La giunta regionale della Basilicata ha definito la classificazione delle acque di balneazione per il 2025, sulla base dei dati raccolti negli ultimi anni. Le analisi condotte dall’Arpab mostrano livelli di qualità elevati lungo le coste tirreniche e joniche, garantendo sicurezza per i bagnanti e salvaguardia dell’ecosistema marino. La decisione ribadisce inoltre il monitoraggio costante e l’impegno delle istituzioni regionali nella gestione ambientale.
Classificazione delle acque sulla base delle analisi 2021-2024
Il provvedimento approvato si basa sui risultati delle analisi effettuate dall’Arpab nel quadriennio 2021-2024. Questi esami hanno evidenziato che tutte le acque costiere, sia tirreniche che joniche, appartengono alle categorie “eccellenti” o “buone” in termini di qualità. Questo giudizio riflette valori chimico-fisici e microbiologici che rispettano i limiti stabiliti dalla normativa vigente per le acque destinate alla balneazione. Significa che i parametri di sicurezza sono stati mantenuti costanti e i controlli hanno rilevato assenza di sostanze nocive o livelli di contaminazione rilevanti.
La classificazione tiene conto di diversi indicatori, tra cui la presenza di batteri fecali, nutrienti, e altri inquinanti tipici delle aree costiere. La conferma di qualità alta permette di rassicurare sia i turisti che i residenti sulla qualità dell’acqua, che rappresenta anche un patrimonio naturale importante per l’ecosistema di quella fascia. Questi dati derivano da campionamenti programmati e controlli effettuati secondo un calendario preciso, indispensabile per garantire continuità nei risultati.
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Esclusioni e limiti alla balneazione
La delibera specifica che restano escluse dall’idoneità alla balneazione alcune aree particolari. Tra queste si trovano i bacini naturali e artificiali interni, i corsi d’acqua e le relative foci, oltre ai porti situati a Maratea, Argonauti e Marinagri. Questi siti non rientrano nelle zone balneabili poiché presentano caratteristiche fisiche o ambientali diverse che li rendono non adatti all’uso ricreativo in acqua.
L’esclusione si basa sulla normativa vigente che distingue tra acque di balneazione e altre acque superficiali. I porti, in particolare, hanno un’attività di traffico marittimo e spesso concentrazioni maggiori di inquinanti che ne limitano la sicurezza per i bagnanti. Per queste aree, vengono adottate altre forme di sorveglianza e misure di tutela più specifiche, senza però includerle nel regime balneare.
Queste precisazioni aiutano a mantenere alta la sicurezza per chi frequenta le spiagge e rispondono a criteri tecnici precisi. Chiarire i confini degli spazi balneabili evita fraintendimenti e consente di concentrarsi sul controllo e miglioramento delle zone frequentate dal pubblico.
Impegno della regione nella tutela e nel monitoraggio
Gli assessori regionali all’Ambiente e alla Salute, Laura Mongiello e Cosimo Latronico, hanno sottolineato la continuità nel controllo della qualità delle acque. Il lavoro dell’Arpab, insieme alla collaborazione della direzione ambiente e degli altri enti regionali, garantisce una vigilanza efficace. Vengono pianificati i prelievi nel corso della stagione estiva per intercettare tempestivamente eventuali criticità.
Attività di monitoraggio e gestione
Il monitoraggio si sviluppa attraverso ispezioni regolari e documentazione dettagliata sulla localizzazione delle foci nei vari punti della costa. La gestione degli impianti idrovori è fondamentale per evitare ristagni e permettere il corretto deflusso delle acque, elemento chiave per mantenere alta la qualità balneare.
L’obiettivo è proteggere la salute pubblica e assicurare un ambiente costiero pulito e sicuro. La regione intende mantenere questi controlli per tutta la stagione, adottando soluzioni immediate di fronte a qualsiasi rischio emergente.
Il provvedimento della giunta regionale rappresenta una conferma di come l’area lucana continui a garantire standard elevati per le sue acque di balneazione, fondamentali per il turismo e la qualità della vita dei residenti.