La recente decisione della giunta regionale di Latina di accorpare due importanti istituti scolastici ha scatenato un’ondata di preoccupazione tra famiglie e politici locali. L’annuncio, che non è più un’ipotesi ma una realtà tangibile, ha sollevato interrogativi significativi sulla continuità didattica e sui diritti degli studenti. Con un’analisi approfondita delle conseguenze di questo accorpamento, emerge un quadro allarmante che necessita di attenzione immediata da parte delle autorità competenti.
Il contesto dell’accorpamento scolastico
Il progetto di accorpamento riguarda la scuola Don Milani, situata nel quartiere Q4, e la Vito Fabiano di Borgo Sabotino. Questa scelta, secondo i rappresentanti del Partito Democratico, rappresenta un evidente passo indietro per la comunità scolastica di Latina. Valeria Campagna, capogruppo del PD e Vicesegretaria con delega alla scuola, ha sottolineato che questa decisione mette a rischio non solo la continuità didattica, ma anche il diritto allo studio per gli alunni coinvolti. L’assenza di un vero dialogo con le famiglie e il corpo docente ha suscitato profonda disapprovazione. Gli effetti immediati di tale accorpamento comprendono la ricollocazione arbitraria degli insegnanti, con vincoli e condizioni di lavoro che potrebbero diventare precari.
L’intervento promesso e le sue conseguenze
L’assessora all’Istruzione, Annamaria Tesone, aveva promesso che ci sarebbero stati sforzi da parte del Comune per tutelare la situazione delle scuole locali, ma il mancato intervento ha sollevato molte critiche. Politici locali hanno denunciato l’assenza del Comune nei momenti decisivi e hanno espresso il timore che l’istruzione, considerata un pilastro fondamentale per il futuro, venga trascurata. Campagna ha evidenziato come il mancato dialogo e la mancanza di un’autentica strategia di coinvolgimento delle istituzioni locali rendano questa giunta inequivocabilmente distante dalle necessità reali della comunità.
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Impatti sull’istruzione e sulla comunità
L’accorpamento di due istituti con caratteristiche e bisogni differenti non è solo una questione logistica. Questo processo solleva preoccupazioni più ampie riguardo all’equità e alla qualità dell’istruzione che i ragazzi di Latina meritano. Il rischio è che studenti e studentesse si trovino in un contesto meno favorevole e più difficile da gestire. “Ogni decisione presa senza considerare le specificità territoriali rischia di penalizzare le realtà locali,” ha dichiarato Gianmarco Proietti, ex assessore all’istruzione. Egli ha sottolineato che le scelte centralizzate non riescono a riflettere le reali esigenze della comunità educativa.
L’appello per una trasformazione necessaria
A fronte di questa situazione critica, Campagna e Proietti hanno fatto un appello urgente per un cambiamento nelle politiche scolastiche. Hanno chiesto un maggiore impegno delle autorità per garantire che i diritti all’istruzione non vengano calpestati. Gli esponenti del Partito Democratico hanno sottolineato l’importanza di ascoltare le voci delle famiglie, degli alunni e del personale docente. La loro richiesta di un dialogo trasparente sui futuri progetti educativi deve essere ascoltata con attenzione. Solo così sarà possibile costruire un futuro scolastico più giusto e inclusivo per i giovani di Latina.