Il possibile aumento al 30% del dazio su alcune importazioni negli Stati Uniti sta creando preoccupazioni nel settore vitivinicolo italiano, soprattutto a Montalcino, dove il brunello rappresenta una fetta significativa delle esportazioni verso il mercato americano. Le implicazioni di questa misura si riflettono sulle esportazioni e sulle strategie di vendita delle aziende locali, già in difficoltà a causa di precedenti dazi e incertezze commerciali.
Effetti del dazio al 30% sul settore vitivinicolo di montalcino
Il presidente del Consorzio del Brunello di Montalcino, Giacomo Bartolommei, ha commentato la lettera inviata dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, sulla proposta del dazio al 30%. Ha sottolineato che si tratta di una lettera d’intenti e non di una decisione definitiva, ma ha avvertito che qualora fosse confermato, il dazio metterebbe a dura prova tutto il comparto. Gli Stati Uniti rappresentano più del 30% dell’export di brunello di Montalcino, quindi una tassa di questo tipo aumenterebbe il costo delle bottiglie sul mercato americano, riducendo la competitività del prodotto.
Una difficoltà enorme per il comparto
Bartolommei ha definito quella del dazio “una difficoltà enorme” e ha esteso la preoccupazione all’intero mercato vitivinicolo italiano. La misura di questo tipo altera i rapporti commerciali con gli Stati Uniti, che di fatto sono uno dei mercati più rilevanti per il settore. La conferma o il ritiro di questa tassa avranno un peso importante sulle vendite e sulle strategie di esportazione, specialmente per un vino di alta gamma come il brunello.
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L’importanza di una soluzione diplomatica per evitare tensioni economiche
Secondo il presidente del consorzio, serve trovare un accordo che salvaguardi le realtà produttive senza ricorrere a misure economiche che, a suo parere, non sarebbero utili né efficaci. Bartolommei ha escluso la necessità di un aiuto economico perché teme che possa creare una situazione di mercato poco chiara e difficile da gestire. Ha invitato invece le istituzioni a cercare una soluzione diplomatica per proteggere le aziende dalle conseguenze di una guerra commerciale che coinvolgerebbe soprattutto l’industria del vino, ma anche l’intero comparto produttivo italiano.
Mantenere un clima di stabilità per le imprese
La richiesta punta a mantenere un clima di stabilità per le imprese, consentendo loro di lavorare senza l’incertezza di nuove tasse che potrebbero colpire le esportazioni. Il rischio è che un confronto troppo rigido o la tensione commerciale tra Italia e Stati Uniti si traduca in danni economici non solo alle cantine di Montalcino, ma a tutte le aziende italiane che basano parte del proprio fatturato sui mercati esteri.
Impatto dei precedenti dazi e la crisi nei programmi di vendita
Bartolommei ha ricordato che il settore non è nuovo a queste situazioni. Prima dell’introduzione del dazio al 10%, le aziende avevano anticipato le spedizioni per evitare l’aggravio tariffario. Dopo l’entrata in vigore di quella tassa, c’è stata una seconda ondata di vendite, ma ora il mercato appare “ingessato”. L’incertezza sull’effettiva entrata in vigore di nuove tasse rallenta le attività degli importatori, che faticano a programmare gli acquisti.
Questo scenario crea forti difficoltà di pianificazione per le cantine, che non sanno quando e come potranno vendere in America. La situazione di instabilità turba il mercato e rende più complicata la gestione delle forniture e degli scambi commerciali. Le continue minacce di nuove tariffe mettono a dura prova chi opera nell’export e possono frenare le prospettive di crescita, generando un clima di apprensione nelle aziende.
Tensioni diplomatiche e commerciali dietro le difficoltà
Alla base di tutto ci sono le tensioni diplomatiche e commerciali tra Europa e Stati Uniti, che si ripercuotono in modo molto concreto su un prodotto simbolo del made in Italy come il brunello di montalcino. Le speranze sono rivolte a un lavoro diplomatico che possa riportare chiarezza e stabilità, evitando lo spargimento di ulteriori ostacoli lungo la strada delle esportazioni italiane.