La città di Bologna annulla il referendum sul limite di velocità a 30 km/h

La città di Bologna annulla il referendum sul limite di velocità a 30 km/h

Bologna non terrà il referendum per revocare il limite di velocità di 30 km/h, dopo che i promotori hanno raccolto solo 3.500 firme, ben al di sotto delle 9.000 necessarie.
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La città di Bologna annulla il referendum sul limite di velocità a 30 km/h - Gaeta.it

Bologna non procederà con il referendum per revocare la norma che ha imposto un limite di velocità di 30 km/h su gran parte delle sue strade. Questa decisione è stata presa in seguito alla raccolta di firme, dove i promotori non sono riusciti a raggiungere il numero necessario. Le voci in merito alla questione hanno suscitato un ampio dibattito su temi di sicurezza stradale e mobilità urbana.

L’iniziativa del referendum consultivo

Il referendum consultivo su Bologna Città 30 aveva l’obiettivo di mettere in discussione una importante riforma della viabilità cittadina, che ha standardizzato il limite di velocità a 30 km/h in quasi tutte le aree urbane, eccezione fatta per i viali di circonvallazione e le strade con un flusso di traffico più intenso. La proposta di referendum era stata ufficialmente approvata tre mesi fa, dando ai promotori un termine fino a sabato scorso per raccogliere un totale di 9.000 firme necessarie.

Le motivazioni dei sostenitori del referendum risiedono nella convinzione che il limite di velocità, sebbene progettato per aumentare la sicurezza dei pedoni e dei ciclisti, possa risultare eccessivo e controproducente rispetto alle esigenze di fluidità del traffico. Diverse organizzazioni, tra cui comitati cittadini, liste civiche e partiti di centrodestra, si sono uniti per promuovere l’iniziativa. Nonostante l’impegno mostrato, la raccolta delle firme ha registrato solo circa 3.500 adesioni, ben al di sotto delle aspettative.

Difficoltà e modalità di raccolta

La mobilitazione per raccogliere le firme ha visto organizzati vari banchetti in diverse zone di Bologna. Questi eventi sono stati accompagnati da iniziative porta a porta, mirate a spiegare le ragioni del referendum ai residenti e a sensibilizzarli sull’importanza di sottoscrivere per richiedere il voto popolare. Nonostante gli sforzi, il risultato ha evidenziato una difficoltà nel coinvolgere un numero sufficiente di cittadini. La cifra raccolta non ha garantito il processo democratico desiderato, portando a una conclusione che molti non si aspettavano.

La scarsa partecipazione al referendum potrebbe derivere da una serie di fattori, tra cui il possibile disinteresse verso tematiche legate ai cambiamenti delle norme sulle strade, oppure il giudizio favorevole della popolazione riguardo le misure già attuate a favore della sicurezza stradale. Il tema del traffico, per quanto rilevante, non sembra aver riscosso l’attenzione necessaria a stimolare una più massiccia partecipazione.

Impatti sul traffico e sulla mobilità

L’introduzione del limite di 30 km/h a Bologna è stata motivata dall’intenzione di ridurre il numero di incidenti e migliorare la qualità dell’aria, vivendo in un contesto urbano cresciuto notevolmente negli ultimi anni. La misura ha anche un legame diretto con la promozione della mobilità sostenibile, favorendo l’utilizzo della bicicletta e del trasporto pubblico.

Tuttavia, la limitazione della velocità ha scaturito opinioni divergenti. Alcuni cittadini e commercianti temono che un limite così severo possa ostacolare il commercio e provocare congestione, rendendo più difficile l’attraversamento della città. Tale situazione ha sollevato interrogativi su come bilanciare la sicurezza stradale con le esigenze di mobilità efficiente e rapida, senza penalizzare l’economia locale.

La cancellazione del referendum rappresenta pertanto un momento di riflessione per le istituzioni cittadine, chiamate a valutare ulteriormente le politiche di mobilità e sicurezza. Restano aperti interrogativi sull’equilibrio tra le diverse esigenze della popolazione e sulle modalità più efficaci per adattare le norme in vigore alle reali necessità dei cittadini di Bologna.

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