La Cop29 di Baku sotto la minaccia dell’assenza di Donald Trump

La Cop29 di Baku sotto la minaccia dell’assenza di Donald Trump

La Cop29 in Azerbaijan, dal 11 al 22 novembre, affronta sfide cruciali per il clima, aggravate dall’assenza di leader mondiali e dall’influenza persistente di Donald Trump sui negoziati.
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La Cop29 di Baku sotto la minaccia dell’assenza di Donald Trump - Gaeta.it

La Cop29, la conferenza annuale dell’Onu sul clima, si apre in Azerbaigian dall’11 al 22 novembre, ma l’assenza dell’ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, potrebbe influenzare profondamente i negoziati. Sebbene Trump non sia presente, le sue dichiarazioni e le sue posizioni politiche rimangono centrali e possono avere ripercussioni globali sulle dinamiche climatiche e sulle politiche internazionali.

Trump e le sue posizioni sul clima

Nel corso della campagna elettorale, Donald Trump ha espresso l’intenzione di ritirare gli Stati Uniti dall’Accordo di Parigi, replicando un’azione già intrapresa durante il suo primo mandato. La minaccia di un ritiro completo dalla Convenzione quadro delle Nazioni unite sui cambiamenti climatici rappresenta un punto cruciale: se gli Usa scegliessero di uscire, si verificherebbe una significativa mancanza di partecipazione negli accordi internazionali sul clima. Trump ha dichiarato la sua intenzione di adottare una politica energetica aggressiva, caratterizzata dall’uso intensivo di fonti fossili. Con il celebre slogan “Drill, drill, drill”, ha enfatizzato la sua preferenza per un’estrazione massiccia di petrolio e gas, garantendo l’autosufficienza energetica degli Stati Uniti e la loro posizione di esportatori. Tuttavia, questa strategia comporta anche un aumento delle emissioni di gas serra, aggravando la crisi climatica globale, come evidenziato da recenti eventi estremi.

La reazione dell’Onu e degli esperti climatologici

Antonio Guterres, segretario generale dell’Onu, ha commentato le dichiarazioni di Trump utilizzando una metafora pungente: “L’Accordo di Parigi può sopravvivere, ma a volte le persone possono perdere organi importanti e sopravvivere”. In questo modo, Guterres ha voluto sottolineare come anche in assenza degli Stati Uniti, il mondo debba continuare a lottare contro il cambiamento climatico, ricevendo però colpi duri alla propria integrità. Francesco Corvaro, inviato speciale italiano per il clima, è stato più diretto, affermando che senza il coinvolgimento attivo degli Usa, i progressi nelle trattative risulteranno limitati. Pur continuando a avere incontri, le politiche climatiche rischiano di stagnare senza un contributo significativo da parte delle potenze mondiali che storicamente hanno ricoperto ruoli di primo piano nei negoziati.

Il tema attuale della finanza climatica

Quest’anno, la Cop29 si focalizzerà sulla finanza climatica, un aspetto cruciale per l’assistenza ai paesi più vulnerabili. A partire dal 2026, si dovrà sostituire il fondo da 100 miliardi di dollari all’anno, già stabilito dall’Accordo di Parigi, con un nuovo strumento che si preannuncia complesso nella sua attuazione. I paesi vulnerabili chiedono un aumento dei finanziamenti e un’applicazione più flessibile delle risorse, mentre i donatori esprimono preoccupazioni sui controlli sull’utilizzo delle stesse. Questo disallineamento tra le aspettative dei donatori e le esigenze dei paesi in via di sviluppo potrebbe generare tensioni significative nel corso della conferenza.

L’assenza dei leader mondiali e le conseguenze

Oltre a Trump, mancheranno all’appello diversi leader mondiali, incluso il presidente uscente degli Stati Uniti, Joe Biden, e figure significative come Xi Jinping, Narendra Modi e Ursula von der Leyen, tra gli altri. Questo vuoto di leadership sul tema climatico potrebbe avere un impatto negativo sui negoziati. La premier italiana, Giorgia Meloni, interverrà il 13 novembre, ma la mancanza di una rappresentanza forte potrebbe lasciare spazio a posizioni più conservative e a un rallentamento delle iniziative di decarbonizzazione. Se Trump decidesse di annunciare cambiamenti di politica durante la conferenza, le conseguenze potrebbero essere drastiche, incoraggiando altri paesi a seguire il suo esempio e ridurre i propri impegni in materia di cambiamento climatico.

La Cop29, dunque, si presenta come un banco di prova decisivo per il futuro della governance climatica globale, con l’influenza di Trump e l’assenza di altri leader a rappresentare potenziali ostacoli nella lotta contro il cambiamento climatico.

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