Italia e giappone sviluppano una roadmap comune per politiche turistiche più sostenibili e meno affollate

Italia e giappone sviluppano una roadmap comune per politiche turistiche più sostenibili e meno affollate

Italia e Giappone collaborano all’Expo di Osaka 2025 per contrastare l’overtourism, promuovendo il turismo rurale e sostenibile attraverso studi dell’Università di Bergamo e strategie condivise.
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Il dialogo tra Italia e Giappone all’Expo di Osaka 2025 punta a sviluppare strategie comuni per un turismo più sostenibile, contrastando l’overtourism attraverso la promozione del turismo rurale e la valorizzazione delle comunità locali. - Gaeta.it

Il dialogo tra Italia e Giappone punta a definire strategie condivise per un turismo più equilibrato e rispettoso delle comunità locali. Al centro del confronto, presentato durante l’Expo di Osaka 2025 nel padiglione Italia, c’è la necessità di intervenire sul fenomeno dell’overtourism. Entrambi i Paesi cercano soluzioni concrete per valorizzare il patrimonio diffuso, puntando su forme di turismo autentico e modelli che distribuiscano meglio i flussi di visitatori.

Il contesto della conferenza all’expo di osaka e l’impegno dell’università di bergamo

L’Expo di Osaka ha ospitato una conferenza promossa dall’Università di Bergamo, dedicata alle nuove prospettive del turismo. L’obiettivo era trovare approcci sostenibili in grado di limitare gli effetti negativi del sovraffollamento turistico e rigenerare i territori meno frequentati. L’Ateneo ha presentato uno studio recente che offre dati concreti sul comportamento dei turisti e la percezione del disagio legato all’eccessiva affluenza.

Secondo il rapporto presentato, il 43% degli intervistati è disposto a spendere di più per esperienze turistiche in luoghi meno congestionati e quindi più autentici. La ricerca ha messo in evidenza la necessità di una gestione strategica e pianificata, basata su un dialogo diretto con le comunità locali. Durante l’evento, studiosi e operatori hanno insistito sulla centralità del turismo rurale per distribuire meglio i visitatori e sostenere le economie locali.

Le discussioni hanno ribadito il ruolo decisivo delle università come centri di ricerca e motori di idee per sviluppare politiche turistiche alternative. Il contributo dell’Università di Bergamo si è distinto per l’approfondimento proposto sull’overtourism e le possibili strade di mitigazione. La partnership tra Italia e Giappone ha trovato terreno fertile per impostare una collaborazione futura sul tema.

I dati italiani sull’overtourism e le opinioni dei turisti sul disagio da sovraffollamento

Lo studio condotto in Italia nel 2024 ha fotografato una realtà segnata dall’affollamento nelle località turistiche: quasi metà degli italiani ha dichiarato di aver vissuto esperienze disturbate da un alto numero di visitatori. Il disagio medio si attesta su 6 punti su una scala da 1 a 10, con picchi del 54% nella fascia di età 35-44 anni.

A livello geografico, il disagio risulta più pronunciato nel Nord Ovest, dove il 53,3% degli intervistati ha espresso giudizi negativi tra 7 e 10, e nel Nord Est con il 49,5%. Il Sud Italia registra percentuali più basse anche se il problema rimane presente. Questo quadro segnala come le destinazioni più frequentate risentano di un sovraffollamento che compromette la qualità dell’esperienza turistica.

I risultati indicano un’esigenza urgente di ripensare la distribuzione dei flussi. Gli italiani guardano con interesse al turismo rurale come possibile via d’uscita dal problema. Più della metà ritiene che puntare sulle aree interne, meno conosciute e attraversate da meno visitatori, possa alleggerire la pressione sulle mete principali.

Le preferenze degli italiani verso il turismo rurale e le vie per valorizzare filiere locali

La ricerca ha evidenziato come sei italiani su dieci sostengano lo sviluppo del turismo rurale quale strumento per redistribuire l’afflusso turistico. Questo modello, considerato più sostenibile, permetterebbe di promuovere la conoscenza di territori meno frequentati e valorizzare le tradizioni locali.

Il 74% degli intervistati spinge per migliorare i collegamenti verso le aree interne, sottolineando l’importanza di infrastrutture e trasporti accessibili per rendere queste mete più raggiungibili. Sostenere servizi adeguati si profila come una priorità per incentivare un turismo diffuso e meno concentrato in pochi centri.

Un altro elemento considerato decisivo è il turismo enogastronomico, individuato dal 67% come una risorsa per rafforzare le filiere produttive locali. Questa forma di turismo valorizza prodotti tipici, tradizioni culinarie e i paesaggi rurali, creando occasione di crescita per le economie territoriali. Le eccellenze agroalimentari possono diventare un volano per attrarre visitatori interessati a un’esperienza più immersiva e meno rumorosa rispetto alle classiche mete turistiche.

La collaborazione italia-giappone per affrontare il turismo contemporaneo

Le due nazioni puntano a consolidare una collaborazione stabile in campo turistico, partendo da dati e progetti condivisi. Il ministero dell’Agricoltura giapponese ha segnalato che nel 2024 circa il 30% dei turisti provenienti dall’estero ha visitato destinazioni rurali nel Paese, un valore che conferma la validità di modelli turistici basati su una migliore distribuzione dei visitatori.

L’idea è sviluppare strategie coordinate che tengano conto di esperienze comuni, migliorino la gestione dei flussi e valorizzino patrimoni culturali e ambientali diffusi. Il cammino si basa su scambio di conoscenze e su una visione più ampia, che supera i confini nazionali per affrontare sfide che sono globali.

Il turismo del futuro, secondo i protagonisti della conferenza, potrà avere prospettive più equilibrate e rispettose, se si investirà nella cooperazione e nella ricerca di soluzioni che mettano al centro le comunità e il territorio. Il confronto italo-giapponese diventa così un esempio di approccio pragmatico rivolto a costruire un modello turistico più sostenibile.

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