La Calabria consente nuovamente l'attività venatoria: deroga per il controllo della fauna selvatica

La Calabria consente nuovamente l’attività venatoria: deroga per il controllo della fauna selvatica

La Regione Calabria concede una deroga per l’attività venatoria al fine di controllare la popolazione di cinghiali e affrontare l’emergenza della peste suina africana, sostenendo anche l’economia agricola locale.
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La Calabria consente nuovamente l'attività venatoria: deroga per il controllo della fauna selvatica - Gaeta.it

La Regione Calabria ha recentemente deciso di concedere una deroga per l’attività venatoria nel contesto della sorveglianza della razza suina selvatica. Questa misura rappresenta un allentamento delle restrizioni precedentemente imposte a causa della diffusione della peste suina africana . L’approvazione del provvedimento arriva dopo un’attenta valutazione e un dialogo approfondito tra gli attori coinvolti nella gestione della fauna selvatica e della salute animale.

Il contesto della deroga

La decisione di riaprire l’attività venatoria in Calabria segue la richiesta presentata il 16 ottobre dalla Regione stessa e il successivo parere favorevole del commissario straordinario Giovanni Filippini. Questo passo è stato reso possibile grazie alla collaborazione tra i dipartimenti regionali della Salute e dell’Agricoltura, che hanno lavorato congiuntamente per affrontare l’emergenza legata alla Psa. La riunione che ha avuto luogo a Roma, con la partecipazione di Filippini e del direttore generale del dipartimento Salute, Tommaso Calabrò, ha rappresentato un momento cruciale per la definizione delle nuove linee di intervento.

La pestilenza suina africana ha avuto un impatto significativo sull’allevamento suino, rendendo necessario un controllo rigoroso della popolazione di cinghiali, veicoli principali della diffusione del virus. La deroga consente così la ripresa di attività che erano state stoppate per garantire una maggiore gestione della fauna selvatica e per tutelare le produzioni agricole locali.

Dettagli delle nuove attività venatorie

Con la nuova deroga, l’attività venatoria potrà riprendere all’interno delle aree designate come zona di restrizione I. Questo provvedimento consente il prolungamento delle operazioni di monitoraggio e controllo della popolazione dei cinghiali, un passo già intrapreso in passato con un’altra deroga che aveva rimosso le restrizioni in provincia di Reggio Calabria.

L’assessore regionale all’Agricoltura, Gianluca Gallo, ha sottolineato l’importanza di questa misura, evidenziando come la Calabria rappresenti un caso positivo nel Meridione, dove molte altre regioni continuano a mantenere severe restrizioni. Gallo ha ringraziato il lavoro congiunto dei tecnici veterinari e delle associazioni venatorie nel raggiungimento di questo obiettivo, che risponde non solo a necessità sanitarie ma anche economiche.

Il provvedimento permette attività venatorie al cinghiale in braccata, ma anche in selezione e controllo. Ciò contribuirà a una migliore gestione della fauna selvatica, mantenendo attenzione sulle ricadute positive per l’economia agricola, già messa a dura prova dalla crisi sanitaria.

Il futuro della gestione della fauna selvatica

Con la ripresa dell’attività venatoria, la Regione Calabria si impegna a proseguire le campagne di monitoraggio e sorveglianza per valutare l’evoluzione della situazione epidemiologica riguardante la peste suina africana. Il governo regionale, attraverso l’assessore Gallo e i tecnici coinvolti, sta attuando misure preventive per garantire che il controllo della popolazione di cinghiali avvenga in modo efficace e sostenibile.

L’idea è che un approccio integrato, che comprenda la caccia regolamentata, studi ecologici e un attento monitoraggio della salute degli animali, possa risultare efficace nella lotta contro la Psa. La situazione dimostra come la Calabria, pur dovendo affrontare sfide importanti, stia cercando di trovare una via per gestire le problematiche post-pandemia in ambito zootecnico e ambientale.

Questa decisione non solo permetterà di affrontare la fauna selvatica con maggiore dignità e controllo, ma mira anche a stabilire un equilibrio tra le esigenze di tutela della biodiversità e le necessità dell’agricoltura, evidenziando la complessità delle relazioni tra uomo e natura in Calabria.

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