L’arcivescovo john atcherley dew rappresenta una figura chiave per la Chiesa cattolica in nuova zelanda. Nato nel 1948 a waipawa, ha attraversato diverse tappe della vita ecclesiastica, spostandosi tra missioni e ruoli di crescente responsabilità. La sua esperienza riflette l’impegno verso le comunità più vulnerabili e l’attenzione ai temi sociali attuali. Qui il racconto del suo percorso e delle iniziative intraprese.
Le origini e l’ordinazione sacerdotale
John atcherley dew nasce nel 1948 nella cittadina di waipawa. Dopo gli studi di formazione religiosa, viene ordinato sacerdote nel 1976. A partire da quell’anno, inizia la sua esperienza spirituale e pastorale. La prima destinazione importante è nelle isole cook, un arcipelago del pacifico dove svolge attività missionaria.
In queste isole, s’impegna in una comunità culturalmente diversa dalle tradizioni europee cui era abituato. La missione gli consente di vivere da vicino le sfide dei territori meno sviluppati e di periodi lontani dagli centri urbani. Lavorare con popolazioni indigene e migranti lo aiuta a consolidare un rapporto diretto con chi spesso viene marginalizzato.
Questa esperienza di missionario segna profondamente la sua vocazione futura, stimolandolo verso un modello di Chiesa meno autoreferenziale e più aperta alla realtà sociale. L’anno dell’ordinazione segna l’inizio di un cammino ecclesiastico che diventerà sempre più attento alla dimensione umana dietro le pratiche religiose.
L’ascesa nell’istituzione ecclesiastica di wellington
Nel 1995, dopo quasi vent’anni di missione e servizio sacerdotale, john atcherley dew viene nominato vescovo ausiliare di wellington. Questa città, capitale della nuova zelanda, rappresenta un centro di comando per la Chiesa cattolica nel paese.
Il ruolo di vescovo ausiliare lo mette a diretto contatto con le dinamiche pastorali di una realtà urbana complessa e multiculturale. Deve coordinare attività legate a diverse parrocchie e sostenere l’arcivescovo nelle sue responsabilità. La nomina a vescovo manifesta la fiducia nei suoi confronti da parte della gerarchia ecclesiastica.
Crescita e nuove responsabilità
Con il passare degli anni e grazie alla sua dedizione, nel 2004 riceve la nomina a arcivescovo coadiutore di wellington. Questa figura è prevista per affiancare l’arcivescovo metropolita e, in caso di necessità, prenderne il posto. Il passaggio segna la sua crescente influenza nella Chiesa locale.
Infatti, l’anno seguente, nel 2005, diventa arcivescovo metropolita di wellington. Da quel momento guida le attività della diocesi capitale, occupandosi sia della direzione spirituale sia dell’organizzazione delle iniziative sociali. L’incarico gli consegna la responsabilità di rappresentare la Chiesa cattolica neozelandese a livello nazionale e internazionale.
Il ruolo pastorale e l’attenzione alle periferie
Il ministero di john atcherley dew si distingue per l’attenzione rivolta alle periferie sociali e culturali. La sua figura da pastore lo porta a incontrare i giovani, i migranti, le persone povere e disagiati. Questi gruppi diventano il centro del suo impegno ecclesiale.
Ad esempio, organizza progetti educativi e momenti di incontro che facilitano il dialogo tra diverse comunità. La sua strategia non si limita alla predicazione ma coinvolge azioni concrete a sostegno delle famiglie in difficoltà. Non a caso promuove iniziative di accoglienza per le persone che arrivano da lontano e subiscono marginalizzazioni.
Il modello di Chiesa che propone è partecipativo, con una forte vocazione al confronto e all’ascolto. Invita alla collaborazione sacerdoti e laici, spingendo per una crescita nella relazione umana e un coinvolgimento più ampio dei fedeli. Parla spesso di una comunità che deve aprirsi senza pregiudizi verso chi non crede o chi pratica altre religioni.
Una fede vicina al quotidiano
Questa linea pastorale fa di lui un punto di riferimento per chi cerca una religiosità meno istituzionale e più vicina alle necessità del quotidiano. Le periferie diventano così non solo spazi di intervento ma simboli di un nuovo modo di vivere la fede nel contesto contemporaneo.