La dinamica dello scontro e il ruolo delle barricate

La dinamica dello scontro e il ruolo delle barricate

Dieci attivisti No Tav condannati a Torino per scontri con la polizia in valle di Susa nel 2020, con pene da undici a ventiquattro mesi per il ferimento del dirigente Gianmaria Sertorio e altri agenti.
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Dieci attivisti No Tav sono stati condannati a Torino per gli scontri con la polizia avvenuti nel 2020 in Valle di Susa durante una protesta contro il cantiere di Chiomonte. - Gaeta.it

dieci attivisti no tav condannati a torino per scontro con polizia in valle di susa nel 2020

Il tribunale di Torino ha emesso sentenze nei confronti di dieci attivisti legati al movimento No Tav, coinvolti in una protesta del luglio 2020 in valle di Susa. Le condanne riguardano scontri avvenuti vicino al cantiere di Chiomonte, con pene comprese tra undici e ventiquattro mesi di reclusione. Tra gli episodi giudicati, il ferimento di un dirigente di polizia, oggi questore ad Aosta, ha avuto particolare rilievo nelle aule di giustizia.

Il 24 luglio 2020 le forze dell’ordine erano intervenute per rimuovere delle barricate che i manifestanti No Tav avevano collocato su un sentiero prossimo al cantiere della linea ad alta velocità a Chiomonte. Le barricate fungevano da blocco della zona, impedendo il posizionamento degli agenti. Secondo le testimonianze raccolte in tribunale, uno dei dimostranti aveva portato con sé un lungo palo con l’intenzione di piantarlo nel terreno. La linea tracciata con il palo avrebbe dovuto segnare una sorta di confine davanti alle forze di polizia schierate in tenuta antisommossa.

Un confronto diretto attorno al palo

Nei filmati acquisiti, si vede distintamente il palo preso sia da un funzionario di polizia sia da più manifestanti, creando una situazione di confronto diretto. Il palo è diventato così il fulcro della tensione fra le parti, che ha portato al successivo episodio di violenza. Lo scontro è stato descritto in aula dai legali come un tentativo di delimitare lo spazio senza la volontà di ferire, ma durante questi momenti il confronto fisico si è protratto con difficoltà e resistenza reciproca.

Il ferimento del dirigente di polizia gianmaria sertorio

Tra gli episodi più gravi segnalati, il ferimento di Gianmaria Sertorio, all’epoca dirigente di polizia e ora questore di Aosta, ha attirato l’attenzione delle autorità giudiziarie. Sertorio è stato colpito alla testa dal palo che si era staccato durante la colluttazione con i manifestanti. L’impatto ha causato una ferita significativa, confermando la pericolosità della situazione durante lo scontro.

Lesioni anche per un commissario

Accanto a lui, un commissario ha riportato anch’egli delle lesioni sempre legate all’uso di quel palo. La difesa degli imputati ha sempre sostenuto che si trattò di un incidente, sottolineando come nessuno volesse infliggere danni fisici gravi. I giudici, comunque, hanno ritenuto responsabili i dieci attivisti, valutando le loro azioni come parte di un’aggressione non autorizzata alle forze dell’ordine, almeno in relazione a quanto accaduto quella giornata.

Le sentenze emesse dal tribunale di torino

I giudici di Torino hanno stabilito per i dieci imputati condanne variabili da undici a ventiquattro mesi di reclusione. Le pene rispecchiano la gravità degli scontri e il ferimento di agenti. Il verdetto prende in considerazione la testimonianza diretta, i video degli eventi e le ragioni fornite dalle difese, pur senza assolvere completamente gli attivisti.

L’attenzione si è concentrata non solo sulle lesioni riportate dai poliziotti ma anche sull’intralcio al regolare svolgimento delle operazioni di sgombero delle barricate. La decisione del tribunale rappresenta un momento importante nella gestione delle proteste No Tav, segnando un punto di riferimento per le eventuali manifestazioni future nel territorio alpino. Il caso resta emblematico per le tensioni che caratterizzano quella zona sin dagli anni ’90.

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