Circa 3,5 milioni di italiani convivono con la depressione, un numero in continua crescita. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità , la depressione rappresenta la principale causa di disabilità a livello mondiale e si prevede che, entro il 2030, diventi la malattia mentale più comune. In questo contesto, un’indagine condotta dall’istituto di ricerca Swg, in collaborazione con Johnson & Johnson Innovative Medicine, ha cercato di esplorare la consapevolezza degli italiani riguardo ai disturbi mentali, offrendo un’immagine complessa e contraddittoria della situazione attuale.
La percezione della depressione nella società italiana
Nonostante il crescente numero di diagnosi e l’aumento della consapevolezza riguardo alla malattia, molti italiani continuano a considerare la depressione come una condizione temporanea. Lo studio ha rivelato che oltre la metà degli intervistati riconosce il disturbo come una malattia seria, ma ben tre italiani su quattro tendono a pensare che esso possa capitare a chiunque e che sia sufficiente affrontarlo con un po’ di svago. Questo approccio errato porta spesso a sottovalutare i sintomi e a rimandare eventuali cure.
In media, due italiani su tre sostengono che basti semplicemente distogliere la mente da pensieri tristi per superare il malessere. Inoltre, il 67% degli intervistati crede che cambiare stile di vita e rimuovere le fonti di stress possa essere una valida strategia. Questa situazione evidenzia una netta discrepanza tra la conoscenza teorica della malattia e l’atteggiamento pratico verso di essa, che non tiene conto della complessità della depressione e delle sue cause.
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La conoscenza dei sintomi e le scelte terapeutiche
Una mancanza di comprensione si manifesta anche riguardo ai sintomi della depressione. Sebbene gli intervistati dimostrino una buona consapevolezza dei vari segni della malattia, come la perdita di interesse nelle normali attività quotidiane e le difficoltà nelle relazioni sociali, il comportamento di fronte a tali sintomi è spesso contraddittorio. Circa il 63% delle persone, quando nota i primi segnali di depressione, preferirebbe attendere per vedere se si tratta di una fase passeggera anziché cercare immediatamente aiuto.
Di fronte a un amico o familiare sospettato di soffrire di depressione, solo il 50% delle persone opterebbe per consultare uno specialista della salute mentale. Stranamente, il 35% continua a credere che confidarsi con le persone vicine sia sufficiente. Questa sottovalutazione è preoccupante, considerando la gravità e la complessità del disturbo, che può richiedere un trattamento professionale.
La stigmatizzazione e il ruolo delle istituzioni
Felicia Giagnotti, presidente di Fondazione Progetto Itaca Ets, ha commentato la situazione sottolineando come molti italiani, pur riconoscendo l’importanza del trattamento delle malattie mentali, come la depressione, temono ancora di rivolgersi a professionisti. Questa paura si traduce in un chiaro bisogno di sensibilizzazione e di supporto per chi vive questi disturbi. Promuovere una corretta informazione e garantire accesso alle cure potrebbe rimuovere il timore legato al stigma sociale associato a questi problemi.
Andrea Fiorillo, professore di Psichiatria all’Università della Campania “L. Vanvitelli”, ha messo in evidenza che, nonostante l’adeguata conoscenza riguardo ai vari tipi di depressione, il disturbo maggiore è spesso sottovalutato. Questo può avere gravi conseguenze sui pazienti e sulle loro famiglie. Tra i sintomi più evidenti vi sono la tristezza persistente, cambiamenti significativi nei cicli del sonno e dell’appetito, e una generale mancanza di energia. Un approccio integrato nella cura di questa patologia è fondamentale per il trattamento efficace.
L’impatto della depressione nelle relazioni
Infine, gli effetti della depressione non si esauriscono a livello individuale, ma hanno ripercussioni sulle relazioni interpersonali. Il 79% degli intervistati ha espresso forte paura nei confronti della depressione; quasi il 90% di loro riconosce quale grave impatto essa abbia sulle relazioni, dai rapporti di coppia alle dinamiche di lavoro. Le conseguenze della malattia possono essere devastanti anche nell’ambito scolastico.
Alessandra Baldini, Medical Affairs Director di Johnson & Johnson Italy, ha messo in risalto la necessità urgente di educazione e sensibilizzazione. Una percentuale significativa, l’88%, considera che il termine “depressione” venga comunemente frainteso e sminuito. Il supporto agli individui colpiti è una priorità, e garantire loro un accesso tempestivo a trattamenti adeguati è un obiettivo fondamentale da perseguire per migliorare la situazione attuale in Italia.