La docuserie su Rigopiano: un'emozionante ricostruzione del disastro del 2017

La docuserie su Rigopiano: un’emozionante ricostruzione del disastro del 2017

La docuserie “E poi il silenzio” di Sky Italia esplora la tragedia dell’hotel Rigopiano, le sue vittime e le responsabilità legate al disastro avvenuto nel 2017, in attesa di giustizia.
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La docuserie su Rigopiano: un'emozionante ricostruzione del disastro del 2017 - Gaeta.it

La tragedia dell’hotel Rigopiano, che nel gennaio 2017 ha strappato via la vita a 29 persone, è al centro della nuova docuserie “E poi il silenzio” prodotta da Sky Italia. Attraverso un racconto potente e commovente, la serie si propone di esplorare non solo la catastrofe, ma anche le responsabilità che potrebbero non essere state completamente chiarite. L’uscita della docuserie, prevista per il 20 novembre 2023, si colloca a pochi giorni da un’importante udienza in Cassazione riguardante la condanna di alcuni responsabili e l’assoluzione di altri.

I luoghi della tragedia: Rigopiano e il Gran Sasso

Sulle pendici del Gran Sasso, il luogo in cui sorgeva l’hotel Rigopiano è diventato nel tempo un simbolo della vulnerabilità delle strutture turistiche di montagna. Le immagini che emergono dal sito mostrano una terra segnata dagli eventi, con i resti di un hotel ridotto in macerie, mentre i segnalini in pelle delle chiavi delle camere giacciono tra la polvere. L’iniziale bellezza del panorama è ora interrotta dalla devastazione: le travi di legno sparse e il segnale di “Nature Fitness” rimasto intatto raccontano di un passato in cui quel posto era frequentato da turisti in cerca di relax.

Il 18 gennaio 2017, una violenta valanga ha spazzato via l’hotel, portando con sé non solo strutture, ma anche vite umane. Il video delle operazioni di soccorso, che mai è stato proiettato prima d’ora, viene emblematicamente presentato nella docuserie, dando voce alle testimonianze dei superstiti e dei familiari delle vittime. La narrazione di Pablo Trincia, coautore e narratore della serie, è accompagnata dal drammatico racconto delle ore immediatamente successive al disastro, svelando un lato umano e personale di una tragedia di dimensioni colossali.

Il lavoro di Pablo Trincia e il progetto della docuserie

Pablo Trincia, non nuovo a racconti di grande impatto emotivo, ha deciso di affrontare la storia di Rigopiano come un impegno verso le vittime e le loro famiglie. Durante un incontro pubblico a Pescara, ha spiegato come il suo interesse sia stato stimolato dalla richiesta di chiarimenti da parte del pubblico dopo la copertura mediatica del naufragio della Costa Concordia. Le persone desideravano sapere di più sulla tragedia di Rigopiano, spingendo Trincia ad approfondire l’argomento attraverso un’opera documentaristica.

La docuserie, realizzata in collaborazione con Chora Media, presenta cinque episodi che non hanno come obiettivo quello di incuriosire per il sensazionalismo, ma di raccontare storie di vita interrotte. Trincia ha affermato: “Non vogliamo mostrare il dolore in maniera morbosa. Qui si narra la vita di famiglie che hanno subito perdite e il ricordo di chi non c’è più.” Le interviste ai familiari delle vittime e ai superstiti pongono l’accento sull’umanità e sulla fragilità, rendendo la narrazione ancor più profonda e appassionata.

La ricerca di giustizia per le vittime

A distanza di quasi otto anni dalla tragedia, l’attesa per l’udienza in Cassazione del 27 novembre segna un momento decisivo nella ricerca di giustizia. La sentenza di secondo grado, che ha assolvito 22 persone e condannato 8, ha suscitato molte polemiche e una profonda delusione tra i familiari delle vittime. La docuserie si propone di affrontare anche questi aspetti, interrogandosi su eventuali responsabilità non ancora emerse.

In questo contesto, il messaggio alla base di “E poi il silenzio” è quello di mantenere viva la memoria di chi ha perso la vita, evitando che il tempo cancelli il ricordo di questa tragedia. Trincia ha espresso la necessità che il sito diventi un memoriale, un luogo di commemorazione per coloro che hanno subito perdite, sottolineando l’importanza di non dimenticare quello che è accaduto. La narrazione della docuserie, immortalando le voci e le storie dei protagonisti, spera di contribuire a questo importante obiettivo.

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