggia a guardare all’universo con occhi diversi senza rinunciare a dati e osservazioni sperimentali. Il dibattito è aperto, ma gli sviluppi futuri potrebbero far luce su una struttura nascosta del cosmo, più simile a un algoritmo che a un sistema meccanico tradizionale.

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