La diffusione delle fake news sul Covid: studi rivelano l'importanza della fiducia nelle fonti

La diffusione delle fake news sul Covid: studi rivelano l’importanza della fiducia nelle fonti

La pandemia di Covid-19 ha amplificato la diffusione di fake news e teorie complottistiche, evidenziando l’importanza della fiducia nelle fonti e dell’educazione per combattere la disinformazione.
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La diffusione delle fake news sul Covid: studi rivelano l'importanza della fiducia nelle fonti - Gaeta.it

La pandemia di Covid-19 ha messo in luce un fenomeno preoccupante e diffuso: l’emergere di fake news e teorie complottistiche. Questi elementi non sono emersi con la crisi sanitaria, ma avevano già attecchito in ambito vaccinale. Recenti ricerche condotte dall’University College London hanno analizzato questo fenomeno, evidenziando come la percezione delle notizie false sia influenzata dalla capacità delle persone di discernere tra verità e disinformazione.

La crescente diffusione di notizie false

Negli ultimi anni, l’aumento delle fake news è diventato un tema di grande attualità a livello globale. L’emergenza sanitaria ha amplificato un problema già presente, rendendo la lotta contro la disinformazione un obiettivo prioritario. Le ricerche dell’University College London, pubblicate sulla rivista ‘Plos‘, rivelano un legame tra credulità, fiducia nelle fonti e la capacità di distinguere le notizie vere dalle false. I ricercatori si sono concentrati su due questioni cruciali: l’esplosione delle notizie false e la diminuzione della fiducia nelle fonti ufficiali. Questi fattori possono contribuire a creare un terreno fertile per la diffusione di bufale, in particolare in contesti complessi come quello del Covid.

L’analisi condotta si è focalizzata sulle modalità attraverso cui le notizie false riescono a penetrare nel tessuto sociale. La corretta informazione è essenziale per fronteggiare crisi sanitarie e sociali, ed è fondamentale quindi comprendere come gli individui reagiscono di fronte a contenuti che mescolano realtà e finzione.

Fiducia epistemica e credulità

Uno degli aspetti più interessanti emersi dalla ricerca riguarda la fiducia epistemica. Questa forma di fiducia viene sviluppata sin dall’infanzia e si traduce nella capacità di riconoscere e interpretare le intenzioni altrui, una competenza cruciale in un periodo di sovraccarico informativo come l’attuale. Attraverso gli studi, gli scienziati hanno identificato come certe persone, in particolare quelle con una predisposizione alla credulità, tendano a modificare la loro percezione della realtà, accettando più facilmente informazioni non verificate.

I ricercatori hanno effettuato interviste su un campione di 705 individui, di cui 502 adulti residenti nel Regno Unito, per esaminare la correlazione tra fiducia epistemica e capacità di distinguere tra notizie vere e false. I risultati hanno mostrato che le persone con elevate tendenze alla credulità facevano maggiore fatica a discernere la verità e tendevano a considerare notizie infondate come valide. Questo approfondimento rende evidente l’importanza di educare le persone a sviluppare un occhio critico di fronte alle informazioni, al fine di contenere la diffusione di bufale, soprattutto in situazioni di emergenza come quella sanitaria.

Sfiducia nelle fonti ufficiali e teorie del complotto

Un altro tema affrontato dallo studio riguarda il legame tra la sfiducia nelle fonti ufficiali e l’adesione a teorie complottistiche. La ricerca ha dimostrato che un elevato livello di credulità porta spesso a una maggiore propensione ad accettare teorie infondate, soprattutto quelle legate al Covid e all’esitazione sui vaccini. Gli autori hanno fatto notare come la mancanza di fiducia nelle informazioni ufficiali contribuisca a creare un clima di confusione e sfiducia che alimenta ancora di più la spirale delle fake news.

Non sono state individuate responsabilità o bersagli specifici per questa sfiducia, ma gli studiosi hanno sottolineato l’importanza di interventi educativi e informativi per ridurre sia la sfiducia sia la vulnerabilità a notizie ingannevoli. Affrontare questi problemi in maniera strutturata può contribuire a migliorare la qualità del dibattito pubblico e a proteggere la salute collettiva da disinformazione e allarmismo.

Gli studi dell’University College London rappresentano quindi un passo significativo verso una migliore comprensione del fenomeno delle fake news e offrono spunti preziosi per sviluppare strategie di comunicazione e educazione più efficaci.

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