Il Parlamento italiano ha recentemente approvato modifiche legislative che definiscono la gestazione per altri come un reato universale. Con il via libera del Senato, le nuove normative saranno applicate anche se l’operazione avviene in un Paese dove tale pratica è legale. Questa svolta arriva in un contesto di discussione più ampio sulla maternità surrogata e le sue implicazioni legali in Italia.
Le modifiche alla legge sulla gestazione per altri
La legge in questione, originariamente proposta dalla deputata Maria Carolina Varchi, modifica l’articolo 12 del decreto legislativo 40 del 2004. In particolare, il comma 6 di questo articolo, già contenente disposizioni relative alla commercializzazione di gameti e embrioni, è stato ampliato. Fra le nuove disposizioni, si introduce la possibilità di perseguire penalmente gli individui che, pur essendo cittadini italiani, commettono reati di surrogazione di maternità all’estero, anche in nazioni dove tali pratiche non sono considerate illecite.
Le pene sono severe. Coloro che saranno ritenuti responsabili potranno affrontare un periodo di reclusione da tre mesi a due anni, accompagnata da sanzioni pecuniarie che vanno da 600.000 euro fino a un milione di euro. Questo rappresenta un significativo inasprimento della normativa esistente, implementato con l’intento di rafforzare la posizione della legge italiana nei confronti di pratiche considerate problematiche sul piano etico e legale.
Aspetti giuridici riguardo alla giurisdizione italiana
Una delle novità maggiori è la possibilità per il sistema giuridico italiano di perseguire penalmente reati commessi all’estero sotto determinate condizioni. Secondo l’ordinamento penale, un reato configurato come tale in Italia può essere sanzionato anche se avviene al di fuori dei confini nazionali, sempre che coinvolga un cittadino italiano, sia come autore del reato, collaboratore o anche vittima. Questa normativa riflette un tentativo di estendere il potere giurisdizionale dell’Italia e di proteggere la moralità e le leggi domestiche, anche in contesti internazionali.
Questa applicazione della giurisdizione ha sollevato un acceso dibattito in seno all’opinione pubblica e fra i membri del Parlamento. I rappresentanti della Lega, ad esempio, avevano proposto misure ancora più dure, con emendamenti che avrebbero aumentato le pene da quattro a dieci anni di carcere e raddoppiato la multa fino a due milioni di euro. Tuttavia, tali proposte sono state ritirate, segnalando una certa razionalizzazione dei toni nel dibattito politico.
Le posizioni politiche e le reazioni alla nuova norma
La proposta legislativa ha trovato un forte sostegno da parte del governo, in particolare dalla premier Giorgia Meloni e dal suo partito, Fratelli d’Italia. L’approvazione ha portato a un soddisfacente consenso all’interno della coalizione di governo, sottolineando l’importanza di preservare la dignità e i diritti della madre e del nascituro. Le discussioni sul tema della maternità surrogata sono cariche di emozioni e implicazioni etiche, e questo nuovo sviluppo giuridico ha riattivato il dibattito su una materia tanto delicata.
Le reazioni pubbliche a questa legislazione sono state varie. Da un lato, i sostenitori della legge lodano la mossa come un passo necessario verso la protezione dei diritti umani e della famiglia in Italia. Dall’altro, ci sono critiche riguardo al fatto che una legislazione così rigida potrebbe spingere le persone a cercare strumenti legali o pratiche per l’espressione della loro libertà riproduttiva in paesi con normative più favorevoli, creando potenziali conflitti legali e morali.
In sintesi, l’introduzione della gestazione per altri come reato universale segna un cambiamento significativo nella regolamentazione della maternità surrogata in Italia, riflettendo un approccio rigoroso e normativo in materia di diritti e legalità . Questo sviluppo non solo avrà ripercussioni legali, ma anche sociali e culturali nel contesto italiano.