La recente sentenza della Corte d’Appello Tributaria dell’Abruzzo pone un punto fermo sulla legittimità delle procedure incardinate dal Consorzio di Bonifica Centro riguardo alla determinazione dei tributi. La decisione è il risultato del ricorso presentato da Gabriele Trovarelli, presidente del Comitato Bonifica Sostenibile, a seguito delle contestazioni sui criteri di contribuenza adottati dal consorzio stesso. Questa pronuncia non solo riconsidera le modalità di accertamento adottate dai dirigenti consortili, ma segna anche un punto di svolta importante per tutti i contribuenti coinvolti.
Il criterio del comprensorio dinamico non è valido
La Corte ha delineato chiaramente i limiti riguardanti il “comprensorio dinamico”, un approccio sostenuto dai dirigenti del Consorzio di Bonifica Centro. Secondo la sentenza, esso non può essere modificato senza il consenso di coloro che vi hanno interesse. Inoltre, il piano di riparto dei tributi, redatto senza un adeguato accertamento dell’indice di beneficio di bonifica per ciascun contribuente, è stato dichiarato illegittimo. Questo riconoscimento introduce un elemento di grande rilievo, in quanto impone all’ente consortile l’obbligo di basare le proprie decisioni su criteri oggettivi e verificabili.
La sentenza del 4 novembre attribuisce una particolare importanza alla questione della legittimità del piano di riparto, evidenziando che senza un piano di classifica che contenga l’indice attribuito a ogni singola proprietà, non possono esserci basi valide per la ripartizione dei costi. La Corte ha quindi richiamato l’attenzione su una prassi corretta, che implica un accertamento dettagliato e individuale del beneficio di bonifica. Di conseguenza, la pronuncia non solo influisce sull’attuale situazione, ma costituisce anche un precedente che potrebbe essere utile in futuri contenziosi.
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Le criticità del consorzio di bonifica centro
Nel corso degli ultimi sette anni di commissariamento, il Consorzio non ha effettuato la necessaria valutazione dell’indice di beneficio di bonifica per ogni proprietà consorziata. Anziché adottare misure corrette e valutative, il Consorzio ha proposto semplicemente tariffe a compensazione delle perdite accumulate. Queste azioni hanno portato a un significativo squilibrio, danneggiando i consorziati che si sono trovati a dover fronteggiare costi senza una corrispondenza reale al beneficio ricevuto.
Gabriele Trovarelli ha messo in evidenza un esempio concreto di questa discrepanza. Nel 2023, il Consorzio ha avanzato un indice “globale” per la bonifica che caricava il 70% dei costi di depurazione industriale ai contribuenti, una mossa contestata e già portata davanti al Tribunale Amministrativo Regionale. L’assenza di un sistema equo e trasparente di tassazione non solo genera ingiustizie, ma alimenta un contenzioso crescente tra i membri del Comitato Bonifica Sostenibile e l’ente consortile.
Proposte per un sistema di tassazione equo
Il Comitato Bonifica Sostenibile ha più volte avanzato al Consorzio delle proposte per correggere le attuali modalità di determinazione della tassazione. Trovarelli ha suggerito di collegare l’indice di beneficio di bonifica al consumo effettivo di acqua e al tipo di colture utilizzate. Tale approccio permetterebbe di garantire una tassazione equa, in grado di riflettere il reale beneficio ricevuto dai contribuenti.
Concretamente, si tratterebbe di tassare correttamente le proprietà in base alla loro effettiva utilità per la bonifica. In questo contesto, le colture non irrigue come grano, olive e uva DOC andrebbero tassate in modo differente rispetto a quelle che necessitano di irrigazione. In tal modo, i contribuenti pagherebbero in proporzione al beneficio ricevuto e ai servizi di cui effettivamente fruiscono. Ciò contribuirebbe anche a ridurre le problematiche legate al contenzioso con la giustizia tributaria, che al momento è cresciuto in modo esponenziale.
Aspettative future dopo il pronunciamento della corte
La sentenza della Corte d’Appello rappresenta per Trovarelli e il Comitato Bonifica Sostenibile una speranza di cambiamento. L’auspicio è che la nuova dirigenza del Consorzio accetti di ascoltare le richieste legittime dei consorziati, mettendo fine alle incertezze e alle mancanze che hanno caratterizzato la gestione fino ad oggi. La verifica contabile attualmente in corso, come disposto dal Tar, potrebbe rappresentare un’opportunità significativa per rivedere le modalità di determinazione del contributo consortile, riformando il sistema e ripristinando i principi di correttezza e trasparenza nella gestione dei tributi consortili.
La situazione, quindi, è in evoluzione e questa nuova pronuncia pone le basi per un dialogo costruttivo tra il Consorzio e i contribuenti. Questi ultimi attendono ora risposte concrete e una gestione più responsabile e precisa delle risorse.