La digitalizzazione dei Codici Malatestiani: un tesoro archivistico finalmente accessibile

La digitalizzazione dei Codici Malatestiani: un tesoro archivistico finalmente accessibile

L’Archivio di Stato di Pesaro Urbino avvia la digitalizzazione dei Codici Malatestiani, rendendo accessibili 113 registri storici online per studiosi e appassionati, preservando così il patrimonio culturale locale.
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La digitalizzazione dei Codici Malatestiani: un tesoro archivistico finalmente accessibile - Gaeta.it

L’archivio di Stato di Pesaro Urbino, in particolare la sezione di Fano, ha avviato un importante progetto di digitalizzazione dei Codici Malatestiani, risalenti tra il 1367 e il 1463. Questa iniziativa, realizzata in collaborazione con l’Istituto Centrale per gli Archivi, mira a preservare e rendere accessibili al pubblico 113 registri, insieme a una busta miscellanea che contiene principalmente documenti di natura contabile. Si tratta di materiali storici di grande rilevanza, provenienti dal perduto archivio di corte dei Malatesti, in special modo sotto la direzione di Pandolfo III e del suo successore Sigismondo Pandolfo . Due registri documentano invece il periodo di Galeotto I, che ha governato intorno al 1300.

Dettagli sul progetto di digitalizzazione

Il progetto di digitalizzazione si svolgerà ufficialmente giovedì 23 gennaio, alle 17.00, presso la sala di rappresentanza della Fondazione Carifano, situata in via Montevecchio 114 a Fano. La presentazione vedrà la partecipazione del sindaco locale e del Presidente della Fondazione, a sottolineare l’importanza culturale e storica di questa iniziativa.

La digitalizzazione rappresenta un passo significativo verso la conservazione della storia locale, permettendo di proteggere i documenti originali da possibili danneggiamenti fisici. Questa operazione garantirà anche una consultazione più semplice e veloce per * studiosi, *storici e semplici appassionati di storia malatestiana.

Le immagini dei codici e le descrizioni archivistiche correlate saranno disponibili in modo libero e gratuito attraverso il portale Archivio Digitale dell’Istituto. Questo approccio non solo valorizza il patrimonio documentario, ma facilita anche l’incontro tra il pubblico e la cultura storica, promuovendo la curiosità e l’interesse verso il passato.

I Codici Malatestiani e il loro valore storico

I Codici Malatestiani rappresentano una fonte preziosa per comprendere la vita economica, sociale e politica dell’epoca malatestiana. Documenti come questi, dal contenuto prevalentemente contabile, offrono uno spaccato della gestione delle risorse e delle attività commerciali, illuminate attraverso le pratiche quotidiane dei nobili.

Durante il periodo in cui Pandolfo III e Sigismondo Pandolfo hanno governato, la famiglia Malatesta ha esercitato un notevole potere nella regione. Questi documenti rivelano non solo le dinamiche interne al loro dominio, ma anche i rapporti economici con altre aree territoriali. Grazie a questa digitalizzazione, storici e ricercatori avranno la possibilità di analizzare questi testi con maggiore facilità, facilitando un accesso a informazioni che potrebbero rivelarsi fondamentali per la ricerca storica.

I resti del loro archivio perduto, ora accessibili tramite il progetto digitale, promettono di arricchire l’odierno panorama degli studi sui Malatesti e sull’arte malatestiana, considerando anche che questa famiglia è stata tra le più influenti e artisticamente attive del Rinascimento marchigiano.

Accesso alle risorse digitali

La digitalizzazione dei Codici Malatestiani si tramuta in un’opportunità straordinaria per la comunità e per i ricercatori interessati dall’argomento. Gli studiosi e gli appassionati della storia possono ora consultare liberamente il materiale online. Non è necessario recarsi fisicamente in archivio. Il portale Archivio Digitale dell’Istituto consentirà ricerche dettagliate ed esplorazioni dei vari documenti raccolti, rendendo più facile accedere a una vasta gamma di risorse storiche.

Questo progetto non solo segna un passo avanti per la conservazione della storia locale, ma rappresenta anche un modello di come le istituzioni possono collaborare per valorizzare il proprio patrimonio culturale. Gli archivi digitali sono ormai una realtà affermata in molte parti del mondo, e la sezione di Fano si dimostra all’avanguardia in questo ambito, promettendo di avvicinare le nuove generazioni alla storia attraverso mezzi moderni e accessibili.

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